Finanza, nel perugino oltre 3.500 interventi

Il punto del comando provinciale della guardia di finanza di Perugia tra il gennaio del 2018 e il maggio del 2019. L’elenco degli interventi salienti

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Sono 3565 gli interventi conclusi dai militari del comando provinciale della guardia di finanza di Perugia tra il gennaio del 2018 e il maggio del 2019, a cui vanno aggiunte 1395 indagini delegate dalla magistratura nello stesso periodo. Il corpo continua, anche a livello provinciale, a intensificare i propri sforzi per quanto concerne la tutela delle risorse dei contribuenti e dell’erario, secondo i tre obiettivi strategici definiti dal comando generale: lotta all’evasione, all’elusione e alle frodi fiscali.

L’emersione del sommerso

La lotta al sommerso economico rappresenta tuttora il core business delle fiamme gialle. In materia, sono stati eseguiti 1194 interventi nei confronti di imprese di minori e medie dimensioni e 230 attività di contrasto alle frodi Iva. Per quanto concerne i reati fiscali, l’attività posta in essere dal corpo ha permesso di denunciare 233 soggetti e individuare beni sequestrabili per un valore superiore a 34 milioni di euro. L’impegno profuso dai finanzieri nella lotta al ‘sommerso d’azienda’ ha consentito di individuare 332 soggetti sconosciuti al Fisco e riscontrare un’evasione Iva superiore a 27 milioni di euro. Inoltre, sono stati mossi rilievi a 108 datori di lavoro, responsabili di avere impiegato in maniera irregolare, se non completamente ‘in nero’, 233 lavoratori. Nel settore dei giochi e delle scommesse illegali, sono stati portati a termine 134 interventi.

Contrasto agli illeciti nel settore pubblico

La spesa pubblica è un settore particolarmente delicato per quanto concerne l’azione del corpo. Il contrasto all’improprio utilizzo dei fondi pubblici e comunitari è un elemento fondamentale per il buon andamento della Pubblica Amministrazione e per il corretto impiego di quanto versato dai contribuenti. Sono state accertate frodi in danno del bilancio nazionale e comunitario per un valore di 2,5 milioni di euro e l’ammontare dei danni erariali segnalati alla magistratura contabile supera i 48 milioni di euro. L’attività anticorruzione, eseguita nel fondamentale contesto dei servizi offerti al contribuente dalle amministrazioni pubbliche, ha portato alla denuncia di 55 soggetti, molti dei quali pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio.

Contrasto alla criminalità economica e finanziaria

L’attività del comando provinciale di Perugia si è estrinsecata in diverse azioni finalizzate a contrastare i reati economici e le infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto produttivo. Sono stati effettuati 141 controlli atti a fare rispettare la normativa antiriciclaggio, pilastro portante della tracciabilità dei trasferimenti di denaro. Inoltre, le fiamme gialle hanno accertato un ammontare di ‘denaro sporco’ in circolazione pari a 4,4 milioni di euro. Per quanto riguarda le procedure fallimentari, sono state rilevate cifre indebitamente sottratte per un totale di 46 milioni di euro ed effettuati sequestri per un valore di 28 milioni di euro. I risultati conseguiti nell’ambito della cosiddetta ‘responsabilità amministrativa degli enti’ hanno portato a sequestri per un ammontare superiore a 24 milioni di euro. Inoltre, i Finanzieri, non tralasciando l’azione a livello capillare, hanno effettuato 165 controlli nei confronti dei ‘money transfer’ dislocati sul territorio. Sono stati effettuati 1.166 accertamenti atti a verificare la ‘idoneità antimafia’ degli enti operanti all’interno della Provincia. Al riguardo, il valore delle confische effettuate si attesta sui tre milioni di euro.

