‘Rachele, mia nonna’: storia di una donna

Terni, un libro ripercorre la storia umana di Rachele Guidi Mussolini ed è stato presentato nella giornata della donna

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Un libro, una storia, una donna. Ma in fondo molto di più. Perché ‘Donna Rachele, mia nonna’, il libro scritto da Edda Negri Mussolini e Emma Moriconi – presentato a Terni proprio nella giornata della donna – è un tassello importante, una ‘storia minima’, intesa come narrazione di una vicenda familiare, che si intreccia con la storia con ‘esse’ maiuscola. La storia del Paese o, almeno, una parte importante di quella storia.

Edda Negri Mussolini

Edda Negri Mussolini

Il libro Perchè ‘Donna Rachele’ è proprio lei, Rachele Guidi, che avrebbe sposato Benito Mussolini e che nel libro viene raccontata da Edda, sua nipote, con la franchezza tipica di chi non ha paura di mostrare i propri sentimenti, ma vuole anche «mettere ordine – dice l’autrice – in un racconto delle vicende familiari, ma anche politiche, che spesso ha preferito la parte romanzesca a quella rigorosamente storica. Non per fare del negazionismo, ma per andare alla ricerca della verità, che a settanta anni dalle vicende di cui si parla, ritengo sarebbe doverosa».

I racconti Nel corso della presentazione, organizzata da Daniela Cirillo Rubini, segretaria ternana de ‘La destra’ e dal circolo culturale ‘Le idee’, sono emersi racconti ed aneddoti non sempre noti, come quello relativo alla permanenza di Rachele Mussolini a Terni, insieme al figlio Romano, in un campo di concentramento gestito dagli inglesi al termine della guerra. Ma anche episodi storici che Emma Moriconi, la giornalista che ha collaborato alla stesura del testo, definisce «autentici inediti che consentono di guardare il periodo storico nel quale si inserisce la vicenda umana di Rachele Mussolini sotto una luce diversa».

La storia Ecco, il periodo storico: «Mi piacerebbe molto – dice Edda Negri Mussolini – che questo libro fosse considerato un ‘nuovo inizio’, un punto di partenza dal quale procedere per mettere insieme tutti i documenti disponibili, anche quelli misteriosamente tenuti ancora sotto chiave, per scrivere la vera storia di quel periodo. Senza pregiudizi e preconcetti, da una parte come dall’altra, perché ritengo che solo dicendo e dicendoci tutta la verità si possa finalmente ripensare a quel tempo come ad una parentesi, importante per il Paese, ma ormai degno di essere giudicato con il distacco che la storia merita».

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