Sanità Terni, Pnrr e Usl 2: casa e ospedale di comunità all’ex Cim per oltre 4.500 mq

Via libera al piano di programmazione dell’azienda: input per avviare le gare. Intanto la Fp Cgil dichiara lo stato di agitazione congiunto per ospedale e Usl

Condividi questo articolo su

di S.F.

Terni, la sanità, il Pnrr ed i piani della Usl Umbria 2, si chiudono i conti. Quantomeno a livello programmatico: lunedì il direttore generale Massimo De Fino ha firmato il documento legato alle intenzioni dell’azienda sanitaria locale per il potenziamento della rete territoriale. Focus sulle Case di comunità, le Centrali operative territoriali e gli Ospedali di comunità. L’atto sarà inviato alla direzione welfare della Regione Umbria e al comitato regionale di valutazione per gli adempimenti del caso.

PNRR, IL PIANO DELLA USL UMBRIA 2 – DOCUMENTO

Nuovo ospedale, Irccs, alta specialità: Terni si fa sentire in Regione

Cosa sono

Del tema se ne è parlato molto spesso di recente, anche nelle varie commissioni consiliari a Terni con protagonisti lo stesso De Fino e il direttore generale dell’azienda ospedaliera di Terni Pasquale Chiarelli. Oltre a sindacati e coloro che ruotano intorno al mondo sanitario. C’è un breve riepilogo nel documento della Usl Umbria 2: con le Case di comunità l’obiettivo è «la realizzazione di luoghi fisici di prossimità e di facile individuazione, punto di primo contatto dell’utente con il sistema di assistenza sanitaria, sociosanitaria e sociale. Un primo luogo di cura in cui si colloca il sub-investimento Centrali operative territoriali». Per quel che concerne gli Ospedali di comunità si tratta di «strutture sanitarie di ricovero breve che afferiscono alla rete di offerta dell’assistenza territoriale e svolgono una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero». Rientra tutto nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Nell’atto viene citato anche il nuovo ospedale comprensoriale di Narni-Amelia. La procedura è in mano alla dirigente del servizio patrimonio della Usl 2, Maria Luisa Morina.

Il posizionamento e la funzionalità

La Usl mette nero su bianco gli investimento previsti ed i luoghi individuati: le Case di comunità sono previste a Terni, Spoleto, Montefalco, Nocera Umbra, Norcia, Cascia, Amelia, Narni, Orvieto e Fabro». In tal senso si prevede «lo sviluppo di un database unico per ogni singolo cittadino, che in questo modo potrà contare su un percorso per la salute personalizzato, e accedere più agevolmente a tutte le strutture presenti nel territorio, grazie ad un approccio sinergico, con giovamenti per l’intera comunità». Le Centrali operative territoriali sono invece individuate a Spoleto e Terni con l’obiettivo di «coordinare i servizi domiciliari con gli altri servizi sanitari, assicurando l’interfaccia con gli ospedali e con la rete di emergenza-urgenza. Saranno dotate – spiega l’azienda sanitaria locale – dei mezzi tecnologici per garantire il controllo remoto dei dispositivi di telemedicina forniti ai pazienti, sosterranno lo scambio di informazioni tra gli operatori sanitari coinvolti nella cura, costituiranno un punto di riferimento per i caregiver, sia per la formazione alla cura che per la sua attuazione, e fungeranno da punto di riferimento in caso di ulteriori necessità assistenziali del paziente, implementeranno un sistema che grazie all’ausilio dell’intelligenza artificiale e degli strumenti di machine learning, riuscirà a ridurre il numero di accessi di assistenza domiciliare degli operatori sanitari necessari per paziente senza ridurre la qualità di cura». Infine gli Ospedali di comunità, vale a dire presidi sanitari di assistenza primaria a degenza breve con 20 posti letto: nel piano sono previsti a Terni, Orvieto, Cascia, Norcia e Montefalco, tutti a gestione prevalentemente infermieristica «volti a garantire una maggiore appropriatezza clinica (riduzione di accessi impropri al èronto soccorso, o ad altre strutture di ricovero ospedaliero), come anche a facilitare la transizione dei pazienti dalle strutture ospedaliere per acuti al proprio domicilio (consentendo alle famiglie di avere il tempo necessario per adeguare l’ambiente domestico e renderlo più idoneo alle esigenze di cura del paziente)». Gli interventi sono da completare entro il 31 dicembre 2025 e per questo motivo la Usl 2 specifica che è «indispensabile avviare fin da subito le relative procedure di gara».

