Comunicare il rientro in Umbria è obbligatorio

Ordinanza della presidente Tesei nella giornata di venerdì. Un positivo in più – a Montecastrilli – su 1.435 tamponi. 71 i decessi

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Un solo caso positivo in più – domiciliato ad Acquasparta ma residente a Montecastrilli (Terni) – su 1.435 tamponi effettuati. Continuano a scendere gli attuali contagiati: sono 180, quindici in meno rispetto a giovedì mattina. Questo l’aggiornamento fornito dalla Regione sul Covid-19 in Umbria alle ore 8 di venerdì mattina. C’è purtroppo un nuovo decesso (71 in totale).

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I dati all’8 maggio

Più guarigioni. In 6 restano in terapia intensiva

Le guarigioni sono 1.155 (+15), i clinicamente guariti salgono invece a 61 (+7). Dei pazienti positivi attualmente sono ricoverati in 53 (-3), di questi 6 (-3) sono in terapia intensiva. I soggetti in isolamento domiciliare sono 758 (-11), mentre altri 327 ne sono usciti (nel complesso risultano 17.331). Infine i tamponi: con i 1.435 odierni si sale a quota 44.223. Dall’inizio dell’emergenza in Umbria sono 1.406 le persone risultate positive (numero che comprende guarigioni e decessi).

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Segnalare il proprio rientro in Umbria diventa obbligatorio

È stata emessa nella giornata di venerdì dalla presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, l’ordinanza, già presentata nei giorni scorsi, in merito alle disposizioni per i cittadini che sono rientrati e rientreranno in Umbria. Tra le principali disposizioni c’è l’obbligo di segnalare il proprio rientro alla Usl di appartenenza, di attendere di essere contattato dal servizio igiene e sanità pubblica (osservando tutte le misure di sicurezza e, se possibile, di rimanere in tale periodo in isolamento volontario), di osservare il divieto di spostamenti e viaggi una volta rientrati (come da circolare del 2 maggio del ministero dell’Interno), di rimanere raggiungibile per ogni eventuale attività di sorveglianza, di avvertire immediatamente il dipartimento di prevenzione della Usl territorialmente competente e il proprio medico di medicina generale o il pediatra di libera scelta in caso di comparsa di sintomi per ogni conseguente determinazione. A sua volta il servizio di igiene e sanità pubblica provvederà a: contattare il soggetto, a procedere ad indagine epidemiologica, a disporre se ritenuto opportuno, eventuale indagine diagnostica e farsi carico, una volta ottenuto il referto, di gestire il restante percorso, compresa l’adozione di eventuali misure contumaciali qualora necessarie.

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Regione-parti sociali, confronto su criticità

Giovedì si è svolto un confronto tra la presidente della Regione Donatella Tesei, sindacati e associazioni datoriali. «La discussione – spiegano i segretari di Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria – si è concentrata sulla lettera che nei giorni scorsi abbiamo inviato alla presidente e al magnifico rettore per segnalare le criticità riscontrate dai nostri delegati e rappresentanti per la sicurezza nelle varie realtà produttive ripartite. Tra queste in particolare c’è una scarsa diffusione della rilevazione della temperatura con termoscanner e la totale assenza di test sierologici sui lavoratori. A fronte della nostra segnalazione la presidente Tesei ha osservato che le linee guida elaborate su indicazione del Comitato tecnico scientifico dell’università di Perugia e condivise lo scorso 24 aprile con sindacati e associazioni di impresa, non sono vincolanti, tuttavia ha anche rimarcato che esse rappresentano una condizione essenziale per candidare l’Umbria ad una ripartenza anticipata rispetto ad altre regioni a partire dal 18 maggio. Infatti – dicono Sgalla, Manzotti e Bendini – mentre Confindustria, pur chiedendo chiarimenti su modalità e procedure, ha sostanzialmente dato disponibilità per le proprie imprese a garantire il rispetto dei punti concordati, le associazioni artigiane e del commercio hanno sollevato la criticità dei costi aggiuntivi per le imprese». Richiesto un intervento in tre direzioni: chiarezza sulla gestione dei test sierologici, pianificazione di un percorso per il trattamento di eventuali casi positivi al test, nel pieno rispetto della privacy e stanziamenti di risorse regionali dedicate.

L’allarme di Fedagripesca Umbria

Fedagripesca Umbria lancia l’sos: «Ok lo sblocco 100 milioni fondi nazionali, ma si faccia in fretta. Senza l’immediata operatività degli strumenti e la liquidità sarà il tracollo delle imprese”. Il problema dei magazzini pieni e dell’invenduto». Sergio Maneggia e Valter Sembolini sono presidente e vicepresidente di una delle più consistenti federazioni di Confcooperative: guardano avanti ma non senza puntare l’accento soprattutto sui «timori legati allo stato di salute finanziaria delle Cooperative agroalimentari e della pesca dell’Umbria per effetto del covid-19 ed al cospetto della difficilissima campagna agraria 2020 alle porte. Le nostre imprese associate non hanno di fatto mai sospeso la loro attività, ma in questo momento evidenziano perdite enormi di fatturato, certamente non recuperabili nell’anno in corso, oltre a magazzini pieni da smaltire per accogliere i raccolti della stagione alle porte». Lorenzo Mariani è il direttore regionale di Confcooperative: «Fatta la dovuta chiarezza tra Ministero, Ismea, Agea, Regione e banche, ora è assolutamente necessario mettere a terra immediatamente i provvedimenti per far arrivare alle imprese la liquidità necessaria per sopravvivere. Apprezziamo molto lo sforzo dell’assessore regionale Morroni, che in questi mesi non si è mai sottratto al confronto con le Associazioni ed insieme al quale abbiamo condiviso un pacchetto agricolo volto a spostare i termini in scadenza nel periodo di emergenza, accelerare le istruttorie del Piano di sviluppo rurale, scorrere le graduatorie e sbloccare i pagamenti. Ora, però, c’è da affrontare la difficilissima campagna 2020 per rilanciare e proiettare il comparto agroalimentare regionale nel futuro».

Aggiornamenti nel corso della giornata

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