Gruppo Novelli, nuovo presidio di protesta

Terni, i lavoratori si ritroveranno lunedi prossimo davanti alla Prefettura di Terni per manifestare per l’ennesima volta la loro rabbia

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Un presidio. Un altro. Dopo quello al quale hanno dato vita il 23 ottobre – davanti alla sede aziendale – stavolta i lavoratori del gruppo Novelli e di Fattorie Novelli si ritroveranno, il 21 dicembre dalle ore 10 alle 12,00, sotto la Prefettura di Terni, «l’obiettivo di sollecitare il sistema bancario, che con i continui rinvii di questi mesi, mette a rischio il futuro dell’intero gruppo e quindi di tutti i lavoratori che da ormai alcuni anni hanno dato e stanno dando il proprio contributo, anche in termini di sacrifici economici per salvare l’azienda».

Le banche I lavoratori e i sindacati – Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil – esprimono infatti «forte preoccupazione per lo stato di incertezza che permane sul futuro del gruppo, in particolare dopo l’incontro con il ceto bancario», che avrebbe determinato «un ulteriore rinvio dopo mesi di attesa circa la definizione delle procedure bancarie per la concessione al gruppo Novelli della ‘finanza ponte’».

I ritardi Il Consiglio di amministrazione, dicono i lavoratori Novelli, «indica il 24 dicembre come data ultima entro la quale dovrebbe concludersi l’iter per le deliberazioni delle banche sulle linee di credito e che, di conseguenza, il pagamento della tredicesima mensilità e delle altre competenze non ancora corrisposte ai lavoratori avverrà nel mese di gennaio 2016. L’attesa delle delibere del ceto bancario sulla finanza ponte ha determinato in questi mesi, oltre ad un procrastinarsi inopportuno e controproducente degli investimenti di cui il gruppo ha bisogno, un appesantimento insopportabile delle condizioni dei lavoratori che non possono continuare a pagare i ritardi e le inefficienze, tanto del ceto bancario quanto della direzione aziendale».

Le istituzioni I sindacati chiedono, ovviamente, «alle istituzioni locali di attivarsi al fine di sollecitare la definizione e vigilare sul percorso. L’eventuale mancato rispetto del termine del 24 dicembre – minacciano – costringerà i lavoratori ad intraprendere ulteriori iniziative adeguate alla gravità della situazione».

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