Esempi concreti

Great Energy

Il gruppo di Perugia, nel contesto di indagini di polizia giudiziaria (c.d. operazione ‘Great Energy’) delegate dalla locale procura della Repubblica a seguito di un controllo fiscale, ha disvelato un’organizzazione criminale operante nel mercato energetico che, attraverso un articolato meccanismo fraudolento e il determinante apporto tecnico-giuridico di un professionista del capoluogo umbro, ha incassato i corrispettivi per le forniture di gas ed energia elettrica erogati a una nutrita clientela, omettendo il pagamento di oltre 20 milioni di euro dovuti sotto forma di accise, Iva e altre imposte. Le indagini hanno consentito di accertare che l’organizzazione, temendo gli esiti dell’accertamento in corso, ha svuotato la cassa di circa 9 milioni di euro simulando contratti di fornitura con una società residente negli Emirati Arabi ma, di fatto, riconducibile ad uno dei promotori dell’organizzazione.

Call center in nero

A seguito di articolate indagini, la guardia di finanza di Perugia ha scoperto nel capoluogo una cartomante che attraverso un call center, gestito come una vera e propria organizzazione imprenditoriale, ha incassato, in quattro anni, oltre 4 milioni di euro completamente in nero. A seguito delle violazioni fiscali constatate, oltre alla denuncia per i reati tributari, è scattato il sequestro per equivalente pari al corrispettivo evaso dalla donna.
Alla cartomante è stato altresì contestato il reato di truffa aggravata per aver minacciato una cliente con dei malefici, avvalendosi dell’intervento di un sedicente mago, al fine di farsi pagare somme per circa 200 mila euro.

Evasione Iva per 40 milioni di euro

Il gruppo di Perugia, a seguito di articolate indagini coordinate dalla locale procura della Repubblica, ha scoperto una frode fiscale in cui sono risultate coinvolte una società perugina attiva nel settore della nazionalizzazione e commercializzazione dei polimeri e quattro aziende ‘cartiere’, prive cioè di struttura produttiva, operativa e logistica, dislocate nel territorio nazionale. Con il sistema della classica ‘frode carosello’ l’azienda perugina ha evaso imposte per oltre 3 milioni di euro. Gli ulteriori sviluppi, che hanno interessato numerosi paesi comunitari, hanno consentito la ricostruzione di flussi di polimeri nazionalizzati in evasione delle imposte per circa 180 milioni di imponibile con conseguente evasione Iva per un valore di circa 40 milioni di euro.

Foligno, attività commerciale travestita da associazionismo sportivo

La compagnia di Foligno, nell’ambito di una verifica fiscale finalizzata a constatare la sussistenza dei requisiti formali e sostanziali, richiesti dalla normativa, per il godimento delle agevolazioni fiscali riconosciute alle associazioni e alle società sportive dilettantistiche operanti nel settore dello sport equestre, ha rilevato che il soggetto verificato svolgeva esclusiva attività commerciale e, pur qualificandosi formalmente come ente di tipo associativo senza scopo di lucro, in realtà era una schermatura a protezione di una società di fatto, in particolare una società in nome collettivo irregolare. L’attività ispettiva ha permesso di ricostruire il volume d’affari da sottoporre a tassazione, rilevando e segnalando all’Agenzia delle Entrate maggiori ricavi per oltre 500 mila euro, con un’evasione Iva superiore a 100 mila euro e l’individuazione di un lavoratore in nero.

Spoleto, in Sae senza diritto

La Compagnia di Spoleto, nell’ambito di una attività di polizia giudiziaria coordinata dalla locale procura della Repubblica, ha individuato 31 persone che, approfittando dello stato di emergenza dichiarato a seguito dei sismi che hanno colpito il territorio umbro nell’agosto e ottobre del 2016, hanno falsamente attestato di risiedere stabilmente ed abitualmente in uno dei comuni interessati dal sisma, percependo indebitamente circa 175.000 euro di contributi per ‘l’autonoma sistemazione’ erogati dallo Stato a favore delle popolazioni colpite. Uno dei soggetti è stato anche denunciato per aver irregolarmente beneficiato di una soluzione abitativa d’emergenza (Sae) del valore di euro 49.450. Si è provveduto a segnalare i 31 beneficiari alla procura Regionale presso la Corte dei Conti di Perugia per il danno erariale derivante dall’avere fraudolentemente percepito i contributi ed è stato chiesto all’autorità giudiziaria il sequestro preventivo per equivalente di beni e disponibilità finanziarie per il corrispondente importo. Sono state così recuperate somme per un valore di euro 41.930, e restituiti i contributi illecitamente percepiti per un importo complessivo pari a euro 60.590.

Città di Castello, evasione in attività all’ingrosso e ricettive

La tenenza di Città di Castello, nell’ambito di un’attività di polizia economico-finanziaria, ha concluso una verifica fiscale nei confronti di una società di capitali operante nel settore del commercio all’ingrosso di calzature, risultata essere evasore totale per gli anni d’imposta 2015 e 2016. L’attività ispettiva, condotta anche attraverso controlli incrociati e accertamenti bancari disposti dalla procura della Repubblica di Perugia, ha permesso di ricostruire la base imponibile derivante dall’attività di impresa, quantificata in oltre 5,16 milioni di euro, di constatare violazioni all’Iva per 1,14 milioni di euro e di denunciare all’autorità giudiziaria competente la legale rappresentante della società per reati fiscali. La stessa tenenza di Città di Castello, nell’ambito dell’intensificazione dei controlli predisposti nei confronti di attività ricettive extralberghiere, ha effettuato una ispezione nei confronti di una country house di lusso ove era stato organizzato un matrimonio di due cittadini stranieri. I Finanzieri hanno identificato 12 dipendenti tra cuochi, camerieri e altro personale utilizzato per la conduzione della struttura, gestita da una società con sede a Roma. Al termine dei controlli di rito, 7 dipendenti sono risultati completamente in nero, pertanto è stata immediatamente inviata una segnalazione all’ispettorato nazionale del lavoro, che ha successivamente applicato la misura della sospensione dell’attività. Il responsabile della società romana si è visto applicare anche una sanzione pecuniaria (c.d. maxi sanzione) di un valore compreso tra 10 mila e 21 mila euro.

Città di Castello, occhio alle sigarette elettroniche

La Tenenza di Città di Castello, a seguito di un’attività di indagine di iniziativa nel settore delle accise sulla produzione e sui consumi, ha svolto un controllo nei confronti di una rivendita di ‘sigarette elettroniche’ del tifernate. Nel corso del controllo veniva riscontrata la presenza all’interno dell’esercizio commerciale di consistenti quantità di liquidi da inalazione per sigarette elettroniche. Detti prodotti sono soggetti ad accisa alla stregua del tabacco da fumo e la loro vendita è subordinata al possesso di specifica autorizzazione rilasciata dall’Agenzia dei Monopoli. Dopo aver accertato che la rivendita era sprovvista della suddetta autorizzazione, sono stati sequestrati 16,11 litri di liquido da inalazione, equivalenti a 90,70 kg di tabacco ‘convenzionale’. Il titolare della rivendita è stato denunciato all’Autorità competente per aver commercializzato generi di monopolio senza autorizzazione.
Un successivo controllo, eseguito nei confronti di un’altra rivendita di sigarette elettroniche e prodotti liquidi da inalazione, ha permesso di accertare che il rivenditore ha posto in vendita, oltre a prodotti base che, presi singolarmente, non sono tecnicamente inalabili e quindi non soggetti ad accisa, anche liquidi inalabili, preparati e miscelati artigianalmente, in evasione di accisa. Sono stati pertanto sottoposti a sequestro amministrativo i liquidi inalabili miscelati artigianalmente per un quantitativo pari a 793 millilitri, corrispondenti a 4,47 Kg di tabacco convenzionale ed è stata elevata la sanzione amministrativa edittale pari a euro 22.323.

