Sgominato traffico di droga tra Umbria, Marche e Romagna. Arresti e sequestri

Indagine della finanza di Perugia, a capo del gruppo un marocchino di base a Umbertide

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Stroncato dai finanzieri del comando provinciale di Perugia un vasto giro di traffico e spaccio di droga, hashish e cocaina in particolare, sulle principali ‘piazze’ del capoluogo umbro, dell’Alta Valle del Tevere, ma anche nelle province di Rimini e di Pesaro-Urbino. Cinque le misure cautelari eseguite nei confronti di altrettante persone, di cui una destinataria della custodia in carcere, una degli arresti domiciliari e tre dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Droga dalla Spagna e dal Lazio

Le indagini, avviate lo scorso anno dalla Sezione G.O.A, del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, sono state condotte – spiega una nota del procuratore capo di Perugia, Raffaele Cantone – attraverso avanzate tecniche di intercettazione telefonica ed ambientale, grazie alI’utilizzo di sistemi di localizzazione satellitare che, insieme ad appostamenti, osservazioni e pedinamenti, hanno permesso di delineare l’operatività di un gruppo criminale dedito al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, composto da tre cittadini di origine marocchina, residenti in provincia di Perugia, Ancona e Pesaro Urbino, e da due italiani, uno di origini campane, stabilmente residente a Città di Castello, I’altro di origini romagnole e residente a Misano Adriatico. Personaggio centrale del sodalizio criminale è risultalo un cittadino marocchino, pluripregiudicato, dimorante ad Umbertide, il quale ha dimostrato di avere collaudati canali per l’approvvigionamento, dalla Spagna e dal Lazio, di hashish e cocaina che, tenute occultate in aree di campagna ed impervie zone boschive, venivano, di volta in volta, immesse sulle principali piazze di spaccio tra Umbria, Marche ed Emilia Romagna, attraverso una ben consolidata rete di spacciatori.

L’agenda con la contabilità

Nel corso delle attività investigative, sono stati effettuati diversi interventi che hanno consentito di trarre in arresto, in flagranza di reato, un componente del gruppo e di sottoporre a sequestro oltre 2,5 kg di hashish e cocaina, insieme ad un’agenda gialla, contenente appunti manoscritti in lingua araba, riportanti una vera e propria contabilità dell’illecita attività di smercio della droga, con la puntuale indicazione degli acconti percepiti e dei saldi ancora da riscuotere. Tale contabilità, oltre a consentire la ricostruzione di flussi finanziari per centinaia di migliaia di euro, ha messo in luce la stabilità dei rapporti esistenti tra il principale indagato ed i suoi ‘collaboratori’.

Le parole del gip

Il giudice per le indagini preliminari, sulla scorta delle risultanze investigative e degli elementi indiziari che hanno confermato il quadro accusatorio, ha disposto le misure cautelari, osservando come, nei confronti del destinatario della misura più afflittiva, sussista «il rischio di reiterazione del reato» e l’esistenza di un quadro cautelare di allarmante pericolosità sociale emergendo la personalità di costui come quello di chi è dedito al traffico illecito di sostanze stupefacenti in modo prevalente ed esclusivo e con modalità che denotano una inclinazione a delinquere fortemente accentuata». Al momento dell’arresto, durante le perquisizioni delle abitazioni e delle pertinenze dei soggetti interessati, i finanzieri del G.O.A., con il supporto delle unità cinofile del Gruppo di Perugia, hanno rinvenuto cospicue somme di denaro, appunti manoscritti riconducibili ai traffici illeciti, numerosi telefoni cellulari ed una sofisticata apparecchiatura per la rilevazione di microspie.

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