Federalberghi: «Fare meglio sul turismo»

L’associazione di categoria traccia il bilancio sui dati del 2015: «Piccolo successo, segnali positiv. Ma c’è molto da lavorare»

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«Segnali positivi, ma presto per dire di aver lasciato alle spalle i tempi bui. Si può fare di più per il potenziamento del settore». È Federalberghi Umbria Confcommercio a tracciare un bilancio sugli ultimi dati della Regione in riferimento all’affluenza turistica nell’anno appena concluso.

Turisti a Perugia

Turisti a Perugia

Un 2015 da record aveva commentato di recente il vice presidente della Regione Fabio Paparelli sulla questione: 3.18% negli arrivi e +0.88% nelle presenze rispetto al 2014; 2 milioni e 395 mila i turisti giunti in Umbria nel 2015, con un incremento di 74 mila unità. Per Federalberghi si tratta di ‘piccolo successo’, grazie anche al fattore climatico, che ha penalizzato un certo turismo invernale e, soprattutto, al ritorno ad un turismo ‘domestico’ come reazione al terrorismo internazionale, che ha scoraggiato i viaggiatori verso le mete ritenute a rischio.

Lavoro e silenzio «Abbiamo scritto – spiega Federalberghi sulla necessità di una migliore collaborazione virtuosa tra ente pubblico e privati su imprese del comparto e imposta di soggiorno – a tutti i Comuni umbri che l’hanno applicata, chiedendo di farci sapere a quanto ammonta la raccolta e, soprattutto, come si intende utilizzare i fondi che ne derivano. Il Comune di Magione ci ha risposto subito, e presto ci incontreremo per discutere di questo argomento. Spoleto ha scelto di investire nell’operazione Don Matteo. Gli altri Comuni tacciono. Perfino il capoluogo, dal quale ci attendevamo scelte molto diverse in merito all’imposta di soggiorno, sembra aver scelto la linea del silenzio».

L’imposta di soggiorno, prosegue la nota di Federalberghi,  «non può continuare ad essere applicata a macchia di leopardo nella regione, peraltro senza alcuna ricaduta significativa per il settore che se ne fa carico».

La Cascata delle Marmore

La Cascata delle Marmore

Le criticità Le altre problematiche sono legate invece «all’eccessivo peso delle imposte locali, ad esempio, che sono arrivate ad un livello non più sostenibile per le imprese; alla necessità di realizzare una programmazione della promozione turistica sempre più condivisa; al nodo irrisolto della scarsa funzionalità delle infrastrutture, che in vario modo continua a penalizzare l’Umbria; alle minacce per le imprese che danno lavoro a migliaia di persone in Umbria rappresentate, ad esempio, dalle proposte di legge che intendono potenziare l’accoglienza a basso costo e l’utilizzo di strutture destinate ad una accoglienza gratuita o a offerta e, infine, al peso crescente del sommerso nel turismo, che grazie alla rete ha assunto anche in Umbria dimensioni inquietanti, configurando rischi concreti in termini di sicurezza sociale, evasione fiscale e contributiva, lavoro nero, mancata tutela dei consumatori».

Preoccupazioni condivise «L’assessore regionale Fabio Paparelli – conclude Federalberghi – condivide le nostre preoccupazioni circa i rischi dell’economia sommersa nel turismo. A lui, e alla seconda commissione consiliare, abbiamo chiesto un confronto urgente su questi temi, anche per presentare le nostre proposte di modifica al Testo Unico sul Turismo».

 

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