«Nuovo ospedale a Terni con fondi privati: a chi giova davvero?»

Se lo chiede il consigliere regionale Fabio Paparelli (Pd): «La situazione ha contorni controversi e in parte opachi»

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di Fabio Paparelli
Consigliere regionale Umbria – Pd

Che senso ha, e soprattutto, a chi giova veramente realizzare a Terni un nuovo ospedale sul sito attuale, attraverso un project financing con soldi privati, quando si potrebbero utilizzare, a tale scopo, risorse pubbliche disponibili sul fondo Inail che ha una capienza di oltre 40 miliardi di euro, e quindi sufficienti ad intervenire contestualmente anche su quello di Narni e Amelia? Ritengo doveroso fare chiarezza su questo aspetto perché la situazione che riguarda il nuovo ospedale inizia ad assumere contorni controversi e, per certi versi, opachi.

Perché, ad esempio, la presidente della Regione ha deciso di affidare la valutazione del project ternano all’assessore alla viabilità e ai trasporti Enrico Melasecche, bypassando di netto le competenze del collega della sanità, Luca Coletto. Non sarà forse perché l’assessore veneto ha già dato prova, nella sua regione, di ritenere controproducente dal punto di vista finanziario e della qualità dei servizi erogati, l’ingresso di fondi privati per la realizzazione di nuovi ospedali? O forse perché lo stesso ha bocciato a suo tempo il progetto stadio-clinica perché illegittimo? E ancora, l’ostinata volontà di realizzare questo nuovo presidio sanitario sulla stessa area dell’attuale a quale logica risponde, visto che gli stessi operatori sanitari lo ritengono una follia e tutti sono contrari? Perché non intendono realizzarlo in una zona libera dal traffico e collegata alle grandi vie di comunicazione? Ci spieghino perché ci si ostina a pagare quasi un milione di euro di affitto all’anno per mantenere gli uffici della Usl in via Bramante, quando sarebbe possibile portarli, insieme ad una nuova Casa della salute, al ‘Santa Maria’ una volta realizzato altrove il nuovo ospedale? Quelle risorse, ad esempio, potrebbero essere utilizzate a beneficio di nuove strutture sanitarie.

Queste semplici domande se le stanno ponendo i ternani che hanno a cuore la sanità pubblica e non hanno interesse a perorare la causa di certi costruttori e a pagare fior di consulenze private. Il rischio che intravedo è quello di rimpinguare la tasche di qualche impresa privata, così come già avvenuto con l’ex Milizia, e puntare a dimezzare la capacità di cura e accoglienza dell’ospedale di Terni. La presidente Tesei dica pubblicamente se ha davvero a cuore la salute di questa parte dell’Umbria piuttosto che gli interessi di gruppi e imprese private. Dimostri che non intende trattare i ternani come cittadini di serie B visto ciò a cui stiamo assistendo. Tutto lascia pensare che l’obiettivo non dichiarato sia quello di depotenziare Terni nell’ottica della creazione di un’azienda unica ospedaliera regionale.

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