Periferia dimenticata, è protesta a Terni

Cittadini in rivolta a Santa Maria Maddalena: «Manca tutto: agibilità per le case, viabilità e verde. Dal Comune solo immobilismo»

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Lo avevano annunciato e lo hanno fatto. I residenti del quartiere di Santa Maria Maddalena, che a Terni si sono organizzati in comitato, sabato mattina hanno dato vita ad un presidio di protesta: «Dove sono gli interventi promessi a giugno 2015?», si legge nel volantino diramato dal comitato. E ancora: «Quali imprese edili sottoscriveranno l’atto aggiuntivo alla convenzione? Chi si assumerà la responsabilità di risolvere concretamente la situazione? Siamo stanchi di aspettare. I residenti di Santa Maria Maddalena meritano rispetto».

LA PROTESTA SPIEGATA DAI RESIDENTI – VIDEO

Il Comune A gennaio, il funzionario comunale Federico Nannurelli aveva spiegato che «la vicenda è stata caratterizzata da un giudizio del Tar e poi del Consiglio di Stato per la fase di aggiudicazione dei lavori, da imprevisti ambientali dovuti al ritrovamento di rifiuti pericolosi nel sottosuolo, scorie contenenti metalli pesanti, che hanno imposto una bonifica ambientale, interferenze con una lottizzazione privata non completata che hanno imposto varianti, il concordato fallimentare dell’impresa appaltatrice e la cessione del ramo di azienda che ha imposto una complessa procedura di subentro, l’avvio di una procedura di recesso in danno e l’avvio di una procedura transattiva per portare a termine i lavori. Mancano fasi operative stimate in 10 mesi». Dopo il fallimento dell’impresa, i lavori sono stati affidati da un’altra, ma «quella subentrata è in crisi – spiegava ancora Nannurelli – e abbiamo chiesto un parere all’Anac per valutare la legittimità di ridurre l’importo dei Sal. Entro un mese avremo una risposta. O si proseguono i lavori alle nuove condizioni di una transazione prevista dall’articolo 239 del codice dei contratti pubblici o si deve riappaltare l’opera».

La protesta Ma loro, i residenti, non ci stanno: «Siamo stanchi di parole vuote che da anni sentiamo pronunciare, adesso vogliamo vedere fatti concreti – hanno detto sabato mattina – perché il degrado di questo quartiere è il simbolo di quello della città». Si sono ritrovati, circa cinquanta e ‘armati’ di striscioni e trombe da stadio, dando vita al presidio che – ‘colore’ e rabbia a parte – ha permesso di fare il punto sui nodi irrisolti. «Il problema primario – dicono – è che ad oggi manca l’agibilità per le abitazioni di decine di famiglie di tutto il quartiere (in particolare via dei Pressio Colonnese e via degli Arroni. Nonostante ci siano delle delibere del Comune, risalenti al 2015, che prevedono il rilascio dell’autorizzazione una volta terminate le opere di urbanizzazione primaria. Opere che il Comune stesso ha già dichiarato ‘collaudate’ ed è incomprensibile perché ancora sia tutto fermo, con i problemi che ne conseguono e che denunciamo da tempo».

Verde e viabilità «Un altro grande problema – spiegano dal comitato civico – è la mancanza di un’area verde, nonostante sia prevista dalla convenzione. C’è il campetto dell’ex circoscrizione, quindi di proprietà del Comune, che è stato lasciato in completo abbandono quando invece si sarebbe potuti intervenire. Mancano poi gli allacci alla viabilità principale e ciò comporta pesanti conseguenze per la circolazione ed un elevato rischio di incidenti. Il Comune non ha neppure avviato le procedure di esproprio dei terreni e ora rischia di ritrovarsi in mezzo a lunghi contenziosi. I lavori per la ‘bretella’ di via Urbinati sono poi completamente fermi: il Comune si giustifica dicendo che ha inviato tutti i documenti all’Anac ma tre milioni di euro sono spariti e non sappiamo bene che fine abbiano fatto. Questo quartiere non può essere lasciato ancora a sé stesso: noi siamo pronti a farci sentire, non solo con la voce, ma anche attraverso le carte bollate».

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