Assalto da 50 mila euro a ‘Risparmio Casa’: si indaga in Alto Tevere

La banda ha agito con la stessa tecnica messa in atto in altri punti vendita del centro Italia

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di Giovanni Cardarello

Una brutta sorpresa ha accolto nei giorni scorsi i dirigenti, gli impiegati e i lavoratori del punto vendita ‘Risparmio Casa’ di via Rodolfo Morandi a Città di Castello (Perugia), uno dei più grandi di tutta l’Umbria, circa 2.500 metri quadrati di superficie commerciale e aperto appena lo scorso 16 febbraio.

La brutta sorpresa si è palesata sotto forma di furto con scasso. Un furto il cui bottino è stimato in circa 50 mila euro, oltre ai danni relativi ad un muro portante della struttura, forato dai malviventi, ai sistemi di allarme e non ultimo alla cassaforte aziendale.

Secondo le prime ricostruzioni, riportate con dovizia di particolari da Il Corriere dell’Umbria, ad agire sarebbe stata una banda di professionisti che, con l’aiuto di un basista, avrebbero agito con destrezza e precisione andando a colpo sicuro. Tanto su un lato del punto vendita, dove è stato praticato il foro di ingresso, quanto nel raggiungere i locali dove era presente la cassaforte, per non tacere dell’intervento sui sistemi di allarme inibiti con una tecnica informatica molto raffinata.

Ed è proprio questo elemento a far pendere la bilancia in direzione di una banda di professionisti. Dei veri e proprio pendolari del furto con scasso. In altri due ‘assalti’ a grandi magazzini di prodotti per la casa, commessi nei giorni scorsi nel centro Italia, il sistema di allarme sarebbe stato manomesso nello stesso identico modo. Mentre in un terzo caso, a Latina, sempre in un punto vendita Risparmio Casa, un cittadino ucraino è stato colto in flagranza di reato e condotto in carcere a Velletri.

Il possibile collegamento fra i vari furti è al vaglio degli inquirenti i quali, già da qualche giorno, stanno componendo il quadro con l’ausilio dei video della sorveglianza di Risparmio Casa e del comune di Città di Castello. In particolare quelli che puntano in direzione della superstrada E45 e della Apecchiese, le due arterie stradali verso le quali, verosimilmente, si sono diretti i componenti della banda di professionisti dopo il colpo.

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