Nove arresti a Terni: i nomi e i luoghi di uno spaccio senza sosta

L’operazione ‘Mastro birraio’ dei carabinieri del nucleo investigativo ha portato alla luce un sodalizio fra ternani e nordafricani. E tanti clienti

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Un’indagine antidroga iniziata nel settembre del 2019, conclusa con nove arresti – cinque cittadini nordafricani e quattro italiani – ed un totale di dodici persone indagate. È quella, ribattezzata ‘Mastro birraio’, condotta dai carabinieri del nucleo investigativo del reparto operativo di Terni, coordinata dal procuratore Alberto Liguori e dal sostituto Matthias Viggiano. I dettagli sono stati illustrati mercoledì nel corso della conferenza stampa convocata presso il comando provinciale dell’Arma di Terni, alla presenza del comandante provinciale Davide Rossi, del comandante del nucleo investigativo Giuseppe Nardò e dello stesso Liguori.

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I parchi sempre al centro dello spaccio

Nel corso dell’indagine, che ha portato alla luce un consistente traffico di droga – eroina, cocaina e hashish -, poi spacciata al dettaglio sul territorio di Terni, i carabinieri hanno documentato oltre 250 cessioni di sostanze stupefacenti, messe in atto da spacciatori anche minorenni e fondate su un mercato, quello di Terni, dove la richiesta si mantiene molto alta. Sotto la lente dell’Arma, oltre ai dialoghi fra i soggetti coinvolti, intercettati, anche ciò che è avvenuto a più riprese in alcune zone e aree verdi cittadine, luoghi utilizzati dai coinvolti per cedere droga. Come la ‘zona Capri’ – ovvero il ponte che, nel quartiere di Santa Maria Maddalena, si trova alle spalle degli impianti Ast -, il parco di viale Trento, il parco Rosselli (chiuso da tempo ma non a chi spaccia), il percorso ciclopedonale lungo il fiume Nera in zona San Martino, i giardini sempre lungo il fiume che si trovano fra ponte Allende e via del Cassero, lato via XX Settembre ed un’attività commerciale di via Pastrengo.

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I nomi per la droga e le città per rifornirsi

Il nome dell’indagine ‘Mastro birraio’ prende le mosse dalle definizioni che il gruppo dava alla droga, per cercare di sfuggire all’occhio (e soprattutto all’orecchio) attento degli investigatori. Così la cocaina diventava ‘birra’, l’hashish ‘cioccolata’ e poi nomi femminili: ‘Roberta’ per l’eroina e ‘Cristina’ come altro sinonimo della cocaina. Un sodalizio, quello scoperto da carabinieri e procura, con solide radici a Terni e in grado di rifornirsi costantemente di droga da alcune città più e meno limitrofe: Avezzano e Celano in provincia de L’Aquila, l’immancabile Roma ed anche Pisa, in Toscana.

Chi sono gli arrestati

Le misure cautelari chieste dalla procura e disposte dal gip Simona Tordelli, sono state eseguite nella notte fra lunedì e martedì. In carcere ci sono finite sei persone: il 33enne tunisino Said Mounir Aouled , il 35enne folignate Luca Lodovisi, il 47enne ternano Massimo Spadini, il 30enne marocchino Moussa Souki , il connazionale 29enne Jawad El Hasbi ed il 49enne ternano Daniele Barbanera. Gli arresti domiciliari sono invece scattati per il 48enne Claudio Natalizi, il 27enne del Marocco Gueddad Moncif e il connazionale 43enne Abdelmajid Zennane. Indagati a piede libero un togolese di 29 anni, un sudanese di 33 ed un ternano di 25 anni. Fra i legali difensori figurano gli avvocati Francesco Mattiangeli, Massimo Proietti, Donatella Panzarola, Federica Bigi, Doriana Succhuarelli. Interrogatori di garanzia, per gli arrestati, a partire da giovedì.

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