Pietramelina, lo stop costa 800 mila euro

Perugia, discariche bloccate, la promessa di Barelli: «I costi aggiuntivi a carico di Gesenu in ragione delle responsabilità dell’azienda nell’intera vicenda»

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Un’inchiesta della magistratura in corso, due discariche ferme, la raccolta differenziata che non decolla e costi che ricadranno sui cittadini.

La discarica di Pietramelina

I costi Di nuovo, in consiglio comunale, il Movimento 5 stelle punta il dito contro il vicesindaco Barelli che detiene anche le deleghe all’ambiente, dal momento «che i costi connessi alle diverse modalità di collocazione dei rifiuti – spiega la capogruppo Cristina Rosetti – dovuti a inadempimenti contrattuali dell’affidataria, dovranno essere sopporti dal beneficiario del servizio». Costi non di poco conto: da dicembre 2016 Pietramelina è ormai chiusa e l’umido viene conferito fuori regione, per un costo maggiore di circa 800 mila euro. Altre criticità riguardano poi l’impianto di Borgo Giglione, con riferimento a scarto secondario, Forsu, e sovvallo secco, per cui anche la discarica di Magione si avvia a fermarsi a fine mese.

Vicenda in evoluzione Che cosa hanno intenzione di fare, dunque, il sindaco e il vicesindaco? «La situazione è in continua evoluzione» ha spiegato il vicesindaco Barelli, ricordando come col sindaco è stato condiviso il contenuto di una lettera inviata lo scorso 6 febbraio ai rappresentanti del Comune in Gesenu, la stessa fa seguito alle dichiarazioni rilasciate da uno dei rappresentanti il quale riferiva che i costi ulteriori dovuti al conferimento dei rifiuti fuori regione sarebbero stati trasferiti sui cittadini di Perugia e sulla tari. Nella lettera sono stati richiesti tutti i chiarimenti del caso sul punto, segnalando altresì che i costi aggiuntivi devono intendersi a carico di Gesenu in ragione delle responsabilità dell’azienda nell’intera vicenda.

Urbano Barelli

Comune parte lesa Quanto alle azioni intraprese in merito a possibili contestazioni al gestore, il vice sindaco ha ricordato che è stato costituito un gruppo di lavoro composto da dirigenti comunali il quale dovrà fornire un quadro generale, con riferimento anche ai controlli effettuati nel tempo. Circa le eventuali azioni legate a possibili inadempimenti, Barelli segnala che le stesse sono rinviate inevitabilmente al momento in cui verranno accertati i fatti oggetto dell’inchiesta giudiziaria: in un eventuale processo il Comune si costituirà certamente parte civile in quanto è parte lesa

La Tari Che cosa accadrà in bolletta, nell’anno che è appena iniziato, non è ancora dato sapere. «Non si possono fare previsioni specifiche – ha detto Barelli – né tantomeno inserire nel Pef, il piano economico e finanziario, valutazioni collegate ad indagini ancora in corso». Nessuna certezza, dunque, fino a che non ci saranno risultati certi anche da un punto di vista giudiziario e amministrativo. «L’amministrazione dovrebbe procedere sulla base dei dati certi già a disposizione – ha ribattuto la Rosetti – e non di quelli giudiziari di competenza di altri organi».

Differenziata Un altro tasto dolente, per Barelli in primis, è il nuovo servizio di raccolta differenziata in centro storico a Perugia. «Accade spesso – afferma il capogruppo Pd in comune Diego Mencaroni – che i cittadini di Perugia all’uscita da casa si siano ritrovati a camminare in una città invasa da rifiuti maleodoranti, scartati dalla raccolta porta a porta perché confezionati in modo non conforme». La riorganizzazione del servizio, secondo tutta l’opposizione, ha portato a una degenerazione della situazione rendendo alcune vie della città «al limite del decoro e delle elementari norme igieniche».

Conferimenti errati Il nuovo servizio ibrido, in vigore da ormai un anno, era stato studiato, secondo il vicesindaco che l’ha fortemente voluto, proprio per ridurre le criticità evidenziate nel sistema precedente e per garantire una maggiore flessibilità in base alle esigenze dei cittadini. Il tutto senza costi aggiuntivi, visto che il costo annuale è passato da € 2.150.478,13 ad € 2.140.714,63 euro. «Le nuove modalità di raccolta, elaborate anche sulla base di esperienza positive realizzate altrove – ha spiegato Barelli – sono state ampiamente partecipate tramite incontri specifici con le associazioni del centro storico e vari incontri con la cittadinanza sul territorio. Inoltre è stata attivata una specifica campagna di comunicazione ed informazione ai cittadini tramite molteplici canali come invio di lettere, attivazione di stand, brochure, manifesti, invio di sms».

Conferimenti non corretti

Il sistema Nella prima fase di sperimentazione, il sistema prevede che le guardie ecologiche provvedano ad apporre sui sacchetti o sui mastelli appositi adesivi recanti la specifica della non conformità, con la rimozione degli stessi nel giorno successivo. Terminata la sperimentazione, ha ribadito il vicesindaco, si procederà alla rilevazione dei comportamenti contrari alle norme grazie all’ausilio delle guardie ecologiche che potranno elevare specifiche sanzioni.

‘Un successo’ Quanto ai risultati ottenuti dal nuovo servizio in circa sei mesi dalla sua attivazione, Barelli ha voluto sottolineare come la percentuale di raccolta differenziata – e non l’effettivo riciclo – sia passata dal 50% al 64%, sono diminuiti del 10% gli scarti, è aumentata la qualità della raccolta con una percentuale di non conformità ormai scesa al 3,6%. Non solo, il nuovo servizio ha permesso di individuare un numero rilevante di soggetti evasori

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