di Alice Tombesi
«Siamo abbandonati da tutti. Non cerco compassione, voglio solo capire con chi devo parlare». È fermo il tono di Mauro Icardi, 51 anni, mentre ad umbriaOn racconta le difficoltà che sta riscontrando in questo periodo d’emergenza: «Noi abbiamo un piccolo parco giochi e da marzo ad ottobre facciamo tutte le sagre itineranti tra Narni, dove risiedo, Perugia, Dunarobba, Avigliano Umbro, Amelia. Con il coronavirus hanno bloccato tutto ma saremmo disposti a riaprire più in là con le dovute precauzioni (sanificazione, mascherine e guanti, entrate a gruppi di poche persone) anche perché le persone prima o poi riusciranno. Noi portiamo colori e luci, musica e gioia per grandi e piccini».
SPECIALE CORONAVIRUS – UMBRIAON
Incertezza e tante difficoltà
Nel periodo in cui il suo lavoro doveva prendere il via, Mauro, come il resto di coloro che lavorano nello spettacolo itinerante – il circo ad esempio – o gestiscono luna park , è rimasto appeso al filo dell’incertezza, senza sapere a chi rivolgersi per ricevere risposte ed aiuti. Quello del bonus di 600 euro non è sufficiente a sostenere famiglie come quella di Mauro: «Ho fatto la richiesta ma solo uno di noi lo riceve su cinque che siamo, in più mia moglie è malata e deve fare le terapie. Non riusciamo a capire con chi parlare e con chi muoverci. Ho parlato con il Comune di Narni e anche loro aspettavano di capirci qualcosa dal decreto del 4 maggio ma così non è stato».
«Notti insonni»
Gli aiuti del Governo cercano di arrivare a coprire tutte le categorie, per non far sentire abbandonato nessuno. Tuttavia a chi, come Mauro, vive ogni giorno con il pensiero di non sapere come andare avanti, la solidarietà (per quanto concreta possa essere) non basta: «Siamo come formiche: lavoriamo l’estate per poter tirare avanti d’inverno ma a questo punto dovrò iniziare a cercare un altro lavoro per poter mantenere la famiglia. La situazione è seria, non ci dormo la notte».