Perugia, caso Gesenu: «Comune truffato»

Dibattito infuocato: dai dubbi del M5S al botta e risposta Barelli-Bori, secondo cui serviva il commissario. «Non può parlare di coerenza chi per anni ha governato»

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Un sistema inefficiente, sprechi e un’inchiesta della magistratura che dovrà far luce su ingiusti profitti per servizi non resi ai cittadini e che ha portato all’arresto l’ex direttore tecnico Giuseppe Sassaroli.

Urbano Barelli

Polemiche Si è tornato a parlare di Gesenu in comune, lunedì, in commissione controllo e garanzia, tema che ha scaldato, e non poco, gli animi di tutti i presenti. Compreso quello del vicesindaco Urbano Barelli che, dopo una ‘sparata’ da parte del consigliere Pd Bori circa la necessità di un commissariamento della Gesenu, ha sbottato: «Non può parlare di coerenza chi per anni ha governato permettendo questa situazione per poi chiedere il commissariamento di Gesenu. Non credo che questa sia la posizione ufficiale del Pd e ricordo che abbiamo lavorato per un anno e mezzo proprio per scongiurare questa ipotesi. In tutta questa vicenda il comune è stato truffato – ha sottolineato Barelli – ed è quindi parte lesa. Per questo è nostra intenzione costituirci parte civile».

Dubbi Al centro della discussione i dubbi sollevati già durante l’ultima approvazione del piano finanziario di Gest da parte del Movimento 5 stelle che aveva sottolineato, tra le tante anomalie, che i conferimenti in discarica aumentavano nonostante il forte incremento della raccolta differenziata. «Nessuno ha controllato né ha tentato di mettere in campo misure efficaci per tutelare i cittadini – ha detto la capogruppo Rosetti lamentando l’adozione dei piani finanziari del gestore, approvati con deliberazioni del consiglio comunale, senza che vi fosse alcuna contestazione neanche sul volume degli scarti dell’umido già evidenziati dalla diffida sottoscritta dal dirigente Vincenzo Piro.

Pietramelina

Controlli «Chi la responsabilità, soprattutto gli organismi di programmazione e controllo, devono prenderne atto e fare il passo conseguente – ha proseguito Rosetti – confidiamo che la magistratura porti a galla tutte le vicende opache che contraddistinguono da sempre la gestione dei rifiuti in Umbria e tutti i nomi di coloro che hanno consentito, se non favorito, il quadro preoccupante che emerge dall’attività di indagine della Dda. Oggi – ha concluso la Rosetti – i cittadini pagano le conseguenze di questa vicenda, senza che nessuno se ne assuma le responsabilità». Un intervento forte, quello della consigliera, che ha fatto scatenare l’ira del vicepresidente Tracchegiani, che ha accusato la Rosetti di tenere sotto scacco l’intera commissione con argomenti sui cui non c’è competenza e con la minaccia di inviare gli atti alla Corte dei conti.

Problemi noti Nel merito delle questioni sollevate, il vicesindaco Barelli ha ribadito come obiettivo dell’amministrazione sia sempre stata la bonifica e il rilancio di Gesenu con l’obiettivo di segnare discontinuità rispetto al passato e mantenendo i livelli di servizio e di occupazione. «I problemi di Gesenu erano noti da tempo – ha sottolineato il vicesindaco – ma invece di farla morire, abbiamo scelto di farla vivere e migliorarla, pur dovendo operare in un contesto complesso e difficile. E i risultati si sono visti, anche in tempi brevi». Per Barelli, dunque, si è riusciti a garantire la continuità del servizio e un altro obiettivo raggiunto è stato quello di far venire meno i presupposti dell’interdittiva antimafia grazie anche all’ingresso di un nuovo socio privato.

Manlio Cerroni al convegno dello scorso 6 febbraio a Perugia

Da Cerroni a Paoletti «Inoltre ricordo – ha proseguito Barelli – che, anche su nostra richiesta, è stato cambiato l’amministratore unico della società e sono stati nominati nuovi membri dell’organismo di vigilanza, tra cui spicca il presidente emerito della Corte dei conti. Non ci siamo certo svegliati il 22 novembre –ha concluso Barelli- ma non potevamo avere conoscenza che la situazione fosse ai livelli emersi da quel momento, perché il Comune non ha gli strumenti della magistratura». E proprio sul passaggio di mano tra il gruppo Cerroni e quello di Paoletti è intervenuto il consigliere del gruppo misto Sergio De Vincenzi, che aveva chiesto lumi all’amministrazione anche sugli eventuali costi aggiuntivi che potrebbero ricadere sulla città dovuti alla mala gestio dell’azienda.

Opzione pubblica Barelli ha ricordato che in sede di Auri, già a suo tempo lui stesso aveva sondato il terreno per capire se ci fosse la possibilità di un’opzione pubblica su Gesenu, in quanto il comune da solo non avrebbe avuto le risorse per acquisire le quote della società dal privato, quote che comunque non erano neanche state offerte. «Ma la richiesta non ha avuto nessuna risposta, il settore dei rifiuti in Umbria è un affare da 150 milioni di euro l’anno, che interessa molte società a livello nazionale. Non abbiamo avuto nessun ruolo nella vendita delle quote di Cerroni, ci è stato solo comunicato la volontà di Cerroni di vendere a Paoletti. Quest’ultimo, peraltro, si è dichiarato disponibile a fare investimenti per il miglioramento degli impianti, a proseguire sulla progettualità rispetto alla raccolta differenziata e ne ha dato prova concreta ascoltando e dando seguito alle nostre richiesta di discontinuità a livello di organizzazione interna».

Nessun costo aggiuntivo In ogni caso non ci saranno rincari per gli utenti, ha rassicurato Barelli «Gesenu deve recuperare, oggi più che mai, in termini di credibilità e fiducia da parte dei cittadini». Sui controlli è intervenuto anche Vincenzo Piro secondo cui i ritardi accumulati hanno fatto sì che  le carenze impiantistiche evidenziate nel 2014 si siano rese con il tempo ancora più evidenti, senza che la criticità degli scarti potesse essere risolta. Altro discorso ancora per quanto riguarda i controlli sui servizi da parte del Comune, che sono di due tipi: su indicatori di carattere tecnico o territoriale. Su questo, Piro ha precisato che, salvo un periodo del 2013, il Comune ha sempre effettuato i controlli dovuti, con una media di oltre 200 all’anno, che sono stati incrementati per raggiungere i 1.000 nel 2016, arrivando anche alle sanzioni, se il gestore non ottemperava agli obblighi contrattuali.

Fiducia Le prossime mosse di palazzo dei Priori, così come dichiarato dal vicesindaco, andranno nella direzione di far riconquistare la fiducia dei cittadini nei confronti di Gesenu e raggiungere il 65% di differenziata come previsto dalla tabella di marcia della regione. Grazie alle tante attività messe in campo «Oggi siamo al 63% – ha proseguito Barelli – Il servizio ha retto, il sistema dei rifiuti è sotto stretto monitoraggio, il Comune ha anche istituito un gruppo di lavoro ad hoc per quanto di sua competenza e stiamo lavorando ad un percorso che arrivi all’opzione Rifiuti zero e alla tariffa puntuale, facendo tesoro di quanto è emerso».

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