Ceneri dalla Liguria: «Scavate sotto al Curi»

Il caso ‘Terra dei fuochi’ umbra, dopo la Valnestore esposto a Noe e forestali per chiedere campionamenti: sotto allo stadio potrebbero esserci ceneri e rifiuti

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Potrebbero essere anche sotto lo stadio Curi a Perugia, le ceneri interrate assieme ad altri rifiuti provenienti dalle centrali a carbone di Vado Ligure.

Ceneri in Valnestore Si allarga a macchia d’olio la vicenda che interessa la Valnestore, la ‘terra dei fuochi umbra’, con nuove rivelazioni e un esposto, firmato dall’avvocato Valeria Passeri per conto delle associazioni e dei comitati Wwf, Italia Nostra Perugia, Gruppo ecologista Il riccio di Città della Pieve, No centrali a Biomasse di Fabro e Soltanto la Salute di Piegaro. Indirizzato ai carabinieri del Noe e forestali e, per conoscenza, ai comuni interessati, alla Provincia di Perugia, alla Regione e ai ministeri dell’Ambiente e della Salute.

L’esposto A trent’anni di distanza da quei fatti, mentre è stato aperta un’inchiesta che, a Vado Ligure, ha visto il rinvio a giudizio per 26 persone per disastro ambientale e sanitario, la richiesta è di fare luce su quanto sia finito sotto ai campi sportivi di gran parte della provincia di Perugia. Non solo nella zona industriale di Fabro, nei campi sportivi di Tavernelle di Panicale, compreso il piazzale vicino agli spogliatoi e la zona industriale di Potassa, ma anche al campo sportivo di Ponticelli di Città della Pieve, al ‘campo nero’ di via Fra Bartolomeo, a Pietrafitta, alla discarica dei Ciliegi, e a Perugia, sotto allo stadio Renato Curi.

Ceneri interrate anche al Curi L’esposto prende di mira anche l’area dell’ex cava di Macereto. Anche qui, come nelle altre aree indicate da testimoni e ex lavoratori della centrale, sarebbero state interrate ceneri e rifiuti, a partire dagli anni Ottanta e fino all’inizio degli anni Novanta, provenienti da La Spezia e Vado Ligure. A supporto l’avvocato Passeri cita le tante testimonianze raccolte anche sulla stampa nel corso degli anni e che collegherebbe le ceneri interrate con l’alta incidenza di malattie tumorali nella zona. Lo affermava anche un esponente politico del posto, Fabio Pontefice che, in un’intervista del 2016 dichiarava: «Voi lo sapete, solo per fare un esempio, cosa c’è sotto l’erba dello stadio Renato Curi? Altrove prima di piazzare le ceneri considerate inerti sono state adottate le prescrizioni: teli e contenimenti. Qui, nella maggioranza dei casi, no».

Campionamenti e analisi A fronte di «tali e gravi dichiarazioni», si legge nell’esposto, le associazioni chiedono «il compimento urgente di specifiche analisi del terreno sulle aree indicate risultanti escluse dal pendente procedimento penale eppure ritenute sensibili ai fini dell’avvenuto verosimile sotterramento di ceneri e rifiuti». La richiesta, inoltrata anche all’Arpa, è di fare campionamenti superficiali da sottoporre ad analisi di laboratorio con l’utilizzo di pala meccanica ed escavatori che permetterà il prelievo di campioni nei primi 2-3 metri dal piano campagna.

«Fare luce» Le analisi dovrebbero verificare la concentrazione di otto indicatori sul fronte della radioattività e tutta una serie di metalli pesanti come cadmio, manganese, mercurio, arsenico, vanadio e idrocarburi policiclici aromatici. «C’è un problema di salute pubblica che non può essere sottovalutato – commenta l’avvocato Valeria Passeri – solo negli ultimi 30 giorni c’è stata un’altra morte per tumore e a un bambino di 13 anni è stato diagnosticato un neo tumorale. I cittadini e i comitati chiedono la verità su quanto accaduto più di 30 anni fa e che oggi sta mostrando i primi disastrosi effetti evidenziando un’alta incidenza di malattie tumorali in tutta la zona. Dal momento che permane una potenziale situazione di rischio ambientale, laddove le informazioni raccolte fossero veritiere, chiediamo siano effettuati i campionamenti, altrimenti le associazioni agiranno nelle sedi ritenute più opportune».

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