Terni: «Provincia sull’orlo del baratro»

Aria pesante a palazzo Bazzani: il dissesto finanziario è un’ipotesi reale. Nodo personale

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Un ente alla canna del gas. È la Provincia di Terni, che rischia concretamente il dissesto finanziario e quindi il commissariamento. Il ‘buco’ previsto per il 2015 ammonta a 9 milioni e 624 mila euro e il futuro si preannuncia ancora più cupo: nel 2016 il ‘rosso’ potrebbe sfiorare i 17 milioni di euro e per l’anno successivo si parla addirittura di 22,5 milioni. Roba da bancarotta, o quasi.

PROVINCIA IN ‘ROSSO’: PARLA IL PRESIDENTE

Si invertono le parti «Se in tre anni il Governo taglia oltre 7,4 miliardi – spiega il presidente della Provincia, Leopoldo Di Girolamo – queste non possono che essere le conseguenze. Siamo arrivati al punto in cui non è più lo Stato che finanzia gli enti locali e il loro funzionamento, ma il contrario. Questo vale per le Province, che non possono più contare su 1,8 miliardi di entrate dirette, oggi prelevate dallo Stato, e anche per i Comuni con l’Imu».

Deficit ‘inevitabile’ Di Girolamo difende il lavoro fatto dalla sua amministrazione e da quella precedente, guidata da Feliciano Polli: «Nel 2014 la Provincia di Terni è riuscita a rispettare il patto di stabilità, con un rapporto fra personale e dirigenti fra i più bassi in Italia. Malgrado i risparmi, si è arrivati nel 2015 ad un ‘rosso’ pesante – 9 milioni e 624 mila euro – maturato solo con le spese per i servizi resi ai cittadini e gli stipendi del personale. In queste condizioni, non si può più andare avanti».

Nodo personale «La legge obbliga a tagliare gli organici del 50%. Attraverso l’osservatorio regionale, che verrà convocato nel corso della prossima settimana, stiamo lavorando perché questo percorso si chiuda con la ricollocazione del personale in Regione, ma anche all’interno delle ‘partecipate’ e delle agenzie regionali. Il personale a disposizione è estremamente qualificato e competente, anche per questo merita di essere utilizzato al meglio. In questo contesto resta la difficoltà dei Comuni nell’assorbire gli esuberi, per ragioni finanziarie ma anche per una difficile collocazione, è il caso delle polizie provinciali, nell’ambito delle funzioni dell’ente».

A un passo dal dissesto Dal 2008 ad oggi, le Provincie italiane hanno accumulato crediti per 1,8 miliardi di euro nei confronti dello Stato. «A quella di Terni spetta 1 milione e 778 mila euro per il 2015 e circa 11 milioni di trasferimenti per l’anno successivo. Parlare di dissesto finanziario, in questo contesto, è realistico. La stessa Corte dei Conti, però, è stata chiara nell’individuare le responsabilità: se tutto ciò accadrà, sarà dovuto in primis alle normative emanate dallo Stato». Il bilancio di previsione 2015 dovrà essere approvato entro il 31 luglio: «Proprio per questa situazione il Governo potrebbe accettare, in deroga a qualsiasi normativa, l’approvazione di bilanci in passivo. L’alternativa è il blocco totale delle attività: da quelle di routine, fino alle manutenzioni di strade e scuole». E a quel punto, agli amministratori, non resterebbe altro da fare che dimettersi.

Sindacati Giovedì mattina l’assessore regionale alle riforme Antonio Bartolini ha incontrato le organizzazioni sindacali – Cgil, Cisl, Uil e Direl – e le Rsu delle due province di Perugia e Terni per analizzare lo stato di emergenza degli enti. I sindacati hanno ribadito le due condizioni essenziali per procedere con l’attuazione della legge di riordino istituzionale: che non si verifichino esuberi di personale, tenendo conto anche dei lavoratori precari dei centri per l’impiego, e che ogni step di attuazione della riforma sia seguito e valutato da un coordinamento permanente fra la giunta e le stesse organizzazioni sindacali, insieme alle Rsu. L’assessore Bartolini ha annunciato che nell’assestamento di bilancio previsto per settembre potrebbero essere reperite risorse aggiuntive, mentre rimangono aperte le problematiche relative alla polizia provinciale e ai centri per l’impiego, aggravate dalle recenti decisioni contenute nel decreto legge sugli enti locali.

Forza Italia «La riforma delle province ha solo aumentato la confusione e la precarietà nei servizi e nel lavoro». Il consigliere provinciale Sergio Bruschini (Provincia Civica – Fi), critica le scelte del governo e lancia l’allarme su personale e servizi al cittadino. «L’esecutivo – spiega Bruschini – ha dimezzato il numero dei dipendenti delle province ma anche dimezzato le risorse per pagare loro gli stipendi. Le casse sono praticamente vuote ma anche la Regione e i Comuni, che dovrebbero assumere parte del personale in esubero, non se la passano affatto bene». Critiche anche al nuovo decreto enti locali: «Ci si aspettava un aiuto per reperire le risorse necessarie ad attuare il piano di ricollocamento del personale. La delusione è ancora più grande in quanto, al di là di alcune operazioni contabili di attenuazione sul Patto di stabilità, non prevede alcuna risorsa economica aggiuntiva».

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