Finanza in Regione: «Chi sbaglia paga»

Perugia, l’ex presidente del consiglio regionale, Eros Brega: «Solo i capigruppo possono sapere che cosa è successo»

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L.P.

Non sarà facile fare luce sulle spese dei vecchi gruppi consiliari in Regione. Quello che, nei giorni scorsi, stavano cercando gli uomini delle Fiamme gialle è ormai chiaro a tutti. Scontrini, note spese, documenti relativi alle spese sostenute dai gruppi durante la precedente legislatura e, più precisamente, negli anni 2011 e 2012: prima, cioè, che fosse necessaria la vidimazione della Corte dei Conti e quando sedevano in consiglio ben 10 consiglieri in più.

Palazzo Cesaroni

Palazzo Cesaroni

L’indagine, contro ignoti, aperta dalla procura di Perugia per peculato intanto prosegue. E non è escluso che nei prossimi giorni, sotto il coordinamento del pm Paolo Abbritti, la Guardia di finanza possa tornare a bussare a palazzo Cesaroni e, magari, ascoltare anche qualcun altro dopo le spiegazioni fornite nei giorni scorsi dal segretario generale Fabio Piergiovanni. Di spese pazze in Regione, però, nessuno ne vuol sentire parlare tra i vecchi consiglieri che, ancora oggi, siedono in consiglio e che si sono visti notificare l’avviso a fornire tutta la documentazione.

Ritorno atteso Mentre Andrea Liberati, dei 5 Stelle, tuona contro la mala politica, per qualcun altro questi sarebbero normali controlli di routine. La Finanza, infatti, si era già presentata a palazzo Cesaroni a inizio mese, poi era tornata nuovamente, prima di trascorrere l’intera giornata di venerdì a scartabellare scontrini e fatture. Un ritorno ‘atteso’ dice qualcuno, dal momento che molti dei gruppi sono sciolti e i dipendenti della Regione avrebbero impiegato troppo tempo a consegnare i documenti richiesti. Per questo sono tornati, per accelerare i tempi ed aiutare gli uffici a fornire la documentazione richiesta.

Le spese Quello che, al momento, è certo è che i documenti acquisiti riguardano tutti i vecchi gruppi consiliari, nessuno escluso e che il controllo di veridicità e legittimità dei rimborsi o delle spese sostenute non sarà semplice. Questo perché i gruppi sono sempre stati autonomi e la responsabilità era del singolo consigliere regionale e del capogruppo che sottoscriveva le spese rendicontate dai singoli. Poi, i documenti, venivano inviati all’ufficio di presidenza e finivano nel bilancio per l’approvazione, ma senza alcun potere di controllo da parte dell’assemblea legislativa. «Solo i capigruppo possono sapere che cosa è successo all’interno del proprio gruppo consiliare – spiega Eros Brega che, nella precedente legislatura, era a capo dell’assemblea legislativa – e io sono molto tranquillo, non so se è stata fatta qualche spesa o qualche rendicontazione errata, bisogna avere fiducia nella giustizia e nella magistratura. Ed è giusto che chi ha sbagliato, paghi».

Capogruppo Di certo dorme sonni tranquilli Damiano Stufara, capogruppo di Prc durante gli anni oggetto d’indagine e che ormai ha lasciato la scena istituzionale per dedicarsi ad altro. «Se ci sono controlli, ben vengano. Noi siamo stati gli unici a pubblicare online tutte le fatture e gli scontrini, i documenti relativi alle spese che avevamo rendicontato. Per quanto mi riguarda, massima serenità e disponibilità, abbiamo consegnato tutti i documenti al consiglio regionale a suo tempo. Di spese rendicontate male non saprei dire e, sinceramente, non sono neanche interessato».

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