Norcia: gazebo del ristorante accanto al monumento ai Caduti. «Scelta scellerata»

Un lettore si interroga su quanto ‘scoperto’ in piazza Vittorio Veneto

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di D.V. (lettera firmata)

Mi capita sempre: passo per Norcia più o meno per caso, di solito dopo aver asceso alle vette dei Sibillini e, tra un’ipotesi di panino ristoratore e l’altra, finisco per passare in quella piazzetta (piazza Vittorio Veneto, ndR) col monumento eretto in memoria dei locali ‘Caduti di tutte le guerre’. In verità lo faccio in ogni dove, allorché ne trovi uno. Dopo tutto lo ‘stivale’ ne è pieno: dal Risorgimento al secondo conflitto mondiale, passando per la Grande Guerra. L’Italia dovrebbe avere, a ragione, anche una cartina dei mausolei bellici da insegnare tanto ai piccoli, nelle scuole, quanto ai grandi (in primis certi politicanti), sovente da ‘rimandare a settembre’ fino alla fine dei tempi, in Storia Patria. Sì, perché ritengo giusto e doveroso rendere omaggio a chi sacrificò la propria vita, obbligato, nel nome di questo Paese, definibile a scelta e in vari modi, ma certamente reo di avere troppo spesso la memoria corta e la testa rivolta altrove.

La commemorazione non può e non dev’essere legata a una data ricorrente, che fa tanto ‘festa’, magari con ‘ponte’ al seguito… La commemorazione è una forma mentale: o ce l’hai e allora la ‘adoperi’, o proprio non te ne fai un problema, con o senza calendario alla mano. E allora iniziano i guai. Giusto domenica, compiendo la consueta rilettura dei nomi di quei ragazzi nursini, eroi postumi loro malgrado, ho visto uno scempio che mai avrei potuto concepire neppure in ipotesi: il gazebo esterno di un ristorante, posizionato di fatto ‘attaccato’ al monumento in questione. Sono rimasto basito, esterrefatto, ammutolito, incredulo, deluso, rattristato, ovvero, con linguaggio da bar: ‘mi sono incazzato come una iena’. Reputo tale abbinamento, pur temporaneo e legato alle esigenze vacanziere estive, una scelta scellerata e affatto condivisibile, autorizzata da un’amministrazione evidentemente distratta. Cari Voi, che foste mandati allo sbaraglio con fucile e baionetta e sacrificati come carne da macello sull’Altare della Patria (quello vero), perdonate loro, perché non sanno quel che fanno.

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