Gubbio, operazione ‘Lux’

La tenenza di Gubbio, nell’ambito di un’operazione di servizio denominata ‘Lux’, avente ad oggetto il settore delle erogazioni di pensioni estere di origine lussemburghese, ha individuato 84 soggetti residenti in Italia (63 evasori totali e 21 paratotali) che non hanno indicato in dichiarazione la pensione estera percepita, sottraendola a tassazione nel territorio nazionale.
L’attività ha consentito di constatare che non sono stati dichiarati elementi positivi di reddito pari ad euro 10.660.195, sui quali è stata stimata un’imposta evasa pari a euro 2.700.794

Gubbio, operazione ‘Tyres’

La Tenenza di Gubbio, nell’ambito di un’attività di polizia tributaria e polizia giudiziaria (c.d. operazione ‘Tyres’) eseguita nel settore delle frodi all’Iva comunitaria perpetrate con il collaudato sistema delle ‘frodi carosello’, ha scoperto 7 società ‘cartiere’ e 4 società ‘filtro’ che hanno acquistato ingenti quantitativi di pneumatici attraverso una società lussemburghese, gestita da un cittadino italiano residente a Gualdo Tadino, il quale ha rifornito tramite un complesso sistema 11 rivenditori finali, uno dei quali in Fossato di Vico, terminale territoriale della frode.

Assisi, evasione con commercialista

La tenenza di Assisi, al termine dell’esecuzione di tre verifiche fiscali e di indagini dirette procura della Repubblica di Perugia, ha disvelato un sistema di evasione fiscale ed elusione delle azioni di recupero da parte dell’erario, operato da un sodalizio criminoso i cui membri, legati da vincoli familiari, erano sapientemente ‘consigliati’ da un professionista. L’attività investigativa si è ulteriormente sviluppata tramite l’esecuzione di prolungate attività tecniche — cui ha collaborato la sezione di polizia giudiziaria – aliquota guardia di finanza presso la procura inquirente — che hanno permesso di accertare reati di bancarotta fraudolenta commessi attraverso fittizi trasferimenti di rami d’azienda. A conclusione dell’indagine è emerso che il sodalizio criminoso, attraverso la creazione di appositi soggetti economici ed il fallimento degli stessi, ha omesso il versamento di 800 mila euro di imposte, ha distratto dal patrimonio delle diverse imprese fallite liquidità per oltre 360 mila euro e non ha dichiarato elementi positivi di reddito per 1.849.275 di euro, un’Iva dovuta per 194.898 euro, una base imponibile I.R.A.P. di 1.812.102 euro e ritenute operate e non versate per un ammontare di 45.413 euro. Per i reati di bancarotta fraudolenta, omessa dichiarazione, emissione di fatture per operazioni inesistenti, occultamento o distruzione di scritture contabili e violazione di sigilli, il GIP del Tribunale di Perugia ha disposto la custodia cautelare nei confronti di tre soggetti.

Todi, emersione del sommerso

La tenenza di Todi, a seguito di un’articolata attività di polizia economico-finanziaria finalizzata al contrasto delle varie tipologie di ‘sommerso di lavoro e di azienda’, ha scoperto un particolare fenomeno evasivo dell’Iva e delle Imposte Dirette posto in essere da una società operante nel settore dell’installazione di impianti elettrici e della costruzione di edifici. È stata calcolata una sottrazione all’Erario di materia imponibile per complessivi 9 milioni di euro e un’imposta sul valore aggiunto evasa per quasi 4 milioni di euro. I due amministratori della società, succedutisi nel tempo, sono stati deferiti alla procura di Spoleto per i reati di omessa e infedele dichiarazione. A garanzia del credito erariale è stato eseguito un sequestro preventivo per equivalente di cinque autoveicoli, tre saldi di conto corrente bancario e diverse quote di partecipazione societaria.

Illeciti nel settore della spesa pubblica

Perugia, operazione ‘Rimborsi Sicuri’

Il nucleo di polizia economico-finanziaria di Perugia, su delega della locale procura della Repubblica, ha eseguito un’attività di polizia giudiziaria (denominata ‘Rimborsi Sicuri’) finalizzata a verificare la regolarità dei rimborsi accordati dalla Regione Umbria ai Gruppi Consiliari regionali per le spese del personale e di funzionamento nelle annualità 2011 e 2012.
L’attività ha consentito la denuncia di 23 soggetti – per i reati di peculato, abuso d’ufficio, illecito finanziamento ai partiti e truffa aggravata ai danni di ente Pubblico – e la segnalazione all’autorità giudiziaria e alla procura Regionale della Corte dei Conti di un importo complessivo di oltre 700 mila euro.

