Dissesto idrogeologico, Marini contro Conte

Stanziati dal Governo meno di 4 milioni nell’ambito del piano nazionale. La presidente: «Umbria penalizzata da scelte politiche». M5s replica

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Circa 900 mila euro per il 2019 e 3 milioni per il triennio 2019/2021, su un totale di 3 miliardi di risorse per tutta Italia: è quanto ha stanziato il governo per l’Umbria nell’ambito del piano nazionale di dissesto idrogeologico, scatenando l’irritazione della presidente della Regione, Catiuscia Marini, che in una nota, definisce «ridicola» la cifra. «Ho appreso con stupore i dati appena annunciati dal presidente del consiglio dei ministri Giuseppe Conte» sottolinea, annunciando il parere contrario di palazzo Donini al piano in discussione alla conferenza Stato-Regioni.

I problemi

La presidente ricorda che l’Umbria è «colpita da gravi problematiche di dissesto idrogeologico, con l’intero territorio regionale (100%) esposto al dissesto idrogeologico come risulta dalla mappa dei rischi presentata dallo stesso governo», che il territorio «è attraversato interamente dal fiume Tevere e sottoposto ad evidenti rischi idraulici per le problematiche da regolare sulla città di Roma, con 40 comuni su 92 interessati da fenomeni di frana nel solo 2018, e soprattutto con il rischio sismico presente sulla fascia appenninica e su gran parte del territorio regionale, che espone l’Umbria ad evidenti impatti di dissesto». La cifra assegnata, sempre secondo la Marini, «per chi se ne intende di opere pubbliche è come dire ‘0’ – ; risorse che non sarebbero sufficienti neanche a gestire la più piccola delle problematiche di dissesto presenti nella regione».

La ‘discrezionalità politica’

«Sorprende quindi un piano di cui sono incomprensibili i criteri tecnici di riparto – sottolinea ancora la presidente – che dovrebbero tener conto appunto di tutte le problematiche presenti nei territori delle singole regioni, garantendo parità di accesso, imparzialità ed equità. A me appare evidente che l’unico criterio che guida questo riparto è la ‘discrezionalità politica’ che danneggia pesantemente alcune regioni italiane, tra cui l’Umbria, e ne premia altre». La Marini annuncia dunque sin da ora il parere contrario della Regione Umbria al piano in discussione alla conferenza Stato-Regioni. «Voglio augurarmi – conclude la presidente – che il governo rispetti la parità costituzionale di tutti i cittadini italiani e di tutti i territori, compresi quelli dell’Umbria».

Verini (Pd): «La Marini ha ragione»

Così il deputato umbro del Pd, Walter Verini: VERINI: «La presidente Marini ha ragione: il piano di riparto di risorse, peraltro nebulose e probabilmente frutto di somme già stanziate nella precedente legislatura, annunciato dal governo penalizza fortemente alcune regioni, tra le quali l’Umbria. Non si comprendono i criteri di riparto, si sottovalutano situazioni di rischio idrogeologico che nella nostra regione sono particolarmente presenti. È necessaria un’iniziativa congiunta che sostituisca questi criteri opachi e penalizzanti».

Liberati e Carbonari (M5s) difendono il governo

In difesa del governo e del suo presidente del consiglio, giungono gli interventi dei due consiglieri regionali del M5s in Umbria, Maria Grazie Carbonari e Andrea Liberati: «Siamo orgogliosi – affermano in una nota – di poter dire che il piano ‘Proteggi Italia’, reso pubblico dal nostro premier Giuseppe Conte a palazzo Chigi, rappresenti il più grande programma contro il dissesto del territorio mai predisposto sinora in Italia. Si tratta di stanziamenti certi e che ammontano a quasi 11 miliardi di euro per il solo triennio 2019-2021, risorse che potranno subito essere utilizzate per la prevenzione e il rafforzamento della messa in sicurezza dei territori a rischio idrogeologico. Respingiamo con forza le sterili polemiche della presidente della Regione, Catiuscia Marini, che parla di ‘ridicole somme per l’Umbria’. In realtà quello cui si riferisce la confusa governatrice – sostengono la Carbonari e Liberati – sarebbe lo stanziamento di ulteriori fondi per le misure atte a fronteggiare l’emergenza maltempo dei mesi di ottobre e novembre 2018, per la quale il governo ha già assegnato 2,6 miliardi di euro, con progetti che coinvolgono 17 regioni e per le quali è stato a vario titolo decretato lo stato di emergenza. I fondi sono stati ripartiti alla luce del fabbisogno di ciascuna regione, individuato sulla base delle richieste avanzate e discusse fra gli interlocutori coinvolti, quindi – si suppone – anche nel costruttivo concorso della stessa Regione Umbria. Gli ulteriori fondi previsti dal piano ‘Proteggi Italia’ per interventi contro il dissesto idrogeologico saranno previsti nel triennio 2019-2021, con la compartecipazione delle competenti amministrazioni che dovranno sottoporre alla ‘Cabina Strategia Italia’ e al Cipe i progetti più urgenti e immediatamente cantierabili. Invitiamo la presidente Marini a dismettere i toni della propaganda, abbandonando le provocazioni per agire con decisione e individuare le opere più urgenti per affrontare un’emergenza provocata anche da chi, in questi decenni, ha governato senza porsi la priorità della prevenzione, della manutenzione e del rafforzamento dell’assetto idrogeologico del territorio».

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