Terni, albanese ucciso: immigrati polemici

La presidente della ‘Consulta’ infuriata per la scarcerazione dei ternani. L’assassino di Oltjan Nela ha presentato istanza al Riesame. Il legale: «Non esiste alcun pericolo di fuga»

Condividi questo articolo su

Durissima e destinata a far discutere – perché viene da Maria Hotico, presidente della Consulta per l’integrazione – la presa di posizione sucessiva alla scarcerazione dei tre ternani protagnisti della tragica notte culminata con l’accoltelamento mortale di Oltjan Nela, il giovane albanese ucciso da via Piemonte.

Il ‘post’ «Chi sa come mai non mi meraviglio affatto. Vergogna, vergogna, vergogna!!!! Rissa agravata??? Mi viene da ridere – ha scritto Maria Hotico su Facebook – ma se povero cristiano è morto non sarà concorso in omicidio??? Che schifo di ‘giustizia italiana’. Se fossero stati tutti e 4 stranieri col cavolo che uscivano. Non prendiamoci per il culo!!!! Un ragazzo che aveva tutta la vita davanti è stato ucciso ma nessuno ne parla … Fate pena … amate solo voi stessi …».

La richiesta Mariel Mjeshtri, il 19enne albanese che ha accoltellato a morte il coetaneo, e connazionale, Oltjan Nela – deceduto dopo quasi due giorni di agonia in ospedale – intanto chiede di uscire dal carcere. Il suo legale, l’avvocato Massimo Proietti, ha infatti depositato l’istanza di scarcerazione al tribunale del Riesame. La decisione dovrebbe arrivare entro la fine dell’anno. Il giovane è accusato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi.

Oltjan Nela, la vittima dell'accoltellamento in via Piemonte 3

Oltjan Nela, la vittima

OLTJAN NELA PICCHIATO ‘A SANGUE’

Gli argomenti Nell’atto l’avvocato Proietti parte dal presupposto il gesto sia stato compiuto come ‘legittima difesa’: «La rissa non contempla questo aspetto – dice – a meno che non avvenga qualcosa di imprevedibile, rappresentato in questo caso dal possesso, da parte della vittima, di un coltello lungo 15 centimetri. Questo ha portato ad una reazione come lo stesso Mjeshtri ha spiegato alla polizia. Circa la sua pericolosità sociale, mi limito ad osservare che il coltellino faceva parte di uno dei tanti gadget multiuso che molti tengono nel portachiavi, proprio come il mio assistito». Il 19enne era stato arrestato insieme ad altre tre persone, poi scarcerate, nelle ore immediatamente successive il grave fatto di sangue.

OMICIDI A TERNI, UN 2015 ‘NERO’

Pericolo di fuga Secondo il legale è da escludere qualsiasi ipotesi di fuga perché «Mariel Mjeshtri si è subito messo a disposizione dell’autorità giudiziaria, ha fatto trovare il coltello usato, ha immediatamente spiegato l’accaduto in questura, dicendo di essersi solo difeso». Per l’avvocato Proietti, in pratica, «la misura degli arresti domiciliari è coerente non solo con la linea tenuta dall’autorità giudiziaria su altri fatti decisamente più gravi avvenuti a Terni negli ultimi mesi, ma anche con l’età del mio assistito e l’effettiva portata del fatto, qualificabile come omicidio ‘preterintenzionale’ e certamente non ‘volontario’».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli