Terni, Sandro Bellini: ricerche nei due laghi

Si allarga ai bacini di Ventina e Piediluco il raggio di azione della task force. Gli inquirenti ricostruiscono la vita privata del 53enne

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Anche il sesto giorno di ricerche è andato in archivio con un nulla di fatto e, ormai, le speranze di ritrovare Sandro Bellini in vita sono ridotte ad un lumicino che alberga più nella comprensibile angoscia dei familiari che nell’oggettività dei fatti. Vero è che tracce non ce ne sono, ma quasi tutto lascia pensare che non si sia allontanato volontariamente né che possa essersi tolto la vita. A partire dalla sua Chevrolet Kalos data alle fiamme fra i boschi di Marmore, con tanto di fascine – chissà se recuperate sul momento o preparate in precedenza – da usare per far ardere l’auto in modo da cancellare più tracce possibili. Non tutte forse.

I due laghi Lunedì pomeriggio in prefettura la task force coordinata dall’ufficio del Governo ha fatto il punto della situazione sulle operazioni in corso nella zona fra Marmore e Piediluco, dove il telefono cellulare dell’uomo – e da cui, forse, era stato già separato da qualcuno – ha funzionato per l’ultima volta. E la decisione è stata quella di andare a verificare, anche con il supporto dei sommozzatori, i due bacini principali della zona – il lago di Piediluco e quello di Ventina – mantenendo comunque anche le attività ‘su terra’. Al tavolo, oltre ai carabinieri titolari dell’indagine, c’erano polizia di Stato, vigili del fuoco, soccorso alpino e speleologico, polizia provinciale, forestale, croce rossa e Comune di Terni.

L’indagine Non è un mistero però che la vera indagine è quella coordinata dal pm Tullio Cicoria e che vede impegnati tanto il comando Compagnia quanto il Nucleo investigativo dell’Arma ternana. Se da un lato non si vuole tralasciare alcuna ipotesi, dall’altro esiste una direzione precisa in cui gli inquirenti stanno procedendo. Cercando di ricostruire la vita privata di Sandro Bellini e approfondendo, con testimonianze e non solo, relazioni, rapporti, contatti intercorsi. Tutti, amici e colleghi, descrivono il 53enne come una persona tranquilla, a posto e senza ‘ombre’. Tutto vero, così come è vero che i suoi comportamenti, specie quelli più recenti – dall’accensione di un mutuo per acquistare la casa di via Rosselli fino ad aspetti apparentemente più marginali, come revisionare l’auto o organizzare una gita con i familiari – non lasciano spazio ad ipotesi quali il suicidio. Ed allora, in assenza di altre piste, quella più battuta dai militari non può che interessare la sua vita privata e le relazioni affettive costruite nel tempo.

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