Consiglio regionale: bilancio da 24 milioni

Il rendiconto finanziario 2016 dell’assemblea legislativa della Regione Umbria illustrato dalla presidente Donatella Porzi: «Efficacia, efficienza ed economicità»

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«Il rendiconto finanziario 2016 del consiglio regionale dell’Umbria ammonta a 23 milioni 725 mila euro». A renderlo noto, mercoledì mattina nella seduta della prima commissione, presieduta da Andrea Smacchi, è stata la presidente Donatella Porzi. Esponendo il documento ai commissari, la presidente ha detto che «efficacia, efficienza ed economicità si devono ben conciliare con le attività inerenti la funzione legislativa, di indirizzo e di controllo del consiglio regionale, l’informazione e comunicazione, l’organizzazione della struttura e degli uffici e quella di promozione della cultura. Risorse umane, strumentali e finanziarie devono essere ben armonizzate e finalizzate al raggiungimento dei risultati attesi».

Saldo positivo È stato poi ricordato come questo rendiconto sia il primo a riscontrare gli effetti della riduzione da 30 a 20 dei consiglieri regionali, avvenuta a maggio 2015, con la spesa per le indennità erogate che risulta diminuita di 646 mila euro rispetto all’anno precedente. La gestione del bilancio del consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2016 si chiude con un saldo positivo di 5 milioni 166 mila euro, derivanti dalla gestione dei residui (106 mila), della competenza 2016 (2 milioni e 88 mila), da accantonamenti disposti in sede di rendiconto del precedente esercizio 2015 (2 milioni e 576 mila), dai fondi di riserva non utilizzati (414 mila) e da minori entrate realizzate (19 mila). Nel corso del 2016 sono stati utilizzati 309 mila euro provenienti dagli accantonamenti disposti con l’approvazione del rendiconto 2015: circa 91 mila euro per la restituzione di contributi previdenziali ad ex consiglieri, 213 mila euro relativi alla somma vincolata al trattamento economico accessorio 2015 del personale dirigente, 5 mila euro a seguito del ricalcolo dell’accantonamento per i contributi del trattamento di fine rapporto del personale dei gruppi consiliari.

Le entrate accertate nell’esercizio finanziario 2016, escluse le partite di giro, ammontano a 19 milioni 304 mila euro, provenienti al 98% dal trasferimento di fondi regionali. La restante parte delle entrate accertate sono riferite ai trasferimenti da parte dell’Agcom, dagli interessi attivi maturati sulle giacenze di cassa dei conti correnti bancari del consiglio, da recuperi e rimborsi vari. Il totale delle entrate arriva a 23 milioni 725 mila euro comprendendo anche l’avanzo di amministrazione 2015 applicato al bilancio 2016 (4 milioni e 76 mila) e il Fondo pluriennale vincolato (344 mila).

Le spese che incidono maggiormente il bilancio del consiglio regionale sono quelle per l’indennità agli amministratori regionali, il ripiano per l’erogazione degli assegni vitalizi, i contributi ai gruppi consiliari, il funzionamento e il personale. Ci sono poi il funzionamento dell’Isuc (250 mila), del Centro studi giuridici e politici (41 mila e 833) e del Cal (146 mila). La spesa per l’erogazione dei vitalizi agli ex consiglieri nell’anno 2016 è stata di 3 milioni 827 mila euro, a cui vanno aggiunti 273 mila euro di Irap. L’andamento percentuale della spesa del consiglio regionale, nel periodo 2012-2016, fa registrare una riduzione delle uscite per indennità dei consiglieri (-39,5%), dei contributi ai gruppi consiliari (-30,4%), per funzionamento (-43,4%) e personale (-13,5%) e un aumento delle uscite per il ripiano degli assegni vitalizi (+33%).

I commenti Maria Grazia Carbonari (M5S) ha sottolineato «la mancanza della relazione dei revisori dei conti, l’importo notevole per i vitalizi per gli ex consiglieri regionali e la necessita di valutare il passaggio al contributivo, il fatto che diamo al Cal una somma eccessiva rispetto alle loro esigenze di funzionamento». Per Claudio Ricci (Rp) bisogna «prendere atto che il quadro delle modifiche normative delinea un generale contenimento delle spese, che c’è un saldo che attesta la correttezza complessiva del quadro finanziario, mentre per i vitalizi siamo di fronte a fatti cristallizzati e per il futuro ci dovrà essere una decisione complessiva nazionale per definire la situazione in maniera uniforme».

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