Perugia: «Ecco la città che sogna il sindaco»

umbriaOn ospite di Andrea Romizi a palazzo dei Priori: «La città deve recuperare la sua dignità, lasciandosi alle spalle il pessimismo e la frustrazione degli ultimi anni»

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di Marco Torricelli

Ha appena compiuto 37 anni – è nato il 9 febbraio del 1979 ad Assisi – ma Andrea Romizi, a palazzo dei Priori di Perugia è di casa da quasi 12, visto che nel 2004 (per Forza Italia) fu il più giovane dei consiglieri comunali eletti (per Forza Italia). Nel 2009, poi, venne rieletto, diventando anche vicepresidente del consiglio comunale. Nel 2014, dopo aver raccolto il 26% dei voti al primo turno del 25 maggio, l’8 giugno vinse il ballottaggio contro il sindaco uscente, Wladimiro Boccali, con il 58% delle preferenze, diventando il primo sindaco di Perugia eletto da uno schieramento diverso da quelli di centro sinistra dal 1946.

Emanuele Prisco e Francesco Quadraccia alla presentazione di umbriaOn

Emanuele Prisco e Francesco Quadraccia alla presentazione di umbriaOn

Laboratorio politico Un ‘esperimento’ politico – che ricorda quello che a Terni vide protagonista Gianfranco Ciaurro dal 1993 al 1999 – che va seguito con interesse ed attenzione. Che ci piace pensare siano reciproci, perché quando, un anno fa, presentammo umbriaOn, a pochi giorni dalla nascita ufficiale, tra i tanti e graditi ospiti c’era Emanuele Prisco, scelto proprio da Romizi come assessore e che volle portarci il saluto e l’incoraggiamento dell’amministrazione. Un anno dopo abbiamo restituito la visita e il sindaco di Perugia ci ha aperto le porte di  palazzo dei Priori.

Francesco Quadraccia e Andrea Romizi

Francesco Quadraccia e Andrea Romizi

Anno intenso «Sicuramente – ha esordito Andrea Romizi, nell’incontro con l’editore e il direttore generale di umbriaOn, Francesco Quadraccia e Roberto Bartolini – per tutti noi è stato un anno intenso, ma come per voi, anche per noi e per la città di Perugia credo sia stato proficuo. Si è lavorato sodo, perché c’era da rivisitare in maniera attenta il modello organizzativo dell’ente e andava affrontato con decisione il gravissimo problema del bilancio, che presentava un disavanzo, certificato, di 35 milioni di euro».

L’INTERVISTA AD ANDREA ROMIZI – IL VIDEO

«Niente alibi» Quello che si sono detti, il sindaco e la giunta, ha raccontato Romizi, «è stata una cosa molto semplice: non potevamo far diventare quel peso un alibi, ma dovevamo mettere in campo idee che ci permettessero di aggredire il disavanzo senza privare la città di quella progettualità indispensabile per farla ripartire. E di progetti ne abbiamo prodotti e avviati molti».

Andrea Romizi

Andrea Romizi

Le idee Il sindaco ha citato «quello relativo al mercato coperto o al Turreno, ad un’acropoli che sta riconquistando la sua dignità, ma anche a tutte le iniziative comprese nell’agenda urbana e che sono destinate alle periferie, peraltro già interessate da interventi in questo primo anno e mezzo di lavoro». Ma, ha proseguito Andrea Romizi, «si sta lavorando, con grande impegno, a quelle iniziative che vengono genericamente definite di marketing territoriale ed a progetti in grado di intercettare fondi europei, che possano aiutarci nella realizzazione di un disegno complessivo che pevede di rigenerare la città senza consumare nuovo territorio, riqualificando aree che erano state trascurate».

Le periferie Il sindaco ha citato le periferie ed il pensiero è andato subito a Fontivegge: «Una zona nella quale molto si è fatto – ha prontamente replicato Romizi – ma non abbastanza. Quella, però, è una battaglia che dobbiamo vincere, ma per farlo, e vogliamo farlo, contiamo sulla consapevolezza che devono acquisire i cittadini e che è relativa al fatto che anche loro devono fare la loro parte. Perché noi facciamo e continueremo a fare il massimo, con estrema attenzione ad ogni euro che si spende, ma la cittadinanza deve rimettersi in gioco, aiutandoci a ricreare quell’alleanza tra cittadini e istituzioni che si è andata deteriorando».

L’identità Un punto sul quale Romizi torna ciclicamente è quello della necessità di «ricostruire l’identità cittadina, guardando dritti al futuro, ma tenendo insieme tradizioni e innovazione. Per farlo, la mia giunta ed io lavoriamo con grande determinazione, ma la città deve recuperare la sua dignità e puntare a riconquistare il proprio ruolo nel panorama nazionale e internazionale. Lasciandosi alle spalle il clima di pessimismo e frustrazione nel quale si è vissuto negli ultimi anni. Per questo contiamo molto sui giovani – ha concluso il sindaco – perché tornino a credere nell’importanza del lavoro (lui la definisce ‘la gavetta’; ndr) e dell’apprendimento continuo, che rappresenta un valore aggiunto del quale non si può fare a meno».

 

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