Ecomafie: «Una volta eravamo cuore verde»

Rapporto 2016 di Ecomafie, ma si ferma a fine 2015, prima ancora che scoppiassero i casi Gesenu e Valnestore

Condividi questo articolo su

C’è l’Umbria tra le regioni che hanno registrato più delitti ambientali in termini assoluti anche in rapporto alla popolazione. Nonostante il rapporto si riferisca al solo 2015.

Ecomafie Sono questi i dati riportati dal rapporto di Legambiente Ecomafia 2016, che vedono l’Umbria al 18 posto, in Italia, con 154 infrazioni accertate, 59 denunce, 5 sequestri. «Un dato comunque alto – commenta il capogruppo in regione del Movimento 5 stelle Andrea Liberati – e non promettono nulla di buono per il futuro le crisi ambientali determinate dalla pessima gestione regionale dei rifiuti, così come la vicenda delle interdittive antimafia, la storiaccia della Valnestore o i tristi compromessi decisi sulla pelle dei ternani».

Il commento Il fu ‘Cuore verde’ ha venduto l’anima ad affari & politica. E questo è il risultato», lo afferma sempre Andrea Liberati, commentando il rapporto ‘Ecomafie 2016’, che riguarda i dati del 2016, in Umbria, prima ancora che scoppiasse il caso Gesenu e «il primo a un anno dall’applicazione della legge sugli ecoreati, norma nata grazie all’apporto decisivo del Movimento 5 Stelle, che segna finalmente una inversione di tendenza a tutela del nostro territorio e della legalità».

Reati ambientali In una nota firmata anche dal senatore Stefano Lucidi, Liberati evidenzia che «in generale in Italia diminuiscono i reati ambientali, senza però cessare. I dati raccolti, insieme alla norma sulla Agenzie Ambientali, permettono di affrontare in maniera efficace i crimini ambientali. Ma non bisogna mai abbassare la guardia, ed agire insieme alle forze dell’ordine che ringraziamo per il grande lavoro svolto quotidianamente». Secondo Legambiente «la corruzione è un fenomeno sempre più dilagante nel Paese, è l’altra faccia delle ecomafie, e facilita ed esaspera il malaffare in campo ambientale in maniera formidabile».

Il brutto dell’Italia Liberati ricorda infine l’importanza del Corpo Forestale dello Stato «nel combattere i crimini ambientali, Corpo Forestale che invece il governo vuole militarizzare e sciogliere nel corpo dei Carabinieri» .Anche quest’anno il Rapporto Ecomafia, secondo Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente , «ci racconta il brutto dell’Italia, segnata ancora da tante illegalità ambientali, ma in questa edizione 2016 leggiamo alcuni fenomeni interessanti che lasciano ben sperare. Dati e numeri, in parte in flessione, che dimostrano quali effetti può innescare un impianto normativo più efficace e robusto come i nuovi ecoreati, in grado di aiutare soprattutto la prevenzione oltreché la repressione dei fenomeni criminali. La prevenzione è la moneta buona che scaccia quella cattiva: è necessario creare lavoro, filoni di sviluppo economico e produttivo nei territori più a rischio, sostenere le centinaia e centinaia di cooperative e di imprese, che anche nel sud stanno cercando di invertire la rotta, puntando su qualità ambientale e legalità. E nel prevenire le ecomafie, oltre all’impegno dei territori e dei singoli cittadini, è importante una presenza costante dello Stato che deve essere credibile e dare risposte sempre più ferme, perché quando lo Stato è assente la criminalità organizzata avanza con facilità invadendo i territori, l’ambiente e le comunità locali. Quando invece lo Stato è presente, difficilmente gli ecomafiosi possono rubare e uccidere il nostro futuro».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli