Piani di emergenza, Umbria quasi al ‘top’

Ogni Comune deve presentarli alla Protezione Civile per la conoscenza dei rischi del territorio. ‘Assente’ solo San Venanzo (Terni), il sindaco: «Provvediamo a richiedere l’aggiornamento»

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La conoscenza del territorio e delle soglie di pericolo permette di definire gli stati di attenzione, preallarme e allarme, per i rischi prevedibili, a cui corrispondono determinate procedure nella pianificazione di emergenza. È compito delle componenti di Protezione Civile individuare gli interventi utili a ridurre, entro soglie accettabili, la probabilità che si verifichino eventi disastrosi, o almeno a limitare il possibile danno. Una legge del luglio 2012 prevede l’approvazione, da parte di tutti i Comuni italiani, di piani di emergenza comunali redatti secondo i criteri e le modalità riportate nelle indicazioni operative del dipartimento della Protezione Civile e delle giunte regionali. L’Umbria è tra le regioni con la percentuale più alta (99%) di piani di emergenza consegnati. Solo un Comune risulta ‘assente’ ed è quello di San Venanzo, nella provincia di Terni.

Programmi di previsione e prevenzione I programmi di previsione e prevenzione sono lo strumento per individuare le priorità di intervento e i tempi con cui attuare azioni di protezione civile, in funzione della pericolosità di un evento, della vulnerabilità del territorio e della disponibilità finanziaria. Il dipartimento della Protezione Civile da linee guida per la preparazione dei programmi di previsione e prevenzione, sono poi gli enti locali, in particolare le Province e i Comuni, a metterli in pratica con attività di previsione e interventi di prevenzione. Le attività di prevenzione vanno dall’individuazione dei rischi del territorio alla realizzazione di sistemi per ridurre il rischio. È il caso, ad esempio, della classificazione sismica del territorio italiano che ha permesso di delineare le norme antisismiche per la costruzione degli edifici.

Piani di emergenza I programmi sono il presupposto per la definizione dei piani di emergenza, cioè le procedure operative da attuare quando si verifica un evento in un determinato scenario. I piani di emergenza sono distinti per rischio e riferiti ad aree specifiche del territorio italiano. Al dipartimento compete la pianificazione di emergenza per eventi ‘attesi’, che per natura ed estensione richiedono l’intervento degli organi centrali dello Stato. Le Regioni danno linee guida per la preparazione dei piani provinciali e i Comuni predispongono i piani, a seconda dei rischi del loro territorio.

Il dipartimento della Protezione Civile monitora con attenzione, attraverso le Regioni e le Province Autonome, l’attività di realizzazione e di aggiornamento dei piani da parte dei Comuni. Dopo una prima ricognizione sul numero dei Comuni che hanno il piano di emergenza, in una fase immediatamente successiva, tramite le stesse Regioni e Province Autonome, sono state raccolte le informazioni sugli anni di elaborazione e aggiornamento dei piani, sugli scenari di rischio presi in considerazione, sulla rispondenza alle linee guida regionali e sulle modalità di informazione ai cittadini.

Il Comune di San Venanzo Secondo dati aggiornati al 15 settembre 2015, il dipartimento di Protezione Civile etichetta indirettamente il Comune di San Venanzo come la ‘pecora nera’ dell’Umbria, ovvero l’unico dei 92 Comuni umbri a non aver ancora presentato il piano. Contattato telefonicamente da umbriaOn il sindaco di San Venanzo, Marsilio Marinelli, esclama: «Il piano di emergenza del Comune di San Venanzo è stato prontamente redatto e aggiornato, grazie per la segnalazione, provvederemo prima possibile a metterci in contatto con il dipartimento di Protezione Civile per richiedere un aggiornamento dell’elenco». Tutto chiarito quindi, l’Umbria presto potrebbe essere tra le 6 regioni italiane con il 100% dei piani di emergenza comunali consegnati.

 

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