Rifiuti ed economia circolare: «Insieme»

Il sindaco di NarnI parla della questione legata all’intero territorio ternano: «Non perdiamo questa opportunità»

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di Francesco De Rebotti
Sindaco di Narni

Il sindaco Francesco De Rebotti

Al nostro territorio, a quello della provincia, a quello della conca ternana, serve uno sforzo enorme di programmazione, condivisione degli obiettivi e degli strumenti, capacità di immaginare e mettere a terra un percorso innovativo di sviluppo. Lo si fare, dal mio punto di vista, insieme. Superando confini territoriali ed istituzionali o barriere politiche. Anzi, proprio in questo percorso, la politica territoriale troverebbe un nuovo senso e potremmo superare progressivamente l’assurda ed autocommiserativa percezione di essere subalterni su scala regionale. Questa fase andrebbe avviata su diversi temi dove sono mature le condizioni per un confronto ed un progetto che parli al territorio, al suo futuro.

Ad iniziare dal tema del ciclo dei rifiuti sul quale provare ad immaginare uno scenario territoriale che, accanto alla contrarietà di qualsiasi ipotesi di chiusura del circolo attraverso la termovalorizzazione, ci si ponga l’obiettivo di rendere sempre più periferica e percentualmente sempre meno significativa la quantità di rifiuti che vengono conferiti in discarica. Una scelta ed un principio che devono essere sostenuti investendo ancor più massicciamente sulla raccolta differenziata a monte, servizio in cui il nostro territorio si è contraddistinto per il raggiungimento in poco tempo di percentuali che si assestano al 70%.

Il piano e il percorso per migliorare questi risultati risiedono, per il prossimo futuro, nell’applicazione efficace della ‘tariffa puntuale’ che può rappresentare quell’impulso utile a spingerci in una più alta quantità di materiali recuperati. Ma l’altro piano d’azione è certamente la qualificazione del sistema degli impianti a supporto del territorio nel riciclo e riuso della materia.

In questo senso territorialmente strategica, essenziale, la realizzazione dell’impianto di selezione Asm in valutazione Auri, indirizzato alla selezione spinta di plastica e carta anche del secco residuo, come una ‘fabbrica di materiali’, ovvero quegli impianti di trattamento a freddo finalizzati al recupero di materia che rispondono anche ai bisogni di flessibilità ed adattabilità (in relazione all’andamento della differenziata). Questo impianto e la sua tecnologia meccanica darebbero un grande contributo nell’abbattimento della quota ancora consistente di indifferenziato e si predisporrebbe ad ulteriori studi di soluzioni per aggredire la parte residuale prodotta dall’impianto stesso .

In un territorio dove il fabbisogno impiantistico è tra l’altro già soddisfatto e all’interno del quale il nuovo impianto Asm lo porterebbe alla massima capacità ed efficienza. Così come strategico rimarrebbe anche il b

íodigestore per la frazione organica di Nera Montoro che dovrebbe restare a servizio del territorio ed essere possibilmente interessato da una riqualificazione tecnologica che lo renderebbe più efficace, efficiente e sopportabile dalle comunità locali, anche prefigurando un passaggio dalla produzione di biogas a quella di biometano.

In generale sarebbe utile arricchire il quadro con quelle soluzioni di processo e di filiera che potrebbero vedere protagoniste nuove forme di impresa verde, di manifattura ambientale con chiari risvolti economici e sociali. Non ci inventeremmo niente, ci porremmo soltanto e potenzialmente sullo stesso piano di territori che già da tempo hanno affrontato in maniera condivisa ed innovativa il tema della gestione del ciclo dei rifiuti. Porto ad esempio l’esperienza di Contarina, e del Consorzio Priula, in Veneto, dove si è raggiunto con il protagonismo di istituzioni, associazioni, cittadini un ‘modello’ ambientalmente ed economicamente sostenibile e che ha instaurato un percorso virtuoso sull’economia circolare a guida pubblica, modello in Italia ed in Europa. Perché non provare, avere il coraggio di applicare gli stessi principi qui nel nostro territorio, approfondendone aspetti organizzativi, ambientali, economici e di governance.

A proposito di quest’ultimo aspetto una domanda che è nello stesso tempo un invito al ragionamento ai sindaci ed ai cittadini della provincia di Terni: che ruolo potrebbe e vorrebbe recitare un soggetto come Asm, quale scenario si apre per questa realtà aziendale (attualmente integralmente pubblica) che considero un patrimonio potenziale per tutto il nostro territorio proprio per provare ad instaurare un percorso analogo a quello veneto? Il nostro è un territorio sul quale oggettivamente convergono interessi e progetti ma dove il grande assente rischia di rimanere chi dovrebbe individuarne un percorso di sviluppo innovativo e condiviso, subendo le scelte senza esserne protagonisti e consapevoli. Non perdiamo questa opportunità di guidare il cammino verso un’economia circolare e sostenibile nel nostro territorio, collaboriamo invece a condurne la regia.

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