Accoglienza migranti: «Possiamo fare di più»

Terni, un convegno di Anci Umbria, per fare il punto sul progetto Sprar e del nuovo accordo con il Governo che rende il percorso «più chiaro, preciso e vantaggioso per i Comuni»

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di Fra.Tor.

Il progetto Sprar, ovvero il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, che in questi anni «ha dato risposte molto positive» e il nuovo accordo Governo-Anci che rende il percorso di accoglienza «più chiaro, preciso e vantaggioso per i Comuni». Sono stati questi i temi trattati lunedì pomeriggio nella sala consigliare della Provincia di Terni, durante il convegno ‘Immigrazione: Accoglienza diffusa modello di governance locale -Stato, Regione e Comuni a confronto’, organizzato da Anci Umbria.

Il nuovo accordo Governo-Anci «Siamo alla vigilia dell’applicazione del nuovo Protocollo Governo-Anci sull’accoglienza, che prevede dei criteri e delle novità importanti – ha sottolineato il presidente di Anci Umbria, Francesco De Rebotti -, ovvero la parametrazione del numero di accoglienze sul territorio rispetto alla densità demografica del Comune, con dei numeri certi, fissi e che non cambieranno nel tempo». Oltre a questo «anche l’opportunità per i Comuni che aderiranno di veder riconosciuti dei vantaggi dal punto di vista economico e formale da parte del Governo e, parametri differenti per coloro che non aderiranno. Perché l’accoglienza se diffusa e se presa in carico da tutti i territori del nostro Paese, avrà sicuramente un peso minore da distribuire rispetto a quello attuale». Con il Protocollo «vengono, inoltre, stabiliti dei principi importanti che nella provincia di Terni abbiamo già sperimentato, attraverso un Protocollo con la Prefettura che prevede l’impiego di questi nostri ospiti in progetti di decoro urbano che da adesso in poi sarà contenuto all’interno dello schema nazionale». Per De Rebotti «sta cambiando il sistema e con questo accordo Governo-Anci le cose saranno sicuramente molto più chiare, precise e vantaggiose per i Comuni».

«Organizzazione» Il fenomeno dell’immigrazione «ormai caratterizza le nostre città», ha spiegato Matteo Biffoni, sindaco di Prato e delegato immigrazione e politiche per l’integrazione Anci. «E’ una questione da gestire, ci si interviene sulla scuola, sulle politiche di immigrazione culturale, sulla risoluzione dei conflitti, cose che ormai riguardano la vita di tutti noi, delle nostre città e delle nostre aziende. Nel frattempo, però, è arrivata l’emergenza profughi che è una cosa diversa, completamente differente da quella che siamo abituati a fronteggiare». Per Biffoni, questo è un tema che «purtroppo ci riguarderà ancora per un po’ di anni, tutti noi ne faremo volentieri a meno, al di là delle sensibilità di ognuno, però proprio per rispetto delle comunità che accolgono, è necessario organizzarci. C’è bisogno che fra lo Stato centrale, i prefetti e i Comuni ci sia un patto di ferro, linearità nei rapporti, numeri precisi, risorse economiche e che ci sia la possibilità di progetti organizzati con operatori seri, strutturati che danno risposte in termini di gestione dei centri aperti nei territori. Così possiamo darci un’organizzazione, altrimenti rischiamo di non farcela. Il sistema Sprar, in questi anni, ha dato delle risposte positive, dobbiamo fare in modo, però, che diventi sempre più diffuso possibile».

L’INTERVISTA A GIULIO CHERUBINI – IL VIDEO

Condivisione territoriale La situazione in Umbria, secondo Giulio Cherubini, coordinatore della consulta per l’immigrazione Anci Umbria, «credo risponda a quel principio di condivisione territoriale, cioè di partecipazione di tutti i territori al sistema di accoglienza. Dobbiamo proiettarci verso una strutturazione progettuale con il sistema Sprar, che è anche l’indicazione che Anci sta dando ai Comuni della regione Umbria. Devo dire che negli ultimi due anni c’è stata una crescita nella capacità di accoglienza da parte dei Comuni che integrano progetti all’interno delle loro comunità con la capacità di dare strumenti di coesione».

Il progetto Sprar «è finanziato dal Ministero dell’interno tramite il fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo – ha ricordato Riccardo Ducci, responsabile progetti Sprar Umbria – e prevede l’accoglienza e la tutela dei richiedenti asilo, dei rifugiati e dei migranti che sono soggetti ad altre forme di protezione umanitaria. I servizi di accoglienza comprendono l’inserimento in strutture di piccole dimensioni, l’erogazione di buoni spesa per il vitto, l’orientamento ai servizi del territorio, il supporto di un mediatore linguistico e la facilitazione nell’accesso ai servizi socio-sanitari ed educativi. I servizi di integrazione riguardano, invece, l’orientamento al lavoro, l’inserimento in corsi di formazione, di riqualificazione professionale e un supporto nella ricerca lavoro e casa». Al momento in Umbria «sono 11 gli Enti locali titolari del progetto: Gubbio, Perugia, Panicale, Foligno, Todi-Marsciano, Castel Ritaldi, Massa Martana, Spoleto, Terni, Narni e Montefranco. 15 i progetti di cui 10 per categorie ordinarie, 3 per minori non accompagnati e 2 per persone con disagio mentale o disabilità. I posti di accoglienza sono, invece, 440 di cui 400 per categorie ordinarie, 29 per minori non accompagnati e 11 per persone con disagio mentale o disabilità».

I numeri Ai prefetti di Terni e Perugia è spettato il compito di fornire un po’ di numeri sull’accoglienza. Il prefetto di Terni, Angela Pagliuca, ha fatto sapere che «al momento in 80 strutture in 15 comuni della provincia di Terni sono accolte 819 persone: 615 in strutture temporanee e 204 con il progetto Sprar. Il 54% delle presenze sul territorio è così suddiviso: 28% provenienti dalla Nigeria, il 14% dal Gambia e il 12% dal Senegal». Il prefetto di Perugia, Raffaele Cannizzaro, ha reso noto invece che «nella provincia di Perugia sono 240 le persone ospitate con il progetto Sprar, mentre 2125 in strutture temporanee».

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