Parco Rosselli Terni, contaminazione confermata. Con profili di rischio espositivo

Esito dell’analisi di rischio-sanitario ambientale per l’area off-limits da quasi un decennio

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«Le conclusioni dell’analisi confermano la contaminazione del sito ed evidenziano profili di rischio espositivo da inalazione polveri e di lisciviazione in falda per taluni parametri in un’area che è già comunque interessata dalla precedente ordinanza». Lo scrive la direzione ambiente del Comune di Terni in merito all’analisi di rischio sanitario-ambientale effettuate negli ultimi mesi per il parco Rosselli (ci ha pensato la GIAmberardino Srl di Pretoro): tutta la documentazione sarà trasmessa alla Regione per la successiva convocazione della conferenza di servizi: «L’analisi di rischio non mostra profili di rischio non accettabile per esposizioni all’esterno dell’area individuata dall’ordinanza sindacale».

L’AFFIDAMENTO DELL’APPALTO PER L’ANALISI DI RISCHIO
LUGLIO 2021, IDROCARBURI E METALLI SOTTO IL PARCO: LE MISURE

La contaminazione

Le conclusioni saranno inviate alla Regione che, successivamente, convocherà la conferenza di servizi: «L’obiettivo resta quello di procedere alla bonifica dell’area e di restituirla alla fruizione dei cittadini, seguendo l’iter indicato nelle normative e che garantirà la massima sicurezza per tutti», spiegano da palazzo Spada. Da ricordare che tutta la vicenda si è sviluppata dal 2015 quando il parco fu interessato dal crollo di alcune alberature a causa del maltempo. Il piano di caratterizzazione è stato approvato dalla Regione il 5 dicembre 2019.

APRILE 2015, PARCO ROSSELLI: PIANTE CON RADICI DI FERRO
L’AGGIUDICAZIONE PER IL PIANO DI CARATTERIZZAZIONE

Il lavoro svolto e il materiale

I lavori per le indagini sono stati appaltati nel 2021: «Nello specifico, sono stati realizzati sei sondaggi superficiali – ricorda la direzione ambiente, guidata dal dirigente Paolo Grigioni – fino alla profondità di circa dieci metri dal piano campagna e tre sondaggi attrezzati a piezometro profondi circa 25 metri. La campagna di analisi dei suoli, estesa a tutta l’area del parco, per un totale di 11.300 metri quadrati, ha evidenziato la presenza di materiale di riporto per uno spessore variabile tra i quattro e i nove metri, ascrivibile a materiali da costruzione e a materiali di derivazione siderurgica. Il confronto con le concentrazioni soglia di contaminazione (csc) ha rivelato un superamento della colonna A (limite per i siti ad uso verde pubblico e residenziale), per le sostanze antimonio, arsenico, cobalto, cromo tot., nichel, piombo, rame, zinco e idrocarburi pesanti (C>12). Le acque sotterranee presentano un solo superamento locale per il parametro manganese, poi non confermato nelle analisi di validazione di Arpa che con nota del 13 giugno 2022, dichiarava l’assenza di superamenti delle csc in falda».

IL PROGETTO PER LA CARATTERIZZAZIONE
SERVONO 800 MILA EURO PER BONIFICA E RIQUALIFICAZIONE

Rischio cancerogeno

Dopo la validazione, è stata commissionata l’analisi di richio sanitario-ambientale: «Le conclusioni dello studio – viene puntualizzato – hanno messo in luce, per il suolo superficiale, il rischio cancerogeno R (hh) superiore alla soglia di accettabilità per il parametro piombo, un indice di pericolo per il cobalto e un superamento per il rischio cumulato outdoor (On-site). Inoltre è presente un rischio per la risorsa idrica Rgw (GW) derivante dalla lisciviazione del Nichel. Per il suolo profondo sussiste un rischio per la risorsa idrica, legato alla lisciviazione dei parametri: Nichel, Rame, Cobalto, Antimonio, Arsenico e Piombo. Non sono state invece individuate situazioni di rischio per i recettori situati all’esterno dell’area del parco (off-site)». Gli interventi di messa in sicurezza potranno essere definiti dopo la conferenza di servizi regionale: «Continuano a essere in vigore le ordinanze sindacali emanate nel 2017 e nel 2021 di interdizione delle aree del parco e di quelle limitrofe, come indicato nei dispositivi».

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