Falsi dipinti d’autore, un sequestro a Terni

Trovato in un’abitazione un finto Balla. Indagano i carabinieri del Reparto tutela patrimonio culturale. Denunciate sei persone

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di F.L.

C’è anche un dipinto trovato a casa di un 40enne di Terni, in particolare un finto Giacomo Balla, tra le 20 opere d’arte, falsamente attribuite ad autori moderni, sequestrate in varie parti d’Italia dai carabinieri del Reparto operativo Tutela patrimonio culturale di Roma. Un’attività info-investigativa, quella dell’Arma, che ha portato alla denuncia di sei persone per ricettazione e commercializzazione di opere false.

Estraneo alle accuse Tra queste non c’è l’ignaro collezionista ternano che, secondo quanto ipotizzato dai militari, sarebbe stato lui stesso truffato da uno dei denunciati, residente fuori dall’Umbria: quest’ultimo, in cambio di alcune migliaia di euro, gli avrebbe venduto un acquarello su cartone, spacciandolo per il dipinto ‘Linee di Forza – Paesaggio’ del celebre pittore futurista romano. Sono comunque in corso ulteriori accertamenti per verificare la posizione del 40enne.

Il sequestro Il dipinto è stato sequestrato dalla sezione Falsificazione e Arte contemporanea del Reparto, insieme alle altre 19 opere – per un valore complessivo, qualora commercializzate come autentiche, di 11 milioni di euro – attribuite anche a Modigliani, Boetti, Boccioni, Shimamoto, De Pisis, Rosai e Ceroli. Oltre alla procura di Terni, le indagini hanno riguardato anche quelle di Roma, Ferrara e Brescia ed hanno consentito di evitare l’immissione sul mercato di alcune delle opere false e di individuare le reti di produzione, le false autenticazioni e la vendita dei dipinti, con la precisa ricostruzione dei vari passaggi per il loro smercio: dal falsario all’acquirente finale attraverso una serie di personaggi ‘satellite’, sparsi su tutto il territorio nazionale, che ricevevano le opere falsificate e le piazzavano sul mercato clandestino.

Vasto raggiro Tra le altre province coinvolte in questa attività commerciale illecita ci sono anche Bologna e Milano. In questo ambito, non solo operavano mercanti ufficiali del settore, ma anche una rete di persone che, tramite canali privilegiati, entravano in contatto direttamente con i collezionisti a cui proponevano e vendevano le tele.

Anche al museo Alcune di queste opere contraffate sono state individuate all’interno di un magazzino nascosto da una parete a scomparsa, altre sono state sequestrate in un museo, dove erano esposte, mentre in un caso, il riconoscimento della falsità del dipinto è avvenuto con la collaborazione della Fondazione Alighiero Boetti. Particolare è la circostanza che ha riguardato un ex imprenditore del bresciano facoltoso collezionista oggi deceduto, a cui sono state vendute nel corso del tempo anche opere false. A scoprirlo è stata la famiglia che, nello stimare il valore veniale del lascito ereditario, si è rivolta, per tentarne la vendita, ad alcuni intermediari di settore. Tuttavia, i mirati accertamenti degli investigatori, su questi ultimi, hanno portato alla scoperta della falsità di almeno due opere appartenenti alla collezione.

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