Perugia, negozi chiusi: il Comune svende

Prezzi ribassati per i locali della ex profumeria di via dei Priori o del negozio di elettrodomestici a sant’Ercolano: la crisi morde in profondità

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Via dei Priori o via Sant’Ercolano. Con la crisi che ha spazzato via insegne storiche e negozi che, per oltre 50 anni, sono rimasti impressi nell’immaginario collettivo perugino, ora i locali commerciali di proprietà del comune e in pieno centro storico restano sfitti.

La profumeria che stava in via dei Priori

Moria di negozi E’ più facile, infatti, vedere saracinesche che si abbassano lungo corso Vannucci e dintorni piuttosto che il fiorire di nuove attività commerciali, eccezion fatta per le grandi catene d’abbigliamento che hanno preso il posto di mercerie storiche o alimentari ‘datati’. Così ecco che al posto della profumeria Rossi che, a maggio scorso, ha salutato i suoi clienti affezionati che dal 1938 compravano profumi e saponi sulle vetrine che facevano angolo su corso Vannucci, ora potrebbe aprire un nuovo negozio.

La profumeria Rossi Speranza covata, sicuramente, a palazzo dei Priori dove è stato pubblicato l’avviso di offerta di immobile in concessione. C’è tempo fino al 26 ottobre, infatti, per provare ad accaparrarsi il negozio ad angolo di via dei Priori che misura, complessivamente, 69 metri quadrati, libero, ormai, da qualche settimana. La concessione, da parte del Comune, verrà aggiudicata in base all’offerta economica più vantaggiosa e a quella tecnica, con un progetto di utilizzo dell’immobile e in base alla specialità merceologica o dell’attività qualificante. Prezzo base d’asta a partire da 16 mila euro.

Corso Vannucci

Elettrodomestici Là dove invece c’era il negozio di elettrodomestici Migliorati, all’inizio delle scalette di Sant’Ercolano, «attualmente libero», come specificato dal bando, si può tentare di prendere la concessione dei quasi 100 metri quadrati a disposizione in via sant’Ercolano ad appena 10 mila e 800 euro. Sempre previa redazione di un documento che «dovrà contenere una descrizione esauriente del progetto di utilizzo dell’immobile e delle specialità merceologiche-attività qualificanti proposte, che evidenzi anche il contributo prevedibile alla riqualificazione del tessuto economico e sociale del centro storico, alla promozione dell’immagine della città e al richiamo turistico, nonché dell’eventuale carattere di originalità e-o innovazione dell’attività che si intende intraprendere».

Parcheggi e negozi vuoti In attesa di veder riaprire qualche saracinesca, il comune intanto prova a batter cassa. Mentre i pochi commercianti che sono rimasti – assieme alle commesse e ai dipendenti delle grandi catene tutte uguali in ogni parte del mondo – provano a resistere. Un po’ come ha fatto la signora Fiorella della profumeria Rossi finché ha potuto. «A trasformarmi in un franchising non ci ho pensato neanche un secondo – raccontava – il problema è che la gente ormai ha adottato altri modelli economici, più veloci, meno di qualità e meno costosi. Il centro storico continua a perdere attrattività e gli affitti sono troppo alti, è per questo che l’acropoli si è riempita di negozi tutti uguali, gli stessi dei centri commerciali. E allora se in centro ci sono gli stessi negozi che trovo al centro commerciale, conviene di più andare a fare compere fuori. Almeno il parcheggio è gratis».

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