Ast, le rsu lanciano il ‘contro questionario’

Terni, dopo la vittoria del premio sulle risorse umane le rsu sbottano: «Atteggiamento aziendale ben diverso rispetto a quanto pubblicizzato. Facciamo noi un’indagine»

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È di pochi giorni fa l’annuncio della vittoria, da parte di Ast, del premio Aidp Award grazie al programma di change management ASTory – per «un’azienda globale, orientata al cliente, innovativa, affidabile e ispirata dalla passione delle sue persone» -, un riconoscimento che non è passato inosservato dalle parti delle rsu, che ora tracciano un quadro della situazione, a loro parere, totalmente diverso all’interno dello stabilimento.

THYSSENKRUPP AST: «LAVORATORI CONTENTI»

Altra visione I rappresentanti di fabbrica annunciano l’intenzione di promuovere una sorta di contro-indagine interna, diffondendo «un questionario che rappresenti senza alcun tipo di condizionamento, la reale percezione di coinvolgimento, di senso di appartenenza e dei valori condivisi come azienda globale di tutti i lavoratori operai impiegati e quadri» . Questo perché le rsu prendono atto dei dati forniti dall’azienda, ma sottolineano che «anche dopo una recente e capillare tornata assembleare con tutti i lavoratori, operai, impiegati e quadri, molte delle questioni emerse e dibattute vanno in tutt’altra direzione».

Due direzioni diverse «La soddisfazione dei lavoratori, per quanto ci riguarda – scrivono in una nota -, deve passare su dei livelli di concretezza che ne gratifichi aspetti professionali ed economici. Da un lato c’è un azienda che fa emergere e pubblicizza all’esterno una rinnovata immagine, dall’altro registriamo quotidianamente un atteggiamento della direzione aziendale che va nella direzione opposta».

L’invito all’azienda da parte delle stesse rsu «se veramente vuole raggiungere gli obiettivi che si è giustamente prefissata di conquistare oltre a dei premi simbolici , quote di mercato che diano reale prospettiva e futuro al sito». Da qui anche la richiesta ai vertici di dare la propria disponibilità «ad un confronto vero sull’organizzazione del lavoro e su tutte le questioni procedurali inerenti funzioni, ruoli e responsabilità che riguardano impiegati e quadri anche al fine di poter meglio garantire gli assetti occupazionali ed economici senza dover continuamente chiedere sacrifici ai soliti lavoratori». Nel mirino finisce infine «il ricorso all’utilizzo di costose consulenze, di cui – concludono le rsu – avremmo la curiosità di poter avere effettivi riscontri in termini di risultati».

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