Fondi Mibact, Assisi chiede conto a Perugia

«Che fine ha fatto il milione di euro donato dal Ministero?». Un’interpellanza del consigliere Masciolini (Pd) riapre il dibattito

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L.P.

Polemiche, interrogazioni, proteste e ordini del giorno. Ma la questione del ‘milione di euro’ ora travalica i confini naturali e arriva direttamente sotto al monte Subasio.

masciolini

Federico Masciolini, capogruppo Pd in consiglio comunale ad Assisi

Interpellanza Protagonista, questa volta, il capogruppo in consiglio comunale del Partito Democratico di Assisi, Federico Masciolini. Porta la sua firma, infatti, l’interpellanza depositata nei giorni scorsi e che sarà discussa nella seduta di mercoledì 19 ottobre e che riguarda la mancata considerazione di Assisi nella realizzazione dei progetti per i quali il Mibact ha assegnato a Perugia la dotazione finanziaria di un milione di euro quale città finalista nella competizione per il titolo di ‘Capitale europea della cultura 2019’. Che, tradotto, suona così: «Come mai i soldi li ha presi e tenuti per sé solo Perugia?».

La candidatura Nel riepilogare l’intera vicenda, Masciolini ricorda come nel 2008 una deliberazione del consiglio comunale di Assisi portò alla candidatura della città serafica a capitale europea della cultura. Stessa cosa fece qualche tempo dopo anche Perugia e, dopo un confronto tra le due amministrazioni, si optò per una sola candidatura che riportasse il nome di entrambe le città. Nacque così la Fondazione PerugiaAssisi 2019 che, nei mesi successivi, diventò il braccio operativo della missione. «Durante l’elaborazione dei progetti – ricorda Masciolini – emerse con chiarezza ciò che per alcuni aveva rappresentato un dubbio e per altri una certezza: l’impossibilità per due città di presentare un’unica candidatura. Si arrivò, quindi, alla presentazione della candidatura con la denominazione ‘Perugia 2019, con i luoghi di Francesco di Assisi e dell’Umbria, Capitale Europea della Cultura’, ma con la consapevolezza del valore che Assisi apportava all’interno del relativo progetto e del conseguente ruolo che le sarebbe spettato in caso di vittoria, così come emerge dai carteggi tra i sindaci delle due città ed il presidente della Fondazione Bruno Bracalente».

PerugiAssisi2019 Il resto della storia è nota ai più, con il milione di euro concesso dal Mibact alle finaliste per poter realizzare comunque una parte dei progetti elaborati nei dossier e con le interrogazioni proposte dai consiglieri Pd dell’amministrazione perugina, affinché gli investimenti potessero essere partecipati con la città. «Ma invece che proseguire in un rapporto di sinergia con Assisi secondo un principio di leale collaborazione ed assegnare il compito di gestire tali risorse alla Fondazione come sarebbe accaduto in caso di successo della candidatura, il comune di Perugia ha deciso di gestirle in autonomia senza tenere in minima considerazione l’apporto che Assisi ha dato all’interno di questa operazione». Una brutta pagina, sottolinea Masciolini, nel rapporto tra due importanti città umbre, «dalla collaborazione tra le quali potrebbero venire idee e progetti in grado di apportare benefici alle proprie comunità ed all’intero territorio regionale».

Due comuni Nasce da qui la richiesta alla giunta di conoscere quali siano le azioni che intende mettere in campo per restituire ad Assisi ciò che gli spetta. Una stoccata che rischia di mettere in difficoltà l’assessore al turismo Eugenio Guarducci, già patron di Eurochocolate e re degli eventi a tema cioccolato e non solo nel capoluogo? «Assolutamente no – precisa Masciolini – vogliamo solo fare chiarezza e capire che fine hanno fatto quei soldi e se sono stati investiti tutti nella rievocazione perugina. Guarducci ha già dimostrato di non essere timido, non avrà problemi a porsi come interlocutore istituzionale con l’amministrazione perugina». Intanto, con un tweet, l’assessore al turismo di Assisi fa sapere di essersi già attivato al riguardo e in attesa di sapere come si muoverà quel che resta da vedere «è come le due amministrazioni gestiranno questi fondi, sempre che ancora ci siano».

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