Perugia, frodi comunitarie sul vino

Il gruppo di Perugia, nell’ambito della lotta alle frodi comunitarie in particolare nel settore della promozione dei prodotti vitivinicoli, ha eseguito, su delega della locale procura della Repubblica, una complessa e articolata attività di polizia giudiziaria nei confronti di un’associazione temporanea di imprese. Il servizio si è concluso con la segnalazione all’autorità giudiziaria di 5 soggetti in concorso tra loro per i reati di malversazione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Su disposizione dell’autorità giudiziaria sono stati sequestrati beni per un valore di oltre 600 mila euro.

Foligno, prestanome per falsare le gare

La compagnia di Foligno ha scoperto un sodalizio criminoso avente quale ideatore e dominus un imprenditore romano intento a turbare il naturale svolgimento delle procedure di incanto indette da alcuni comuni umbri falsandone l’esito finale di aggiudicazione. Le attività di indagine hanno permesso di appurare l’impiego di prestanomi, posti formalmente come rappresentanti delle società riconducibili al centro decisionale identificato nell’imprenditore romano, che hanno redatto atti idonei diretti in modo non equivoco a turbare le gare di appalto bandite dai comuni di Trevi, Deruta e Preci, autocertificando falsamente di essere in possesso dei requisiti.

Foligno, in vacanza all’estero con i permessi malattia

La compagnia di Foligno, nell’ambito di articolate indagini di polizia giudiziaria, ha denunciato un uomo recatosi all’estero, in almeno due occasioni, mentre usufruiva dei permessi retribuiti previsti dalla legge 104/1992, norma che permette di assentarsi dal lavoro per prendersi cura dei familiari malati o con gravi forme di disabilità. L’uomo, fruendo dei permessi richiesti per accudire la nonna, si è recato all’estero unitamente alla compagna. Nel corso del 2017 le fiamme gialle hanno riscontrato che il lavoratore è andato a Bangkok per capodanno e a Barcellona per ferragosto; in entrambi i casi, l’uomo ha chiesto la concessione di tre giorni consecutivi di permesso retribuito ai sensi della legge 104, ‘agganciandoli’ a giorni di ferie o a riposi settimanali. L’uomo, un trentenne di Foligno, è stato denunciato alla competente autorità giudiziaria per truffa aggravata nei confronti dello Stato, reato per il quale rischia la reclusione da uno a cinque anni, oltre al licenziamento per giusta causa.

Città di Castello, pensione della nonna morta

La tenenza di Città di Castello ha smascherato e denunciato due persone per aver indebitamente beneficiato della pensione di una donna deceduta da oltre 5 anni, accreditata su un conto corrente intestato alla stessa. Al termine di articolate indagini, delegate dalla competente autorità giudiziaria, è stato possibile appurare che il vedovo e la nuora di un’anziana signora, defunta da tempo, hanno continuato a trarre vantaggio dall’assegno sociale mensilmente riconosciuto a quest’ultima, non avendo mai provveduto a comunicare all’Inps l’avvenuto decesso. I due truffatori si sono appropriati del bancomat associato a detto conto corrente e lo hanno utilizzato quasi esclusivamente per effettuare acquisti di modesto importo in supermercati differenti, per un ammontare che è risultato essere superiore a 10.000 euro. I finanzieri hanno rilevato che tutte le volte che è stata utilizzata la carta bancomat per gli acquisti sono stati accreditati i relativi punti premio su un’apposita carta di raccolta punti di una nota catena di supermercati. Grazie alla brillante intuizione, gli investigatori hanno così potuto identificare con certezza i responsabili della truffa, in quanto titolari della tessera fedeltà utilizzata in corrispondenza dei pagamenti effettuati con il bancomat intestato alla defunta. Su richiesta delle fiamme gialle, la Magistratura ha disposto il sequestro del conto corrente e delle somme illecitamente percepite.

