Terni, Pd: il segretario e la conta dei ‘renziani’

Intanto un gruppo di iscritti lancia la sua campagna: «Vogliamo un Pd più di sinistra»

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La presa di posizione è chiara. Secondo loro – che vogliono «costituire un’area politico-programmatica che fa riferimento ai valori della sinistra riformista», all’interno del Partito democratico di Terni – il rischio che il partito corre è quello di una «deriva ‘centrista’ che sta puntando a creare ‘il Partito della Nazione’ snaturando, a nostro avviso nei fatti, le ragioni fondative del Pd».

La riunione E così si stanno organizzando per il17 settembre, alle 17: in un albergo cittadino daranno vita ad un’iniziativa «alla quale parteciperà – spiegano – il compagno Roberto Speranza e nella quale si parlerà di ‘Fisco, uguaglianza, crescita; le ragioni della sinistra Pd; le ragioni per una sinistra nel Pd’».

PARLA LA ‘SINISTRA RIFORMISTA’ – INTERVISTA A EMIDIO GUBBIOTTI

I ‘flussi’ Una cosa nella quale i nipotini del fu Pci sono ancora bravi è la valutazione dei così detti ‘flussi elettorali’, cioè lo spostamento delle preferenze. Ebbene, stando a quanto hanno elaborato, la faccenda sarebbe molto meno chiara di come – un po’ tutti – l’abbiamo descritta.

I voti Già, perché tra i 38 che hanno votato per Fabio Narciso, ci sarebbero 24 iscritti che all’ultimo congresso del Pd votarono per Matteo Renzi, 13 che votarono Gianni Cuperlo (i così detti ‘breghiani’) e 2 cuperliani estremi (la ‘sinistra dem’ di oggi). Tra i 79 che, invece, hanno votato per Jonathan Monti, contribuendo alla sua elezione a segretario, sempre stando alle ‘categorie’ riconducibili al congresso, non ci sarebbero solo i fedeli a Gianluca Rossi e Leopoldo Di Girolamo, ma che 32 ‘renziani’ (più di quelli che hanno votato il candidato definito ‘renziano’ da chi lo sosteneva), 40 ‘giovani Turchi’ e 6/7 ‘bersaniani’.

‘Renziani’ chi? Insomma, se questa ricostruzione è veritiera, ci sarebbero più ‘renziani’ tra gli elettori di Monti – va ricordato, en passant, che Fabio Paparelli, renziano della prima ora e da sempre considerato il ‘terminale’ ternano della componente che fa riferimento al premier, stava proprio dalla parte del neo segretario – che tra quelli che hanno votato per Narciso, che poteva contare – otre che, pare, della benedizione del segretario regionale, Giacomo Leonelli – anche sull’appoggio del presidente di Asm, Carlo Ottone.

Il futuro Già, perché secondo qualcuno, il passaggio che ha portato Brega (e il suo referente superiore, il sottosegretario Gianpiero Bocci) e i suoi a scegliere di stare dalla parte sbagliata – quella che ha perso – altro non sarebbe che una tappa di avvicinamento, la prima di una serie, a quella che sarà la scadenza vera: quella che porterà all’elezione del sindaco di Terni nel 2019. Sì, ma in questo modo, uno poco pratico, in questo bailamme rischia di perdersi. E gli elettori, pure.

 

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