Marcia Perugia-Assisi: «Osiamo la fraternità»

A 50 anni dalla scomparsa di Aldo Capitini si rinnova il messaggio della ‘Tavola della pace’. Solidarietà al sindaco di Riace, arrestato

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Susanna Camusso alla partenza

Un’edizione particolare: a 50 anni dalla scomparsa di Aldo Capitini, la ‘Marcia della pace’ Perugia-Assisi rinnova il proprio significato nell’attualità, con un pensiero di solidarietà anche al sindaco di Riace, Mimmo Lucano, arrestato nei giorni scorsi per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Coloratissima come sempre, è partita domenica mattina – dapprima sotto una leggera pioggia e poi con il sole – ed ha superato di gran lunga quota 25 mila partecipanti, quelli inizialmente stimati dagli organizzatori. La domenica è iniziata con la messa officiata da padre Alex Zanotelli nella basilica di San Pietro, a Perugia. E si è conclusa nel pomeriggio alla Rocca Maggiore di Assisi. Fra scuole, associazioni, sindacati e amministrazioni locali si è prossimi, in questa edizione 2018, alle mille adesioni.

Pietro Grasso

«Accoglienza, fraternità»

Parole d’ordine della manifestazione – Flavio Lotti, che la coordina, è sempre in prima linea – oltre a ‘pace’, anche ‘accoglienza’ e ‘fraternità’. Tanti gli striscioni, i gonfaloni, le bandiere della pace sventolate sotto una pioggia leggera dai presenti. Fra cui i segretari della Cgil Susanna Camusso e della Uil Carmelo Barbagallo, il segretario del Pd Maurizio Martina, gli ex presidenti del Senato Pietro Grasso e della Camera Laura Boldrini («La pace non è data per sempre – è il suo tweet – ma va difesa ogni giorno dal clima d’odio e dagli spacciatori di paura»), Giuseppe Civati (Possibile), la presidente della Regione Catiuscia Marini, il vide Fabio Paparelli, il sindaco di Perugia Andrea Romizi, il presidente della Provincia Nando Mismetti, il presidente del consiglio regionale delle Marche Antonio Mastrovincenzo e tanti altri esponenti di istituzioni, sindacati, movimenti, partiti e associazioni.

L’abbraccio di Assisi

«I frati del Sacro Convento di Assisi attendono con gioia la Marcia della Pace, sapendo che questo popolo è il popolo dalle radici vere che sa accogliere. È il popolo dei ponti non dei muri. Grazie a questi marcianti coraggiosi sarà possibile un’Italia più bella e accogliente – dichiara il direttore della sala stampa del Sacro Convento di Assisi, padre Enzo Fortunato -. Una coda interminabile unirà simbolicamente l’Italia ad Assisi per costruire nuovi ponti. Ci sarà un popolo in cammino verso lo stupore e l’incontro, verso il dialogo e l’accoglienza. Un rimettersi in cammino per vincere contro la rassegnazione e l’odio, perché a volte si può anche vincere coi sondaggi, ma si perde con la vita».

«Nobel al modello-Riace»

Da Flavio Lotti, alla partenza della marcia, è arrivata una proposta destinata a fare rumore: «Candidiamo al premio Nobel per la pace il modello di accoglienza del comune di Riace. Non è una questione di persone ma parliamo di un metodo di accoglienza che punta su integrazione, solidarietà e accoglienza. I nostri stessi valori». Da Catiuscia Marini, l’invito alle istituzioni – ad ogni livello – a «rispettare non solo la Costituzione, ma anche a mettere in campo un’azione positiva volta a difendere i diritti umani delle persone. Adottare il Daspo addirittura nei pronto soccorsi – ha detto la presidente della Regione Umbria all’Ansa – rappresenta una grande violazione dei diritti umani e della dignità delle persone. La marcia è anche un momento per riflettere su tutti questi temi, sul dialogo a livello internazionale ma anche di impegno nel nostro paese». Dal palco Beatrice Covassi, capo rappresentanza in Italia della Commissione europea, ha affermato che «l’Unione europea ha come obiettivo la pace e oggi siamo qui per ricordarlo».

«Siamo in 100 mila»

Alle ore 14 – secondo le stime degli organizzatori – il corteo dei manifestanti era lungo 15 chilometri: «Siamo più di 100 mila» esulta il ‘popolo’ della Marcia della Pace. Circa 500 gli autobus con cui sono giunti a Perugia i partecipanti. Nel primo pomeriggio la testa della marcia è arrivata ad Assisi alla basilica di San Francesco. Il momento conclusivo è previsto alla Rocca della città di San Francesco.

«Osiamo la fraternità!»

«Nessuno deve essere lasciato solo! – si legge nel manifesto finale della Marcia della Pace 2018 – Diciamo basta all’individualismo e alla competizione che ci impediscono di rispondere ai bisogni fondamentali delle persone. Cerchiamo assieme le soluzioni dei problemi che non sono ancora state trovate e intraprendiamo nuove iniziative per attuarle. Prendiamoci cura di tutti, senza distinzioni, a cominciare dai più vulnerabili. Rimettiamo al centro della nostra comunità, della nostra società le persone, tutte le persone, la loro dignità e i loro diritti umani fondamentali. Costruiamo un argine alla violenza diffusa, al razzismo, alle discriminazioni, al bullismo, alle parole dell’odio… Riaffermiamo il dovere umano di assicurare ad ogni persona dignità e rispetto. Riaffermiamo il principio universale di uguaglianza e di giustizia. Riaffermiamo il dovere di proteggere ovunque tutte le persone minacciate da violenze, guerre, persecuzioni, sfruttamento e sistematiche violazioni dei diritti umani! Osiamo la fraternità!».

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