Si stringe il cerchio sul Fleximan di Spoleto. Rischiano anche i sostenitori social

Gli autori del gesto possono essere incriminati per pene importanti. Al vaglio i commenti su Facebook e Instagram

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Fleximan sbarca a Spoleto: tagliato il nuovo autovelox. Sarà ripristinato

di Giovanni Cardarello

La mattina di martedì 6 febbraio Spoleto si è svegliata improvvisamente al centro della cronaca. Ma l’improvvisa e involontaria notorietà non è legata alla nuova stagione di Don Matteo o al Festival dei Due Mondi, bensì ad un fenomeno che sta attraversando in lungo e in largo l’intero Paese. Il fenomeno corrisponde al profilo di un palo di autovelox e al giustiziere delle multe, l’ormai noto Fleximan. Colui, o coloro che, dopo aver posto in essere la propria condotta, cioè abbattere i pali dei rilevatori di velocità in Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna, ha/hanno deciso di scendere lungo lo Stivale per colpire il primo autovelox nel centro Italia.

Il fatto è accaduto alle 3.34 del 6 febbraio, vittima di turno il nuovissimo rilevatore, operativo solo dallo scorso 20 novembre, sulla carreggiata Sud della SS3 Flaminia all’altezza dello svincolo per Eggi, Cascia e Norcia. Un autovelox tarato con il limite a 90 km/h su una strada a scorrimento veloce. Vasta la eco dell’azione, ne hanno parlato perfino il TG1 e SkyTG24, cosi come è stata vasta la reazione soprattutto sui social dell’accaduto. Una eco che, secondo quanto riferisce l’edizione di giovedì del quotidiano Il Messaggero-Umbria, potrebbe portare addirittura al vaglio di profili di reato. Con conseguente incriminazione.

Nel frattempo emergono ulteriori dettagli sull’accaduto. Il palo è stato segato alla base con un’azione decisa e durata meno di tre minuti. Non sono stati danneggiati i fili, quindi il ripristino è meno complesso e oneroso del previsto. Cosi come risultano decisive per le indagini le telecamere delle aziende vicine allo svincolo di Eggi. Secondo quanto appreso da umbriaOn, infatti, dalle telecamere emerge la presenza di più persone intente a compiere l’azione. Ma non solo. Gli autori del gesto hanno lasciato diverse impronte digitali sul luogo, facendo stringere il cerchio più in direzione di emulatori locali che sul Fleximan ‘originale’.

Emulatori intorno a cui si sta stringendo il cerchio dell’azione delle forze dell’ordine. Se individuati, rischiano l’incriminazione per danneggiamento aggravato – reato per cui la pena va da sei mesi a tre anni di reclusione – e interruzione di pubblico servizio, con la pena di un anno. La somma dei reati rischia di creare seri grattacapi a chi ha messo in atto il clamoroso gesto. Cosi come rischiano coloro che sui social hanno inneggiato all’azione di Fleximan: il reato nello specifico è quello di istigazione che, in base alla gravità, è punito con multe fino a 2 mila euro o la reclusione nei casi più gravi. Ma ovviamente andrà tutto verificato e valutato dagli organi competenti.

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