Nuovo piano sanitario regionale: ‘taglio’ distretti da 12 a 5

Gli ospedali di comunità

Terni, mirino sull’ex Centro di igiene mentale

Su Terni la Casa di comunità da 1.600 metri quadrati è prevista nei locali dell’ex Centro di igiene mentale – chiaro che si deve procedere con una massicca ristrutturazione considerata la situazione attuale – in viale Trieste per un importo complessivo da poco meno di 3,5 milioni di euro, mentre per Narni è prevista nell’ex mattatoio comunale in zona ospedale. Tornando a Terni stessa localizzazione per l’Ospedale di comunità: in questo caso di parla di una cifra prevista di 2 milioni 879 mila euro. Estensione? Un’area sedime di collegamento da 500 metri quadrati ed un’altra 3.000 mq oggetto di restyling ed efficientamento energetico.

Il piano per le case di comunità

E la Città della salute?

Nel documento c’è inevitabilmente – d’altronde è anche in atti recenti della Usl, non si può cancellare così – un passaggio anche sul progetto della Città della Salute. Citato il decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 4 febbraio 2021 in merito alle iniziative urgenti di elevata utilità sociale nel campo dell’edilizia sanitaria, valutabili dall’Inail nell’ambito dei propri piani triennali di investimento immobiliare: in tal senso sono indicati 26 milioni di euro per la «costruzione di nuovo edificio funzionale al completamento della Città della salute». Come si risolve dunque la faccenda? «Gli interventi si coordineranno in attualizzazione con l’architettura delle Case di comunità e degli Ospedali di comunità, finanziati prioritariamente con il Pnrr e in alcuni casi con finanziamenti post sisma 2016 prevista per l’azienda».

Terni, restyling area Usl viale Trieste: ok a contratto progetto

 

Piano patrimonio Usl 2 tra dismissioni e solita ‘Città Salute’ Terni

Fp Cgil, è stato di agitazione

Nel contempo la Fp Cgil, nelle stesse ore, ha dichiarato lo stato di agitazione congiunto di azienda ospedaliera e Usl Umbria 2 (sale operatorie e attività diagnostiche del nosocomio di Narni): «I cittadini e gli operatori sanitari – l’attacco – non possono più sopportare le inefficienze delle due aziende sanitarie ternane. Un pronto soccorso che ormai svolge il compito di soccorso, reparto di degenza, casa di comunità (manca solo la clinica veterinaria, ma ci siamo andati vicini), con il personale sempre più sotto stress, un aumento esponenziale dei carichi di lavoro, dovuto alla mancanza di rete con l’azienda territoriale e alla pandemia, affrontato senza il dovuto adeguamento dell’organico, cittadini che arrivano già arrabbiati, consapevoli dei lunghi ed estenuanti tempi di attesa a cui saranno sottoposti prima della presa in carico. Il numero dei posti letto previsti per l’azienda è ormai solo un numero vuoto, senza alcun collegamento con la realtà dei bisogni dei cittadini. La presenza dei letti nei corridoi, con tutto ciò che comporta in termini di difficoltà di assistenza, mancanza di privacy e sovraffollamento, è ormai una costante. Le liste di attesa per le attività chirurgiche programmate contano ormai cifre difficilmente recuperabili, la convenzione tra le due aziende per l’utilizzo delle sale operatorie dell’ospedale di Narni è sempre più un mistero, cosi come le attività diagnostiche, ormai appannaggio delle strutture private, con un danno enorme per le casse della sanità pubblica, per i cittadini che sono costretti a ricorrere al privato, non sempre convenzionato e un danno anche per gli operatori che a causa delle poche attività sono costretti a spostarsi tra le varie aziende della Usl Umbria 2 (caso emblematico quello dei tecnici di radiologia che da Narni vengono spostati a Spoleto, Foligno, etc.)». Per Giorgio Lucci, il segretario Fp Cgil di Terni, «non potevamo attendere oltre. Abbiamo bisogno di un luogo autorevole alla presenza delle massime autorità di governo, nazionale e cittadino, affinché una volta per tutte ci si sieda intorno ad un tavolo e si affrontino le inefficienze. Se le direzioni aziendali non riescono o non hanno strumenti necessari per ovviare il problema si richieda l’intervento dell’assessorato alla sanità o della presidente, i cittadini ternani così come gli operatori non possono più attendere». Pnrr o meno resta la tensione.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli