Terni, Usi: «Il sindaco deve dare risposte»

Enrico Melasecche (I love Terni): «Non accetteremo decisioni a scatola chiusa»

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di Enrico Melasecche
Consigliere comunale lista civica ‘I love Terni’

Venerdì mattina in III Commissione sono stato costretto a porre all’Assessore Piacenti tutta una serie di gravissime perplessità in merito alla tristissima conclusione di questo scatola chiamata USI con cui prima Raffaelli, poi Di Girolamo hanno nascosto alla città le pesanti responsabilità che avendo mantenuto in piedi una società creata in
emergenza per ragioni puramente politiche, raffazzonata alla meno peggio, tenuta in piedi di anno in anno con una sorta di sondino in accanimento terapeutico, facendo nè gli interessi del personale, men che meno quello dei ternani tutti.

1)- non è possibile pretendere che il consiglio comunale voti la liquidazione dell’USI, analogamente a come è stato assassinato l’ISRIM, senza che il Sindaco risponda sulla fine che faranno i dipendenti, tutti, dal primo fino all’ultimo;

2)- chiediamo che lunedì mattina vengano auditi tutti i dipendenti USI prima di procedere con qualsiasi decisione unitamente agli amministratori USI ed ai revisori dei conti voluti tutti personalmente dal sindaco;

3)- chiediamo trasparenza, quindi intendiamo esaminare il bilancio consuntivo 2014 dell’USI e la situazione finanziaria effettiva ad oggi con le perdite accumulate che sembra ammontino a milioni di euro di cui dovranno farsi carico i cittadini di Terni;

4)- nel caso dovessimo rilevare responsabilità chiediamo che gli amministratori nominati dal sindaco, con i consueti criteri di amicalità politica, e gli stessi revisori dei conti, vengano chiamati a risponderne, se necessario attivando un’azione di responsabilità nei loro confronti perché non è più possibile che a Terni la città, in enorme difficoltà anche di bilancio, debba farsi carico di gestioni vergognosamente in perdita, così è accaduto per le farmacie, così per la notevole riduzione di potenzialità ed utili con ASM, Umbria Energy, ecc.;

5)- non è accettabile che vengano nominati liquidatori, con parcelle previste dalla legge ben remunerative, personalmente dal sindaco, con criteri anche qui quasi sempre di spartizione clientelare; chiediamo viceversa che vengano trattati i compensi al minimo e sopratutto, a garanzia della massima trasparenza e di garanzia per il personale (vista la fine drammatica che il sindaco ha fatto fare ai 35 dipendenti ISRIM) che sia l’opposizione a nominare uno dei liquidatori perchè tutto avvenga alla luce del sole;

6)- l’incertezza nel passaggio delle funzioni di recupero dei crediti da Equitalia all’USI, sta facendone perdere altri milioni di mancati recuperi nel corso del 2015, cifre che emergeranno sicuramente nel bilancio consuntivo del Comune del 2015, ben oltre le perdite fin qui accumulate dall’USI, tenute fin qui all’oscuro da questa amministrazione, neanche minimamente citate nella delibera che di cui si chiede l’approvazione.

Non accetteremo a scatola chiusa decisioni assurdamente contrarie alle assicurazioni che sull’USI erano state date ufficialmente dal sindaco e dall’Assessore fino a pochi mesi fa. Non accetteremo soluzioni pasticciate come appaiono quelle in corso, facendo confluire in Terni Reti, società che ad oggi non ha la struttura, le capacità, nè le certezze che l’intera città pretende se non dopo aver avuto chiarimenti ed impegni scritti perché troppe parole al vento sono state fin qui utilizzate cui hanno fatto seguito decisioni opposte.

Sto predisponendo un atto di indirizzo, aperto alla collaborazione di tutti i consiglieri di opposizione ma anche, volendo, di maggioranza, che imponga alla giunga serietà di comportamenti, certezza di percorsi, garanzie per il personale da riqualificare e motivare adeguatamente, improntando il tutto alla efficienza ed al merito.

Quando gli amministratori nominati dal sindaco producono perdite ne devono rispondere e ne deve rispondere lo stesso sindaco che rappresenta nell’assemblea dell’USI il 96% della proprietà con il 4% della Regione. La battaglia che si è aperta non fa presagire un percorso banale come quello auspicato in conferenza dei capigruppo dal PD, ma serio come seria, molto seria, è la situazione che emerge, confermando critiche ben motivate che da anni abbiamo formulato.

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