Morta per le ustioni, tutti i dubbi del marito

Antonella, originaria di San Venanzo (Terni), viveva a Bastia Umbra. Ricoverata ad Assisi, è arrivata a Perugia con ustioni su gran parte del corpo. Presentata denuncia alla polizia

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Non ce l’ha fatta Antonella R., la donna – originaria di San Venanzo, nel ternano, ma residente a Bastia Umbra col marito Carlo – che, ricoverata all’ospedale di Assisi, sabato mattina è stata portata d’urgenza al pronto soccorso del Santa Maria della Misericordia di Perugia in condizioni gravissime, con ustioni sull’ottanta per cento del corpo. Si è spenta nella mattinata di lunedì.

La nota dell’Asl

Le prime informazioni arrivano da una nota dell’Usl Umbria 1, che riportiamo integralmente: «Stava fumando una sigaretta sul terrazzo della sua camera di degenza la donna rimasta ustionata attorno alle 4 del mattino del 2 novembre all’ospedale di Assisi. I sanitari, accorsi appena è scattato l’allarme antincendio, le hanno subito prestato le prime cure, posizionandole sul corpo teli di cotone bagnato e mettendole una maschera di ossigeno dopodiché è stata subito trasportata all’ospedale di Perugia in gravissime condizioni. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, mentre fumava la sigaretta un lembo del pigiama avrebbe preso fuoco».

La denuncia

Una versione che non convince il marito che, assistito dall’avvocato Gianni Dionigi, sabato mattina, appena arrivato in ospedale ha presentato formale denuncia al posto fisso di polizia dell’ospedale Santa Maria della Misericordia, per capire come fossero andate le cose. E ricostruisce l’accaduto, raccontando di essere stato avvertito dalla badante della moglie, che era con lei in ospedale: è stata lei ad avvertirlo che la moglie era stata portata al pronto soccorso. Lui poi ha provato a contattare l’ospedale di Assisi, dove gli hanno confermato l’accaduto, ma senza dargli dettagli (la faccenda della sigaretta è emersa solo dalla nota ufficiale). 

Il racconto

Solo una volta arrivato al pronto soccorso di Perugia, Carlo riceve comunicazioni ufficiali: gli dicono che la moglie doveva essere trasportata al centro grandi ustionati, ma le sue condizioni erano troppo gravi (cuore debole, cervello intaccato) per cui i medici hanno preferito trasferirla nel reparto di terapia intensiva di Perugia. 

I dubbi

Al momento nessuno vuole parlare, ma a quanto pare la versione ufficiale non convince. E sono molte le cose che non tornano. A cominciare dalla presunta e inaspettata infiammabilità del pigiama: come è possibile che un tessuto prenda addirittura fuoco per colpa della cenere di sigaretta? Stando a quanto appurato dalla redazione di UmbriaOn.it i familiari della donna hanno fatto delle prove: la sigaretta provoca su quel tipo di tessuto al massimo dei buchi, non certo una fiammata, men che meno rapida e veemente in modo tale da provocare ustioni come quelle accertate sul corpo di Antonella. Del resto, non è chiaro se la donna al momento dell’incidente avesse indosso indumenti di altro tipo, magari più facilmente infiammabili perché – fanno sapere dalla famiglia – nessuno lo ha fornito, nonostante le richieste. Infine, sempre stando ai racconti raccolti dalla nostra redazione, lascia perplessi il fatto che la sorella di Carlo, una volta arrivata nell’ospedale di Assisi, non abbia ritrovato nella stanza (la numero 3 del reparto) il letto dove dormiva la donna. E non c’era nemmeno la signora che con lei condivideva la stanza. Certo, è possibile che gli addetti abbiano pulito: ma la scena dell’incidente (o del crimine?)  non doveva essere prima visionata dalle forze dell’ordine, con documentazioni fotografiche e verbale?

Bastia, morta donna ustionata in ospedale

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