Movimprese: Perugia cresce meno di Terni

Le cose non vanno bene, in generale, ma si avvertono piccoli segnali di ripresa. In percentuale, nella città dell’acciaio si va meglio che nel capoluogo

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110 imprese in più tra luglio e settembre 2018 nella provincia di Perugia, 17 in quella di Terni, ma in percentuale il tasso di crescita provinciale del capoluogo si ferma a + 0,15% e resta al di sotto del dato regionale (+0,19%) oltre che della media nazionale ( 0,20%). Lo dicono i dati delle due camere di commercio.

Nascono e muoiono

Nei 90 giorni del terzo trimestre 2018 sono state costituite 673 nuove imprese, a fronte delle 563 che hanno chiuso i battenti. Il saldo tra imprese nate e imprese cessate nel III trimestre 2018 è positivo di 110 unità. Rispetto allo stesso periodo del 2017, nel III trimestre 2018 sono nate appena 13 imprese in meno (-1,9%). Molto positivo, invece, il dato delle cessazioni che scende di quasi il 10%, in valore assoluto 61 imprese in meno uscite dal mercato. Stabile il numero delle imprese in Umbria. A Terni le imprese sono 94.375 aziende (scostamento lieve rispetto all’ultimo bilancio al 30 giugno 2018 che segnava 94.358 imprese registrate); in particolare tra luglio e settembre si registrano 235 iscrizioni a fronte di 167 cancellazioni, il saldo è pertanto positivo per 68 nuove aziende che da luglio operano sul mercato. Il bilancio dei settori fotografa una situazione di sostanziale tenuta, ad eccezione del commercio che resta ancora in terreno negativo (42 iscrizioni tra luglio e settembre a fronte di 64 cessazioni). Saldo lievemente in positivo nei settori dell’agricoltura (+7) e delle costruzioni (+5).

Imprese, i dati di Perugia

Deciso avanzamento delle società di capitali che al 30 settembre 2018 raggiungono quota 17.270 unità (+0,71%), in calo le società di persone che toccano i minimi con 16.033 unità. Praticamente fermo lo stock delle imprese individuali, il più consistente dell’intera base imprenditoriale, attestato a quota 37.419 (+0,03%). In discesa costruzioni (- 1,1%), commercio all’ingrosso e al dettaglio (-1,2%), le attività manifatturiere (-0,7%). In progressione il settore fornitura di energia elettrica e gas (+9%), noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (+4,3%), sanità e assistenza sociale (+6,8%). Stabile agricoltura, silvicoltura e pesca (+0,1%). Tra luglio e settembre di quest’anno, la base imprenditoriale si è allargata di 110 imprese, con lo stock complessivo che ha toccato al 30 settembre 2018 quota 72.701 unità, con un progresso rispetto a un anno fa di appena lo 0,1% (in valore assoluto 57 imprese in più). 

Mencaroni: «Base imprenditoriale non riesce ad esprimere dinamicità»

«La base imprenditoriale della nostra provincia si allarga, e questo ci conforta, ma procediamo a ritmi lenti (appena l’0,15% in più) e per di più inferiori al dato regionale (+0,19%) e a quello nazionale dello 0,20% – ha notato il presidente della Camera di Commercio di Perugia Giorgio Mencaroni – è evidente che ci troviamo in una fase di stallo, in cui la base imprenditoriale perugina non riesce ad esprimere una dinamicità capace di fare crescita. Nel terzo trimestre appena concluso hanno aperto praticamente le stesse imprese di un anno fa (673 contro 684), mentre è molto positivo il dato delle chiusure, passate in un anno da 624 a 563».

Imprese, i dati di Terni

La perfomance della città dell’acciaio a livello tendenziale, registra rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, un +0,31%, mentre il tasso di crescita a livello regionale si fermo allo 0,19%. Un segnale positivo arriva dalla crescita delle società di capitale (+0,77%) indicativo di una economia che cerca di strutturarsi; anche se lo scostamento in positivo è sotto all’1%, stesso trend a livello regionale che segna una crescita dello 0,72% delle società di capitale. In valore assoluto sono 5.508 le società di capitale, 3.847 le società di persone, 11.612 le ditte individuali, 707 le “altre forme” (cooperative e società consortili) per un totale di 21.674 imprese registrate, che in valore percentuale si traduce in un lieve +0,31% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno.

Flamini: «Servono nuovi strumenti»

«Il tessuto imprenditoriale della nostra provincia continua a risentire degli effetti della crisi – sottolinea il presidente Giuseppe Flamini – tuttavia i terminali della Camera di Commercio hanno registrato un lieve incremento nel numero delle iscrizioni. Occorrono nuovi strumenti e misure per aiutare i giovani e gli imprenditori ad investire nel cambiamento, penso soprattutto alla sfida del digitale». Due sono le misure che mette a disposizione la Camera di Commercio di Terni per favorire l’ingresso nel digitale: in ambito formativo sono in corso le cosiddette ‘pause intensamente digitali’, lezioni di un’ora gratuite a cura del punto impresa digitale.

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