Criminalità organizzata economico finanziaria

Il finto broker spoletino

Il nucleo di polizia economico-finanziaria di Perugia ha eseguito una complessa attività di Polizia Giudiziaria (‘Op. Garanzia’) nei confronti di un sodalizio criminoso facente capo a un broker assicurativo spoletino. Il soggetto – denunciato nel corso delle indagini – è risultato a capo di un articolato gruppo di società che ha rilasciato abusivamente, sull’intero territorio nazionale e in assenza della necessaria iscrizione all’albo speciale previsto dal testo unico bancario, circa 4.000 polizze fideiussorie a favore di privati ed enti pubblici, a garanzia di esposizioni debitorie per oltre 560 milioni di euro. I successivi accertamenti hanno evidenziato come lo stesso abbia fatto transitare gran parte dei profitti illecitamente conseguiti (pari a euro 9.426.101) nella propria disponibilità, anche al fine di finanziare altre attività imprenditoriali. Al termine del servizio sono stati denunciati 11 soggetti, eseguiti due sequestri preventivi per equivalente verso beni mobili, immobili e quote societarie per un totale complessivo di euro 1.148.659,24. È stata inoltre applicata la misura cautelare di prevenzione patrimoniale su 5 unità immobiliari, 3 autoveicoli, quote e azioni societarie, nonché risorse finanziarie, per complessivi euro 1.747.103,00. All’esito della verifica fiscale, è stata infine contestata una base imponibile di euro 2.198.106.

Perugia, operazioni ‘Pirata’ e ‘Ca pala’

Il nucleo di polizia economico-finanziaria di Perugia, nell’ambito dell’attività di servizio denominata ‘Pirata’, ha eseguito un’indagine che ha consentito di disarticolare un sodalizio criminoso dedito allo spaccio di stupefacenti. Le indagini hanno permesso, nel tempo, di arrestare in flagranza di reato due soggetti e di sequestrare circa 2,5 kg di sostanze stupefacenti. Inoltre, a seguito delle investigazioni, l’autorità giudiziaria ha potuto emettere misure cautelari di natura personale nei confronti di cinque componenti del sodalizio.

Nell’ambito dell’attività di servizio denominata ‘Ca’ pala’, ha eseguito un’indagine che ha consentito di trarre in arresto due soggetti e sequestrare oltre 3 kg di sostanze stupefacenti.
Il servizio è scaturito dall’esecuzione di una ‘consegna controllata’, attivata dalla direzione centrale dei servizi antidroga su segnalazione dell’Organo collaterale spagnolo, nei confronti di un cittadino bulgaro residente in Terni. Dall’arresto di quest’ultimo, con il contestuale sequestro dell’ingente quantità di stupefacenti, sono scaturite penetranti indagini che hanno permesso di risalire all’artefice dei traffici delittuosi, soggetto residente in Roma con precedenti nello specifico settore, che è stato successivamente tratto in arresto su disposizione dell’autorità giudiziaria di Terni.

Tutela del mercato dei beni e servizi

La catena di Sant’Antonio

Il gruppo di Perugia ha scoperto e interrotto una pericolosa ‘catena di Sant’Antonio’ a cui avevano aderito circa 300 persone, per un giro d’affari di oltre 100 mila euro. L’iniziativa è stata pubblicizzata attraverso due siti web sui quali si promettevano facili guadagni e altri vantaggi economici quali buoni carburante e sconti del 100% per l’acquisto di auto e camper. I promotori del progetto, tre italiani di cui uno perugino, sono stati denunciati all’autorità giudiziaria per avere organizzato e promosso una struttura di vendita piramidale vietata dalla legge. Sono stati inoltre sequestrati e oscurati due siti internet per evitare l’ulteriore diffusione del fenomeno.

Dogane, monopoli, accise e demanio

Contrasto al gioco illegale

Il gruppo di Perugia, nell’ambito del contrasto al gioco illegale, ha denunciato un gestore di due agenzie di scommesse non autorizzate e sequestrato diverse apparecchiature per la raccolta abusiva dei pronostici. L’uomo era sprovvisto della prescritta licenza nonché delle autorizzazioni e concessioni rilasciate dall’agenzia dei Monopoli. Nell’ambito della prevenzione del gioco illegale e la tutela dei minori, è stato altresì sanzionato il gestore di una sala scommesse che aveva consentito ad alcuni minorenni la partecipazione al gioco.

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