Sisma, Sasu Umbria: fine prima emergenza

Dopo 53 giorni di attività nelle zone colpite dal terremoto finisce la prima fase. I tecnici volontari stanno smantellando le strutture, per rimanere in configurazione ridotta

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terremoto, sasuLa prima fase dell’emergenza per il Soccorso Alpino e Speleologico Umbria (Sasu), è finita il 23 dicembre. Dopo 53 giorni di presenza e di attività continuative a Norcia e nei paesi limitrofi, i tecnici volontari del Sasu stanno smantellando le loro strutture, per rimanere in configurazione ridotta, visto che la fase di prima emergenza volge al termine.

Quattro mesi di emergenza continua Sono stati quattro mesi di lavoro continuo per i volontari del Sasu. La loro attività, legata al sisma, era già iniziata il 24 agosto quando persero la vita 300 persone ad Amatrice. In quel caso sono stati impegnati per un totale di 516 giornate operative, intervenendo fino dalle primissime ore, scavando fra le macerie dei paesi della Valle del Tronto. Grazie a questa tempestività i hanno contribuito a salvare 55 persone vive dalle macerie ed estratto 62 corpi senza vita.

Visso e Ussita Dopo quella scossa intervennero il 26 settembre a Visso e a Ussita, questa volta senza vittime, ma con molti danni. L’intervento ha riguardato principalmente Camerino, alla ricerca di eventuali vittime sotto le macerie. Parallelamente, su richiesta del dipartimento della Protezione Civile, hanno raggiunto anche le piccole frazione che nelle prime ore risultavano isolate, verificando i danni a persone e cose.

castelluccio-strada-crepa-crepe-sasu-222-sisma-terremotoNorcia Con l’ultima scossa di Norcia, quella del 30 ottobbre, il Sasu è rimasto operativo per ben 53 giorni consecutivi con 456 presenze totali: i volontari hanno contribuito a estrarre viva a Forche Canapine una donna anziana dalle macerie, con l’aiuto anche dell’elisoccorso 118 Icaro 02. Anche i volontari hanno raggiunto tutte le frazioni e le case isolate, portando medicinali e viveri. Fondamentale l’attività per l’apertura di una nuova strada, fra pascoli e boschi di raggiungere Castelluccio di Norcia e Forche Canapine, rimaste isolate a causa delle strade non più percorribili.

terremoto, sasuAllevatori e opere d’arte Quotidianamente i tecnici volontari hanno raggiunto Castelluccio che si è svuotato lentamente con l’avvicinarsi del freddo e hanno aiutato gli allevatori a spostare il bestiame verso valle, fino all’ultima transumanza del 20 dicembre che ha di fatto decretato l’abbandono, per la stagione invernale, del borgo visto che Emiliano, l’ultimo allevatore che dormiva in quota, è sceso a valle insieme ai suoi 50 cavalli. Anche le molte opere d’arte e la campana sono state messe in salvo, mentre la chiesa è stata coperta con die teli.

La mensa Il Sasu ha anche messo a disposizione la propria mensa da campo per i tanti volontari e dipendenti delle strutture operative distribuendo oltre 3000 pasti caldi.

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