Narni, vertice al Mise: Gosource dica tutto

Terni, grande attesa e anche qualche timore per il vertice con i nuovi padroni dello stabilimento che produceva elettrodi di grafite: si attende il piano industriale

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L’appuntamento è alle 14, al solito posto: via Veneto, angolo via Molise. Roma. Sì, insomma, la sede del ministero dello Sviluppo economico. A politici, sindacalisti e lavoratori dell’Umbria non serve certo il ‘navigatore’ per arrivarci, visto che ormai conoscono quella zona della capitale come il quartiere dove vivono.

Il vertice Al Mise si torna, stavolta, per quella che una volta era la Elettrocarbonium di Narni, poi diventata Sgl Carbon, poi tornata al vecchio nome e poi chiusa. E che ora potrebbe tornare a produrre quegli elettrodi di grafite per forni elettrici delle acciaierie che, oltre ad essere la sua produzione storica, stanno riscuotendo nuovo interesse sul mercato mondiale.

Gosource Lo stabilimento narnese è passato sotto il controllo di Gosource Group ed un primo incontro, sempre al Mise, si era concluso con sorrisi stentati visto che si era descritta «una strada ancora irta di problematiche e nodi da sciogliere tutta da percorrere, che per la prima volta lascia intravvedere una flebile luce in fondo al tunnel, dopo le vicende poco edificanti degli ultimi anni». 

Matteo Renzi

Il piano Nella riunione in programma, Gosuorce dovrà – queste almeno le aspettative – mettere sul tavolo le carte relative a quel piano industriale che nell’incontro precedente era stato annunciato solo verbalmente dal manager del gruppo incaricato di realizzare l’operazione di acquisizione e la ripartenza della produzione, Wei-Ming Shen. Il piano, aveva detto, «prevede un investimento di 23 milioni di euro, da realizzarsi nell’arco di un massimo di 36 mesi. A conclusione del percorso è prevista una capacità produttiva di 30.000 tonnellate annue, con l’occupazione che si attesterebbe tra i 100 e i 120 addetti complessivi. L’obiettivo è quello di aumentare le vendite tra gli attuali clienti e la ricerca di nuovi». Martedì, durante l’incontro con Matteo Renzi e la vice ministro Teresa Bellanova, il sindaco di Narni Francesco De Rebotti, aveva esternato le proprie speranze.   

LE SPERANZE DEL SINDACO DE REBOTTI – IL VIDEO 

Teresa Bellanova

Le tappe Su come arrivare a quei risultati, però, non ci sono state anticipazioni incoraggianti, visto che su era parlato di una «prima fase di 6 mesi; nel primo periodo si partirà con l’attivazione delle fasi finali del ciclo produttivo, utilizzando il prodotto semilavorato che proveniente dagli altri stabilimenti di produzione (umbriaOn lo aveva anticipato; ndr). La seconda fase 18/24 mesi, necessari al completamento dell’impiantistica utile all’attivazione di tutte le fasi di lavorazione. La terza fase è il periodo massimo di 36 mesi entro il quale lo stabilimento deve essere in grado di raggiungere la massima capacità produttiva». 

Produzione e occupazione Ovvio che l’attenzione – c’è ovviamente da seguire anche tutela parte relativa alle bonifiche- è concentrata sul come produrre gli elettrodi e sull’occupazione che da questa produzione potrà essere generata: rilavorare prodotti fatti altrove, come viene ipotizzato nella prima fase, permetterebbe di far rientrare i fabbrica una trentina di persone, mentre la rioccupazione totale potrà avvenire solo nella fase della produzione integrale degli elettrodi. Ed è su questo che Gosource dovrà parlare chiaro.  

 

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