Arrestato ad Amelia: «A capodanno il primo ‘tiro’ poi l’inferno. Ma rinascerà grazie al coraggio dei genitori»

Parla l’avvocato del 21enne finito in comunità

Condividi questo articolo su

L’interrogatorio di garanzia si è tenuto giovedì in tribunale a Terni e il giudice Chiara Mastracchio ha confermato la misura disposta dal gip, ovvero gli arresti domiciliari presso una comunità di recupero. Un provvedimento non solo atteso, probabilmente, ma anche invocato dal legale difensore del 21enne di Amelia – l’avvocato Luca Leonardi – arrestato nei giorni scorsi dai carabinieri per una serie di maltrattamenti messi in atto negli ultimi mesi ai danni dei genitori. All’origine delle condotte, diventate via via sempre più esasperanti e brutali, ci sarebbero le dipendenze del giovane: alcol e soprattutto cocaina. Lo stesso avvocato ha deciso di intervenire «per riportare la questione in un alveo di verità. Perché troppe ne abbiamo lette sui social, anche offese e pesanti attacchi a questo ragazzo che ha solo 20 anni, soprattutto da parte di chi nulla sa».

Amelia: alcol e droga distruggono la vita sua e dei genitori. Agli arresti in comunità

«Una famiglia coraggiosa che ha scelto di non far finta di nulla»

«Intanto mi preme dire che questa misura, gli arresti domiciliari in comunità, è stata invocata dagli stessi familiari del mio assistito – spiega l’avvocato Leonardi -. Stanchi della situazione ma soprattutto convinti che solo attraverso un adeguato percorso di recupero, sia possibile restituirlo alla vita. Non stiamo parlando di un delinquente abituale, ma di un giovane come tanti altri che, a causa di una serie di concomitanti eventi sfortunati, ha visto crollare le sue certezze, rimanendo vittima delle sue stesse fragilità. Accanto a lui c’è una famiglia esemplare che, invece di far finta di nulla, ha scelto di affrontare il problema nell’unico modo possibile, con un atto di grandissimo coraggio, chiedendo aiuto all’autorità giudiziaria. Un atto che è costato loro tantissimo dolore».

L’avvocato Luca Leonardi

La prima sniffata e poi il baratro

Il legale torna alle origini del dramma: «Fino a poco più di un anno fa è stato un ragazzo impeccabile, dedito allo studio, allo sport. Poi, complici alcune compagnie non proprio raccomandabili, in occasione del capodanno del 2021 ha ‘sniffato’ per la prima volta la cocaina. Da lì è partita la sua discesa che lo ha portato a non fare più nulla, se non diventare sempre più dipendente da questa sostanza».

«Consapevole che è l’unica strada»

«Il 2022 – prosegue l’avvocato del 21enne – è stato un anno a dir poco difficile. Ora c’è stato l’arresto ed è iniziato, in maniera sì forzata ma pure un po’ consapevole, questo percorso di recupero. Dico consapevole perché, se i primi due giorni in comunità ha pianto di continuo, poi si è gradualmente calmato. E mi ha fatto capire di essere cosciente che questa è l’unica strada per uscire dalla droga. Non dico che tutti debbano essere dalla sua parte ora, e i familiari lo sono senz’altro, ma almeno che non lo si bersagli con insulti e offese senza senso. Devo dire che personalmente mi ha colpito molto che la maggior parte dei commenti provengono da genitori di figli che hanno più o meno l’età del mio assistito, evidentemente troppo sicuri che a loro certi problemi non capiteranno mai».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli