Muore in servizio: nessun indennizzo

Gli agenti della polizia municipale di Terni ricordano una collega travolta ed uccisa mentre svolgeva il suo lavoro

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Sara Gambaro era un’agente di polizia municipale. Era. Perché è stata travolta ed uccisa, mentre svolgeva il suo lavoro. Aveva 44 anni, un marito e due figli. I vigili urbani ternani, come tanti altri colleghi di tutta Italia, giovedì le hanno reso un commosso omaggio a Novara, dove si sono svolti i funerali dell’agente.

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Colleghi da tutta Italia

Testimonianza di solidarietà Ai funerali dell’agente, oltre ai familiari e tantissimi cittadini, erano presenti decine di colleghi delle polizie municipali e locali di tutta Italia. Fra loro, per volontà dell’amministrazione comunale, anche due agenti della polizia municipale di Terni con il gonfalone della città. Una testimonianza di solidarietà e vicinanza nata spontaneamente, per un dramma che ha scosso tutti coloro che operano ogni giorno sulle strade, per garantire la sicurezza dei cittadini.

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I funerali di Sara Gambaro

La burocrazia «Per Sara e per i suoi cari – lascia un marito e due bambini – non ci sarà nemmeno il riconoscimento dell’equo indennizzo, della causa di servizio», spiega Alberto Bonifazi, agente della polizia municipale di Terni. «Questo perché nel riordino effettuato dal governo qualche anno fa, che riguardava tutti i dipendenti pubblici in uniforme, è rimasta fuori la polizia locale. Così non ci sarà alcun risarcimento da parte dello Stato per Sara. Di questo saremo sempre grati al tanto osannato professor Monti e ai vari Letta e Renzi che si sono susseguiti».

LAMPEGGIANTI ACCESI, L’ULTIMO ‘SALUTO’ A SARA – IL VIDEO

Il vescovo «In una società in cui ciascuno pensa a se stesso, ci sono professioni che ancora oggi non possono essere fatte senza passione, consapevoli del rischio che esse portano con sé. Talvolta – ha detto monsignor Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara, durante i funerali di Sara Gambaro – noi stessi ci domandiamo se non convenga fare il minimo necessario. Se non basti fare il proprio dovere, ma senza investire troppo di noi. Quando però accadono questi fatti, anche noi siamo attraversati dalla domanda: il lavoro ha solo un valore economico, serve solo alla dignità personale, o è anche necessario per costruire la casa comune, la città dell’uomo, la vita collettiva?. Nel compimento del proprio dovere, trapela che l’uomo e la donna – e ricordiamo che qui è una donna – sono fatti per qualcosa di più grande. Forse non sempre ne abbiamo coscienza, ma in questi giorni di travaglio e di dolore, appare in modo chiaro a tutti che il lavoro è bene grande, che mette sempre a repentaglio l’esistenza. E che tuttavia questo è il prezzo da pagare perché la vita cresca e il mondo diventi casa abitabile. Se il nostro lavoro partecipa nientemeno che alla costruzione della casa comune, dobbiamo ritornare alla piena coscienza della nostra responsabilità sociale, del nostro piccolo o grande contributo all’edificazione della città».

Terni polizia municipale lampeggiantiA Terni Giovedì mattina, alle 12 in punto, gli agenti ternani hanno osservato un minuto di raccoglimento, fermando le proprie volanti impegnate nei vari di servizi sul territorio comunale. Due mezzi della polizia municipale sono stati posizionati, simbolicamente, di fronte a palazzo Spada e alla sede della Prefettura. Fermi per un minuto e con i lampeggianti accesi. Un ‘saluto’, l’ultimo, da parte dei colleghi che condividono ogni giorno l’impegno che Sara metteva nel suo lavoro e faticano a trovare un perché di fronte alla tragedia che l’ha strappata alla vita. Ma anche al disinteresse nei confronti di chi, come loro, si impegna per la sicurezza di tutti noi.

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