Gas e mercato libero: gli effetti sulle bollette degli utenti in Umbria

Alle associazioni piovono segnalazioni di rincari indiscriminati, fino a tre volte le bollette dello scorso anno

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di Giovanni Cardarello

Il 1° gennaio 2024 è una data che passa alla storia dell’economia nazionale. In quella data, infatti, termina in via definitiva il cosiddetto mercato tutelato per i clienti non vulnerabili, sulle bollette del gas e le bollette della luce. Questa vicenda, apparentemente solo tecnica, in realtà ha un effetto diretto su tutti i consumatori italiani e sulla gestione economica di famiglie e aziende. Ma di che si tratta?

L’Iva

Per diversi anni, e in particolare negli anni in cui gli effetti economici della pandemia da coronavirus Covid-19 hanno morso la carne viva dell’economia nazionale, le aziende che forniscono gas e luce, hanno tenuti i prezzi calmierati. Il minor introito è stato coperto dallo Stato in termini di sconti fiscali. Ma non solo. Nello stesso periodo l’Iva su questi prodotti è stata pagata in forma ridotta. Ora è tornata al 22%. Tutto questo, soprattutto durante i primi mesi della guerra tra Russia e Ucraina con il volo del prezzo del metano, ha tenuto a bada il costo delle bollette permettendo a famiglie e aziende di tirare avanti. Ma il mercato tutelato, tanto per indicazione dell’Unione Europea, quanto per volontà politica, non poteva essere per sempre. Ed è così che progressivamente i principali gestori hanno iniziato a ‘preparare’ i clienti al passaggio al mercato libero. Mercato libero al quale siamo approdati ufficialmente lo scorso 1° gennaio, anche se qualche gestore lo protrae a luglio 2024.

Il mercato libero

In verità più di qualche fornitore, già da diversi mesi, sta praticando le nuove tariffe e la riprova arriva da quello che segnala, all’edizione oggi in edicola, de Il Messaggero il segretario dell’Unc, Unione nazionale consumatori dell’Umbria, l’avvocato Damiano Marinelli. «Stiamo ricevendo comunicazioni da parte di molti utenti cui i gestori hanno cambiato il contratto e nell’ultima bolletta si sono ritrovati a spendere cifre molto più alte». Paradigmatico il caso di una famiglia di Perugia che per un consumo di 482 metri cubi di gas tra novembre e dicembre 2023 ha speso 1.389 euro. Circa tre volte tanto rispetto a quanto aveva speso nello stesso periodo del 2022. Tutto questo è il frutto avvelenato del passaggio al mercato libero. Passaggio che di base costerà in media il 13% di rincaro per ogni famiglia. Rincaro che, in alcuni casi, supera il 20-25% fino agli estremi del caso citato. Caso citato che non è isolato e che deriva dalle comunicazioni inviate ai clienti dai gestori. È sempre Marinelli a spiegare come i consumatori, nei mesi scorsi, hanno ricevuto la nota relativa all’adeguamento tariffario. Ma spesso si tratta di note inviate via mail (con rischio di finire in spam) e sovente difficilmente interpretabili. Soprattutto quando nella nota non si indicano chiaramente le varie alternative tariffarie disponibili; per non tacere di quando, a fronte di una mancata indicazione da parte del consumatore, viene applicata la tariffa più alta. Come nel caso della famiglia perugina.

Limitare i danni

C’è modo di salvarsi da tutto questo? In realtà no, i rincari ci saranno e ci saranno a prescindere. Ma c’è comunque la possibilità di limitare i danni. E i modi migliori li consigliano tutte le principali associazioni per la tutela dei consumatori. In prima battuta leggere con cura tutte le comunicazioni ricevute e qualora si abbiano dubbi contattare il servizio clienti del fornitore del servizio. In seconda battuta verificare almeno ogni sei mesi lo stato delle offerte pubblicato sul sito di Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente.

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