Ecografia ‘no limits’ con il Soccorso Alpino

Ottimi riscontri per la sperimentazione della diagnosi in ambiente impervio condotta dal dottor Andrea Orlandini in Umbria

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In Umbria il dottor Andrea Orlandini, medico del Soccorso Alpino e Speleologico, ha sperimentato con successo la possibilità di realizzare un’ecografia in forra, ambiente impervio per definizione. Servono strumenti portatili e competenze specifiche. Ma si aprono nuove frontiere per la medicina d’urgenza in ambiente montano, impervio e in grotta.

Andrea Orlandini

Sperimentazione ok Arriva dalla Commissione medica dal Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) l’importante sperimentazione sulla possibilità di eseguire un’ecografia – potenzialmente salvavita – anche nel difficile contesto di un intervento di soccorso dove l’ambiente è estremo. È recente il primo utilizzo di un ecografo portatile in una forra allagata: un percorso fra le rocce scavato dall’acqua, un canyon dove portare attrezzature di questo tipo era finora impensabile.

Umbria protagonista La sperimentazione è stata effettuata dal dottor Orlandini, specialista in medicina d’emergenza e in medicina interna, lungo il Fosso del Campione di Prodo, una forra in Umbria. L’occasione è stata la prima edizione del contest-esercitazione denominato ‘Canyon Rescue Race’: manifestazione organizzata dal CNSAS dove squadre specializzate, provenienti da tutt’Italia, si sono sfidate in una prova di soccorso in canyon.

Lo studio Andrea Orlandini ha effettuato con successo alcune ecografie durante le calate in forra, riportando dati medici sul ‘paziente’ di valore. «Non è la prima volta che un ecografo affronta un ambiente impervio – spiega il medico del Soccorso Alpino -. Vi sono studi pubblicati sull’uso dell’eco anche in Everest. Tali studi però erano eseguiti per esaminare variazioni fisiologiche sugli alpinisti. In ambiente urbano, i servizi di emergenza lo impiegano da circa sette anni. In ambiente ostile, di norma, non è usato per le difficoltà logistiche. In ambiente alpino ho seguito una simulazione su travolto da valanga e con buoni risultati. In forra non è mai stato eseguito, finora».

L’utilizzo «Il test in forra è stato sorprendentemente buono – afferma Andrea Orlandini -. La sonda wi-fi dell’ecografo era protetta con un involucro stagno e posta con il cellulare in una seconda sacca stagna riposta nello zaino medico, assieme agli altri materiali di soccorso. Ha resistito a salti e tuffi da almeno otto metri ed ha permesso di simulare un eco all’interno della forra senza alcun problema. I vantaggi sono di poter fare una diagnosi immediata sul paziente vittima di trauma (sanguinamenti interni, rottura di milza, fegato e reni, lesioni cardiache e polmonari) nonché di poter eseguire procedure salvavita e antalgiche eco-guidate e diagnosi precise su colti da malore».

Tempestività «Il grande vantaggio di poter effettuare una diagnosi ecografica dal territorio – spiega il medico – è quella di poter iniziare il trattamento farmacologico più adeguato da subito, senza ritardo e senza incappare in pericolosi errori diagnostico-terapeutici. Il CNSAS attraverso la SNAMED (Scuola nazionale medici, ndR) sta sviluppando un corso di ecografia pre-ospedaliera per ambienti ostili che verrà realizzato in collaborazione con SIMEU (Società italiana di medicina emergenza urgenza, ndR) e WINFOCUS, il principale network formativo in ambito di ecografia d’urgenza al mondo. Le possibilità sono molteplici, siamo dei precursori in questo campo».

Il curriculum Andrea Orlandini è medico specialista in medicina interna e d’urgenza con master in medicina d’emergenza di montagna e medicina delle catastrofi. È istruttore di ecografia d’urgenza per SIMEU E WINFOCUS. Lavora come medico d’urgenza senior presso il servizio territoriale di emergenza urgenza del Ticino (Svizzera). È istruttore sanitario della SNAMED del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico.

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