‘Operazione Spada’: «Giunta allo sbando»

Terni, Marco Cecconi (FdI-An): «Questa volta la città non si lascerà narcotizzare dal bromuro delle operazioncine di facciata »

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Marco Cecconi

Marco Cecconi

di Marco Celestino Cecconi
Consigliere comunale di FdI-An a Terni

Dopo aver definito, a suo tempo, i debiti che hanno portato il Comune al predissesto e le conseguenti scelte da assumere per ripianarli come una “opportunità”, adesso il sindaco contrabbanda il depotenziamento dei due assessori indagati nell’ambito dell’ “Operazione-Spada” come un omaggio alle ragioni della legalità.

E, come se non bastasse, accusa le opposizioni di derive antidemocratiche e rifiuto del confronto, a proposito delle manifestazioni di protesta che hanno segnato l’ultima seduta del consiglio comunale. Nei suoi panni, date le circostanze, arrampicarsi sugli specchi e tentare qualche improbabile gioco di prestigio con le parole, magari, è persino comprensibile. Ma resta il fatto che mistificare la realtà non è accettabile.

Se c’è qualcuno che in consiglio comunale, lunedì scorso, ha rifiutato il confronto, è esattamente la maggioranza che sostiene il sindaco. Una maggioranza che, prima, ha respinto in blocco la nostra richiesta di discutere subito – dopo le comunicazioni di Di Girolamo sulle indagini – un atto di indirizzo con il quale chiedevamo proprio, a titolo cautelare ovvero a garanzia della terzietà delle istituzioni, che venissero sollevati dall’incarico i due assessore raggiunti da avvisi di garanzia, oltre che dirigenti e funzionari a loro volta ‘avvisati’. E dalle cui fila, poi, si sono levati insulti e attacchi personali che noi, pur da avversari, non ci saremmo mai sognati neanche di pensare.

Manifestazioni, queste sì, di antidemocratico arroccamento a difesa di una cittadella assediata non certo da legittime reazioni di protesta, quanto piuttosto dalle inchieste in corso, oltre che dai milioni di buco in bilancio colpevolmente accumulati in questi anni.

Quanto al “depotenziamento” di Piacenti D’Ubaldi e Bucari, si tratta neanche a dirlo della scelta più inutile e farisaica mai assunta in frangenti simili: una scelta che semmai è l’emblema di un pervicace attaccamento al potere e alla poltrona, che nulla aggiunge alle ragioni della trasparenza, figlia di quella politica delle operazioni di facciata e delle chiacchiere a vuoto, a cui purtroppo questa Amministrazione tenta di abituarci da sempre, somministrando a piene mani il bromuro delle futili apparenze. Peccato (al di là di qualunque altra valutazione di merito) che questo sia ‘solo’ il terzo rimescolamento di deleghe nel giro di poche settimane: a suggello della fotografia di una giunta allo sbando e di una città senza governo.

Per noi, lo ripetiamo ancora una volta, assessori e dipendenti indagati e chi altro risultasse direttamente o indirettamente coinvolto nell’inchiesta, sono tutti penalmente innocenti fino a sentenza contraria. Ma il giudizio di responsabilità politica prescinde, precede e va oltre qualunque “Operazione-Spada”. Ed è un giudizio che dovrebbe comportare, ad essere intellettualmente onesti, l’unica conseguenza obbligata delle dimissioni, dal sindaco in giù: altro che depotenziamenti e rimescolamenti di deleghe. Di Girolamo si rassegni: questa volta la città non si lascerà narcotizzare dal bromuro delle operazioncine di facciata.

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