Perugia: «Rievocazioni solo con stampa 3D»

IMMaginario, Alessandro Riccini Ricci ha presentato la nuova edizione del Festival in programma dal 2 all’8 novembre

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di L.P.

Quando pensi alla cultura, a Perugia, non puoi che pensare a lui. Eclettico, volitivo, anticipatore di mode e tendenze. Con lo sguardo sempre rivolto in avanti. A tal punto che già lo scorso anno, in via Mazzini, era comparsa la Delorean DMC-12, l’auto usata da Doc e Marty McFly per viaggiare nel tempo nel film Ritorno al Futuro.

Portatore sano di idee, Alessandro Riccini Ricci è la prova vivente che con la cultura si mangia. Forte del successo del Football Fest, il festival del calcio interamente finanziato da privati, e di Youtopia, un progetto di produzione che ha vinto il bando Culturability e che il mese prossimo verrà presentato al Ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, Riccini Ricci ha illustrato martedì a Perugia la nuova edizione di IMMaginario Festival. Dal 2 all’8 novembre cinema, radio, tv e web per raccontare la cultura che cambia. O, meglio, come la cultura ci cambia.

Viva la cultura! Innovazione e futuro sono le parole chiave del Festival che quest’anno cerca di andare oltre proponendo un progetto laboratoriale dedicato alle nuove tecnologie e ai nuovi linguaggi dei media. Nasce così Umbria Creativa, il racconto dell’innovazione e di come la creatività cambia nell’era digitale. Tavoli di confronto tra creativi di ogni sorta e makers, i nuovi artigiani digitali, e momenti di approfondimento sulla realtà che cambia. Un auspicio – quello che innovazione, cultura e impresa trovino una convergenza nel segno del futuro e dello sviluppo smart del territorio – condiviso in maniera bipartisan e post-derby, come sottolineato ironicamente in conferenza stampa , dai due assessori presenti, Francesco Calabrese, assessore a ‘Perugia Digitale’ del Comune Perugia, e Giorgio Armillei, assessore alla Cultura del Comune di Terni.

Che cosa c’è dentro IMMaginario quest’anno? «Che cosa c’è dentro lo scopriamo anche noi alla fine, quando dopo aver shakerato tutti gli ingredienti rimettiamo assieme i pezzi. C’è il racconto di cosa significa fare spettacolo oggi, con la presenza di registi come Matteo Garrone e Saverio Costanzo, oppure il mondo della televisione con i 30 anni della Gialappa’s e l’eclettismo di attori e autori come Antonio Albanese. Ci sono poi gli spettacoli, come quello di Federico Buffa, uno dei più grandi narratori di emozioni e di sport del momento. E poi c’è la sperimentazione, la costruzione. Non a caso la Rocca Paolina ospiterà un laboratorio di costruzioni Lego per provare a immaginare una nuova città».

E come la immagina la sua città? «La Perugia che vorrei è una città proiettata nel futuro, le pietre di questa città sono vive e hanno sempre parlato di futuro. Mi piacerebbe partecipare alla costruzione di qualcosa di importante, un nuovo Arco Etrusco. Così come più di duemila anni fa qualcuno ha costruito qualcosa che è restato nel tempo, mi piacerebbe realizzare un pezzo di città che poi resti. IMMaginario guarda proprio a chi, ora, sta costruendo il proprio futuro, la propria impresa creativa. Ci interessa analizzare come la creatività si sposa con la cultura per produrre qualcosa di innovativo e utile per tutti».

L’unica rievocazione che le interessa, ha dichiarato, è quella che riguarda Star Wars «Sono favorevole alla rievocazione storica se viene fatta con le stampanti 3D. Cioè se con le stampanti 3D realizziamo le balestre e le alabarde per la manifestazione».

Qualche sassolino di cui liberars? «Bè, sul milione di euro da investire in cultura (regalo del Mibact per le città finaliste a capitale europea della cultura; ndr) c’è una delibera di giunta, cioè un atto ufficiale che dice come saranno impegnati questi soldi. La cosa che possiamo notare è che né noi né il nostro progetto verrà finanziato da quei fondi».

Lei, però, non minaccia di andarsene da Perugia «Non me ne vado perché non ci vuole nessuno (ride). Abbiamo già espresso a suo tempo, quando ancora non c’erano atti ufficiali, le nostre perplessità su come si voleva spendere quella cifra. Io non ho il compito di decidere, sono solo un operatore. E in quanto tale posso solo affermare che dalla mia città avrei voluto veder impegnare le risorse in un investimento sul futuro e sull’innovazione. E innovazione non significa per forza tecnologia, o almeno non solo. Significa innescare un meccanismo che porti a far emergere nuovi talenti e nuove professionalità, che consenta di sperimentare. Cioè che quei soldi, che pure sono tanti, non vengano utilizzati solo per attività fini a sé stesse ma per produrre qualcosa che ci faccia fare un salto in avanti».

La capitale italiana della cultura 2016 sarà Mantova. Ma tra le due candidate umbre chi sosteneva tra Terni e Spoleto? «Terni, ovviamente».

E la brutta storia del centro multimediale? «Noi ragioniamo con le persone che ci sono ora, con chi ci ha invitato a discutere attorno a un tavolo. A Terni le nostre proposte sono piaciute e sono state inserite in agenda, a Perugia no. Sono diverse strategie. Il centro multimediale pesa sulla storia di Terni, ma una brutta pagina può essere cancellata dalla volontà degli amministratori di oggi che, sembra, vogliano tornare a investire sulla cultura».

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