Ospedale di Terni, Riabilitazione ‘sospesa’

La Cgil: «Si all’apertura contemporaneamente all’assunzione di nuovo personale». La Fials: «Creare lavoro, non fare spostamenti per lasciar posto alle cooperative»

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Quando umbriaOn lo ha portato alla ribalta – una settimana fa – quello della mancata apertura del reparto di ‘Riabilitazione intensiva neurologica’ rientrava un un ‘normale’ argomento di discussione – tra Azienda ospedaliera e sindacati – su tempi e modalità. Solo che tra una discussione e l’altra sono passati cinque mesi e mezzo da quando quel reparto – con dotazioni d’avanguardia e frutto di investimenti notevoli, ma soprattutto potenzialmente decisivo per il recupero di persone affette da patologie gravi – è stato inaugurato ‘a vuoto’. Nel senso che non ha mai aperto.

Le polemiche Da quando il caso è stato portato alla ribalta, è successo che il presidente dell’Unmil, Gianfranco Colasanti, è tornato a mettere pressione sul direttore generale dell’azienda ospedaliera, Maurizio dal Maso, per accelerare i tempi, ma le loro posizioni erano risultate leggermente discordanti.

La Cgil Giorgio Lucci, segretario della Fp Cgil di Terni e Alberto Bertini, per il coordinamento degli iscritti, nell’affrontare il tema ricordano che «l’apertura di nuovi servizi e il miglioramento di quelli esistenti, insieme alla tutela del personale» è una delle loro priorità e che «solo nel 2015 le ore di straordinario effettuate ammontano a 21 mila, mentre nel primo trimestre del 2016 sono già state 4 mila». Poi precisano che «il 55% del personale di supporto (Oss) lavora con limitazioni funzionali, così come il 35% degli infermieri: 27 di loro, per motivi di salute, sono adibiti a mansioni diverse. Finché si continua a costruire le ‘dotazioni organiche’ tenendo conto solo del budget economico a disposizione e non dei livelli assistenziali attesi questa è la conseguenza».

Il reparto Poi entrano nel caso specifico: «Abbiamo evidenziato, che reperire le risorse umane necessarie a garantire il supporto al personale infermieristico del nuovo reparto di riabilitazione, distogliendo 5 Oss dal pronto soccorso già soggetto ad enormi ed evidenti carichi di lavoro, avrebbe creato seri problemi organizzativi al servizio. Non vogliamo entrare in polemica con il Presidente dell’Unmil, anzi, condividiamo le preoccupazioni e siamo pronti a sostenere con i nostri mezzi la battaglia legittima che intende fare, purché si ampli la piattaforma rivendicativa: si all’apertura del nuovo servizio contemporaneamente all’assunzione di nuovo personale».

La Fials Sulla questione interviene anche Rossana Fiocchi, segretaria regionale della Federazione italiana autonoma lavoratori sanità (Fials), che dopo aver chiarito un concetto: «Quel reparto deve aprire il più presto possibile, ma creando lavoro per nuovo personale e non spostandone altro per lasciar posto alle cooperative», inserisce nel dibattito un altro tema: «Si assiste – secondo lei – al tentativo subdolo e strisciante di delegittimazione dell’attuale quadro di direzione aziendale, cercando di generare un clima aziendale qualunquista e conflittuale e comunque volutamente ostativo a qualsivoglia cambiamento organizzativo dell’azienda. Insomma, la volontà manifesta del mantenimento ad oltranza di assetti, strutture ed organismi che necessitano imperativamente, in particolar modo nel governo clinico e assistenziale di un vero atto di riorganizzazione».

L’attacco Secondo la Fials, insomma, il problema della Riabilitazione ternana si inserisce in un quadro caratterizzato dalla «volontà ormai palese di alcuni consiglieri regionali di voler sconfinare dai loro poteri di programmazione in quelli della gestione, materia riservata al direttore generale, che attraverso la gestione degli incarichi si assume la responsabilità più generale dell’andamento economico finanziario dell’azienda».

La decisione Insomma, per Rossana Fiocchi «il ritardo dell’apertura del reparto non è il frutto di una vittoria sindacale a salvaguardia dei propri privilegi a discapito degli utenti, quanto una saggia decisione del manager
aziendale di voler finalmente aprire un reparto nel rispetto del quadro legislativo e di sicurezza, ma oltretutto nel rispetto e nella valorizzazione delle risorse umane che rappresentano il patrimonio fondamentale dell’Azienda».

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