Perugia: «Sul Turreno progetto nebuloso»

Tra cantieri avviati e progetti rimasti sulla carta l’assessore Fioroni fa il punto. Ma sull’ex cinema «nessuna visione culturale»

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A che punto sono i progetti di riqualificazione del Turreno, del Mercato coperto, Agenda urbana e tutti gli altri portati avanti dal comune ma finanziati dalla Regione?

Sblocca Perugia I tempi stringono e a tre anni dall’insediamento della giunta Romizi tanti progetti sono stati avviati mentre altri, ancora, non si capisce che verso prenderanno. Ma per l’assessore al marketing territoriale Michele Fioroni è tutto sotto controllo e, soprattutto, sul Turreno e Fontivegge, «si stanno facendo passi in avanti». In risposta al consigliere Pd Bori e all’ordine del giorno sullo ‘Sblocca Perugia’ e i 27 milioni di fondi europei messi in campo dalla Regione Umbria, l’assessore è tornato a fare il punto su alcuni progetti e temi caldi per la Perugia del futuro.

Turreno Qualche problema l’ex cine teatro di piazza Danti lo sta creando ormai da un pezzo. «Nessuna opera potrà essere compiuta fintanto che non verranno compiuti i passaggi formali» ha specificato l’assessore, cioè fintantoché non avverrà il definitivo passaggio a Comune e Regione da parte della fondazione Cassa di Risparmio. Dopo di che la strada sarà in discesa, si procederà per stralci funzionali in modo da renderlo fruibile sin dai primi interventi. «A differenza di quanto detto da alcuni – chiarisce ancora Fioroni – i fondi sono principalmente di provenienza europea (50%), con gestione e programmazione regionale, in parte statali (35%) ed in parte comunali (15%). Dunque va detto che i vari progetti come San Francesco, Arconi, Turreno, hanno ripreso a correre anche grazie ai co-finanziamenti varati dal Comune, ad inizio legislatura non presenti». Resta, però, ancora da sciogliere qualche nodo, oltre quello della cessione, cioè la richiesta della regione che il teatro diventi un vero e proprio centro congressi che renda Perugia un luogo dove poter fare ‘economia della conoscenza’.

St.Art A bacchettare Regione e Comune, maggioranza e opposizione insieme, è però l’associazione culturale St.Art a qualche mese dall’incontro sul futuro del teatro Turreno. «Tralasciando in questa sede le questioni aperte della donazione e della comproprietà  – dichiara la presidente Angela Giorgi – e non addentrandoci nello scambio di battute tra gli assessori Antonio Bartolini, della Regione Umbria, e Fioroni sulla provenienza dei fondi, quello che ci si chiede è quale idea della vita culturale della città l’amministrazione comunale manifesti attraverso questi orientamenti progettuali. Serve un Turreno addirittura inferiore per capienza al Morlacchi?». L’idea di scendere da 900 a 700 posti fa capire quanta confusione e ‘nebbia’ ci sia nel progetto:  «A quali esigenze della domanda culturale perugina e umbra risponde? A tre anni dall’apertura del dibattito, il percorso sembra sempre più nebuloso e sempre più concreto il timore che, in fondo, questa ‘visione’ non ci sia».

Agenda urbana Sembrerebbe invece sbloccata la questione ‘Agenda urbana’, 11 milioni e 600 mila euro messi in campo dalla Regione per mobilità sostenibile, inclusione sociale, risparmio energetico e beni culturali, come conferma anche l’assessore regionale Bartolini ricordando come i fondi siano stati approvati durante l’ultima riunione della giunta regionale. L’assessore regionale Bartolini ha sottolineato a sua volta che le precisazioni sulla provenienza dei fondi non sono corrette, in quanto nella partita di Agenda Urbana la Regione ha svolto un ruolo fondamentale in termini di programmazione, strategia, gestione e co-finanziamento.

Sulla carta Al di là della ‘paternità’ economica e ideologica dei progetti, l’unica questione è che si tratta, in ogni caso, di soldi pubblici. Per questo da più parti l’invito è a stringere sui tempi, in modo da poter avviare i principali cantieri. Mentre, per il momento, rimangono sulla carta la questione dell’alta velocità e dell’aeroporto di Sant’Egidio, su cui, assicurano entrambe le istituzioni, stanno lavorando gomito a gomito Regione e Comune, ma anche il Mercato coperto che, una volta terminati i lavori, dovrà essere gestito da un privato tramite un bando pubblico. 

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