Umbria e rifiuti, nuova interdittiva antimafia

Questa volta tocca alla Sia che si occupa di raccolta e smaltimento nei comuni della Media Valle del Tevere

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Una nuova interdittiva prefettizia antimafia, la sesta nel giro di pochi mesi, scuote il sistema di raccolta, gestione e recupero dei rifiuti in Umbria. Questa volta – dopo quelle emesse nei confronti di Gesenu e delle ‘partecipate’ Ecoimpianti, consorzio Gest, Viterbo Ambiente (poi ‘bocciata’ dal Tar ma confermata dal Consiglio di Stato) e Campidano ambiente – tocca alla marscianese Sia che si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti nella Media Valle del Tevere, ad esclusione del Comune di Todi. Fra i soci principali della Sia – pubblici e privati – figurano il Comune di Marsciano con oltre il 53%, la Gesenu (35,9%) e Gmp (8,7%).

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L’attacco Dopo il passo compiuto dalla prefettura di Perugia, il capogruppo del M5S in consiglio regionale, Andrea Liberati, va all’attacco: «Sulla favoletta dell’Umbria ‘pulita’ si addensano ombre lunghe. In attesa di leggere attentamente questa nuova interdittiva antimafia, riteniamo necessario un rapido congedo da parte dei soci pubblici interessati dai provvedimenti prefettizi. Sulla vicenda di Marsciano sarebbe poi opportuno che, pur essendo scaduti i termini, venga riaperta e riconvocata con urgenza la commissione di inchiesta regionale sul ciclo dei rifiuti». Il M5S informerà sul punto le commissioni parlamentari antimafia ed ecoreati, recentemente giunte in visita in Umbria.

Da Gesenu a Sia Ora la commissione d’inchiesta regionale che ha terminato i suoi lavori dovrà inviare un nuovo resoconto ai parlamentari che erano venuti in visita a Perugia, Terni e Orvieto per le indagini conoscitive svolte sul ciclo dei rifiuti e gli illeciti ambientali ad essi correlati. In particolare, quella regionale, era stata costituita su impulso del Movimento 5 Stelle e con l’appoggio di tutta l’opposizione in consiglio regionale con l’obiettivo di fare luce sull’interdittiva a Gesenu e alle società collegate, verificare le procedure degli affidamenti nei 4 Ati ora sostituiti dall’Auri, approfondire gli assetti societari delle imprese che gestiscono i rifiuti in Umbria al fine anche di escludere la possibilità di eventuali connessioni con i soggetti coinvolti nell’inchiesta ‘Mafia Capitale’ soprattutto nei territori di Terni e del sud della regione e con la criminalità organizzata in generale.

La commissione sugli ecoreati Il dossier recapitato alla commissione parlamentare sugli ecoreati, dunque, ora sarà ampliato con la nuova interdittiva alla Sia di Marsciano. Dai lavori ne uscirà una relazione che sarà inviata al parlamento sul ‘caso Umbria’. «Noi non diamo un giudizio sul sistema di gestione del ciclo integrato dei rifiuti – aveva detto in sede di audizione il presidente Bratti – non entriamo nel merito dicendo è meglio il porta a porta o altro. Noi ci occupiamo, purtroppo, delle cose che non funzionano». Appalti, contratti, leggi e regolamenti sotto il controllo della commissione, per capire se e in che misura siano stati commessi illeciti, a tutto tondo, non solo di natura ambientale, ma anche di carattere amministrativo.

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