Perugia e i suoi parchi: «Situazione pietosa»

Attrezzature fatiscenti, panchine come legna da ardere e staccionate divelte. Lo stato del parco Sant’Anna nella segnalazione di un cittadino

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C’è un parco, a Perugia, che si estende per oltre 4 ettari di terreno e che va da via dei Filosofi fino alla Pallotta. Una posizione centralissima, a metà strada tra il centro storico e la stazione di Fontivegge dove ogni giorno arrivano studenti, turisti, lavoratori.

Sant’Anna E’ quella meraviglia di verde che rappresenta il parco Sant’Anna, che sarebbe il luogo ideale per rinfrescarsi nelle afose giornate estive o per far giocare i propri bambini in tutta tranquillità. Già, sarebbe, perché come ci segnala Giampiero Tamburi sul suo blog, la situazione del parco è a dir poco pietosa, essendo diventato «un ricettacolo perfetto ed un pied-à-terre eccezionale per spacciatori e tossicodipendenti che, di tanto in tanto, procurano danni ad anziani, donne con i loro figli e nipoti, persone che vogliono utilizzare il parco in modo corretto».

LE FOTO DEL PARCO

Proclami inutili Sono tante, ogni giorno, le lamentele di cittadini e residenti per lo stato in cui versano i tanti parchi cittadini «mentre il Comune, attraverso il consigliere che ne detiene la delega (il vice sindaco Urbano Barelli, ndr) fa proclami che tutto funziona, mentre si prendono iniziative, tipo il dare in adozione il verde ad associazioni di cittadini o attrezzare chiostri ristoratori da far gestire ai disoccupati, e non si capisce bene perché solo dai 18enni ai 40enni, durante l’estate per riprendersi gli spazi che di fatto non funzionano, o fare conferenze, incontri e altre specifiche sedute che non servono a nulla o meglio, servono a mettere in luce meriti che non esistono di una parte politica e a far perdere tempo senza risolvere minimamente i problemi del verde pubblico», scrive ancora Tamburi.

Interventi essenziali Già, perché le dichiarazioni faziose e inconcludenti della minoranza, come le puerili giustificazioni e soluzioni della maggioranza, non cambiano il reale stato del verde pubblico della città e questo è sotto gli occhi di tutti, afferma ancora l’autore della segnalazione. Non servono manifestazioni o iniziative una tantum, gli interventi essenziali sarebbero ben altri, come quelli per la ristrutturazione delle attrezzature, non solo quelle per i bambini, ormai fatiscenti, inservibili e pericolose, i bagni chiusi da una vita, le panchine ridotte a legna da ardere o le staccionate divelte.

Investire fondi «La considerazione che la maggioranza che gestisce il comune dovrebbe fare – conclude Tamburi – è quella di considerare o no importante la questione dello stato del verde e se la risposta è si, investire fondi e tempo, impegnandosi concretamente a voler risolvere in modo adeguato e concreto lo stato fatiscente degli spazi. Altre soluzioni sono solo palliativi che servono solamente a perdere tempo ad a prendere in giro la collettività».

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